Storie di Targa Florio 1906-1930
Targa Florio 1906 ... quei "Carbonari" ... fondatori della Targa Florio ...
" ... Il Comitato Panormitan Feste e Riunioni Automobilistiche di Sicilia aveva sede in Via Catania n°2 a Palermo, al pianterreno di un grande palazzo che si affacciava sul Viale della Libertà. L' edificio, di proprietà della famiglia Florio, era tra il liberty ed il vittoriano . I suoi balconi erano sempre colmi di fiori . Il Comitato si riuniva tutti i giorni, sino a notte inoltrata . Nelle sale si discuteva , si prendevano decisioni e si approvava , tutto nella massima segretezza. I soci avevano l'aria dei ribelli e anticonformisti e a una certa società conservatrice apparivano come adepti di compagini rivoluzionarie, sul tipo della Giovane Italia. Per tale motivo, non si sa da chi, vennero definiti in seguito i "Carbonari della Targa Florio".
Questi uomini, tutti fedelissimi al Cavaliere Vincenzo Florio, erano Paolo, Giuseppe e Lucio Tasca Bordonaro, il Conte Giulio Airoldi, il Conte d'Isnello, il Marchese Paolo Scaletta, il Barone Gianni Stabile, il Barone Michele Ciuppa, il Marchese Jacona della Motta, il Barone Antonio di Ramione, il Cavaliere Rodrigo Licata di Baucina, il Principe Petrulla, i Principi Gustavo e Michele Vannucci, il Marchese De Seta, il Barone Cammarata, il Barone La Motta, il Barone di Gebbiarossa, il Cavaliere Fecarotta, il Cavaliere Salvatore Bonocore. Lucio Tasca era un eccellente cronometrista e gran fumatore di sigari; Guido Airoldi corridore ardito e impetuoso; il Conte d'Isnello preciso e meticoloso; il Marchese De Seta assai focoso; Rodrigo Licata il suggeritore di trovate ingegnose. Airoldi e Tasca, in particolare, erano fraterni amici di Florio. Quando il Cavaliere, rientrato dalla Francia, comunicò che la sua nuova corsa era sostenuta da "L'Auto", e già riscuoteva adesioni, i Carbonari applaudirono inneggiando a lui ed alla Targa. Subito dopo si discusse e si approvò il regolamento che prevedeva l'ammissione di vetture dotate di motori a 4 e 6 cilindi, con rispettivi limiti di alesaggio. Venne stabilito il peso minimo, mentre la cilindrata restava libera.
Nasceva così il concetto di "vetture di serie", che si atteneva all'idea floriana di "vetture da viaggio". I rifornimenti di carburante erano consentiti anche lungo il percorso. Il totale dei premi in denaro era stabilito in lire 50.000, di cui L.30.000 al primo assoluto più la Targa Florio, L.10.000 al secondo, L.5.000 al terzo, L. 2.000 al quarto, L.1.000 al quinto. Venne scelta la data di domenica 6 maggio 1906. Alla fine della riunione vennero stappate delle bottiglie di vecchio Chateau Lafite e si brindò all'avvenire della nuova Targa Florio ........... Una settimana prima della corsa, i componenti del Comitato Panormitan si trasferirono al Grand Hotel di Termini Imerese stabilendovi il quartier generale dell'organizzazione. Il Cavaliere, per l'occasione, invitò i giornalisti ad una ricognizione sul rettifilo del Buonfornello dove erano stati allestiti gli impianti. Tra questi c'erano Henry Desgrange, Charles Faroux, W.F. Breadley, George Prade, Mario Morasso, Lefrevre, Costamagna, Le Teller, Meurisse e Nino Sofia. Il Buonfornello appariva come una lucida fettuccia di grigio annerito, posata dalla natura nel bel mezzo della campagna. Le tribune si ergevano a due chilometri dalla Stazione di Cerda per una lunghezza di 200 metri; erano inghirlandate con foglie di frutti e limoni. Bella mostra facevano i ristoranti con i tavoli in legno e le sedie impagliate ed i chioschetti per rinfreschi e bibite con vendita di giornali e macchine fotografiche. Un alloggio riservato al totalizzatore costituiva una delle grandi novità. I giornalisti videro e annotarono tutto..."
("La leggendaria Targa Florio" - Pino Fondi - 1989)
La foto che proponiamo raffigura il mitico rettilineo di Buonfornello, esattamente come era in quel lontano 1906.
Targa Florio 1906 ..... la Targa Florio per il vincitore fù d'oro massiccio
" .... E' la prima Targa Florio; siamo sul Grande Circuito delle Madonie ... Vince Alessandro Cagno su "Itala", alla media di quasi 47 chilometri all'ora. Porta a casa la Targa, che è d'oro massiccio, e trentamila franchi in oro. Quella fortuna sarebbe probabilmente toccata ai francesi Rigal e Bablot, se a un rifornimento non fosse loro toccato uno spiacevole equivoco; per sbaglio, al posto della benzina, gli fecero un "pieno" d'acqua. Ma altri dodici concorrenti sono ancora più sfortunati. Per un improvviso sciopero dei marittimi è rimasta ferma a Genova la nave che doveva trasportare in Sicilia le loro macchine. Furenti, assistono alla gara da pedoni. La cronaca locale registra quattro novità : l'"automobile", perchè gran parte dei siciliani, lungo il percorso, non l'aveva mai vista ; la "strada senza polvere", perchè il munifico Florio, la vigilia della corsa, ha fatto spruzzare una mistura di catrame e bitume ; il "telegrafo", perchè i paesi attraversati dalla corsa - finora - non conoscevano sistema più rapido della cartolina postale; la "donna in calzoni", perchè il francese Le Blond s'è portato accanto la moglie, al posto del meccanico ..."
("Quattroruote" - maggio 1962)
Nella foto: Alessandro Cagno. Il primo vincitore della Targa Florio sulla sua Itala. Sarà una gara di 3 giri, per Km. 446,46.
Targa Florio 1907 ...... la gara è siciliana .... ma alla fine .... piove
" ... Alla fine della gara piove. La Targa Florio 1907 - disputata sul Grande Circuito delle Madonie in 3 giri per Km. 446,46 - la vince Felice Nazzaro su "Fiat", alla media di 54 all'ora. Frusciano nel fango della pista le lunghissime gonne delle dame che escono per festeggiarlo. Uno dei favoriti, l'inglese Olsen, è affidato alle cure di un oftalmico. Minaccia la congiuntivite. Olsen era partito senza occhiali, e alla fine del primo giro, per liberarlo dal mascherone di fango, gli avevano tirato in faccia un secchio d'acqua. La "Corsa delle vetturette" - su 2 giri per Km. 297,64 - la vince Naudin, su Sizaire & Naudin ..."
("Quattroruote" - maggio 1962)
La foto che proponiamo raffigura la predestinata vincente, la Fiat di Felice Nazzaro, poco prima della partenza.
Targa Florio 1907 … Felice Buzio con la sua Diatto-Clèment
".... Organizzazione: Comitato per l'Incremento delle Feste e Riunioni Sportive. Grande Circuito delle Madonie, sviluppo km 148,823 x 3 giri = totale km. 446,469. Partenza e arrivo da Buonfornello. Monte premi Lire 100.000.
Iscritti 56, partiti 45, classificati 28 ...".
Nella foto : la Diatto-Clèment di Felice Buzio.
Targa Florio 1908 vince Trucco .. con un ottimo meccanico ... Maserati
"... E' il Grande Circuito delle Madonie. La Targa Florio del 1908 la vince Trucco su Isotta Fraschini, alla media di quasi 60 all'ora. Emozionatissimi, gli invitati speciali del Continente corrono agli otto trasmettitori telegrafici che Vincenzo Florio ha impiantato sotto la tribuna. Trucco; il cognome del vincitore si presta ai giochi di parole. Se fossero profeti, i giornalisti si occuperebbero, piuttosto, del meccanico che ha corso accanto al vincitore: si chiama Alfieri Maserati. Profetico è invece il corridore Sizair, che era stato in testa fino all'ultimo giro. Piangendo dalla rabbia dice : "Un giorno, li toglieranno tutti !". Le ruote della sua macchina si erano schiantate contro un paracarro. La "Corsa delle vetturette" la vince Giuppone, su Peugeot ...."
("Quattroruote" - maggio 1962)
Targa Florio 1909 .... anche Vincenzo Florio fù concorrente ...
E' il Grande Circuito delle Madonie. Alla Targa Florio del 1909 il numero degli iscritti fù, in verità, piuttosto scarso.
Quindi, da Organizzatore, Vincenzo Florio si trasformò, per necessità, in concorrente, classificandosi secondo assoluto. Infatti in quell'anno - il 1909 - la crisi dello sport dell'automobile in Europa si fece incalzante. Perciò la Targa rischiò il rinvio. Ma il Cavaliere, per non farle perdere la continuità, la fece disputare egualmente ma su un solo giro, pari a 148 chilometri, ed aperta alla partecipazione dei soli sportivi siciliani. Per questa ragione quell'edizione passa all'albo d'oro come "La Siciliana". La Targa Florio del 1909 la vince Ciuppa, su SPA. La "Corsa delle Vetturette" la vince Goux, su Peugeot.
Nella foto che Vi proponiamo il Barone Francesco Ciuppa con la sua SPA; sarà Lui il vincitore
Targa Florio 1910 .... crisi al botteghino ...
E' il Grande Circuito delle Madonie.
Si incassano soltanto 26 lire. Il vento è così impetuoso che in tribuna entrano soltanto diciotto spettatori ; quindici uomini e tre donne. Anche in quel 1910 Vincenzo Florio, pur di salvare la Targa dalla crisi, abbinò la sua corsa con quella delle "Vetturette". Era sua intenzione mettere a confronto vetture con motori mono e bicilindrici con quelle a motori di 4 e 6 cilindri, e ridestare l'interesse dei costruttori. La Targa Florio di quell'anno la vince Cariolato, su Franco. La "Corsa delle Vetturette" Boillot, su Peugeot.
("Quattroruote" - Maggio 1962 / "La leggendaria Targa Florio" 1989 - Pino Fondi )
Un piccolo filare di vetture, per quella Targa Florio del 1910.
Targa Florio 1911 .... quando Campari era ancora meccanico ....
... E' il Grande Circuito delle Madonie. Nel 1911, nel tentativo di offrire più spettacolo alla corsa, Vincenzo Florio fece spostare il traguardo di partenza sulla salita verso Cerda. In seguito, su suggerimento della sua seconda moglie, Donna Lucia, in quella zona fece edificare la famosa "Baraccopoli di Cerda", destinata a diventare leggendaria da allora al 1977 ; sarebbe poi stata chiamata "Floriopoli". Quell'anno vince Ernesto Ceirano su SCAT, alla media di quasi 47 all'ora. Ma, attenzione ! ; c'è un corridore che percorre la pista in direzione inversa ! E' il Duca Palazzo, che ha fatto dietro-front. Il giro più veloce lo fa Franchini, su un'Alfa. Chissà quali diavolerie avrà combinato al motore il meccanico di Franchini. Dicono che se ne intenda. Si chiama Campari ..."
("Quattroruote" - Maggio 1962)
Targa Florio 1912
L'Amico Gabriele Polettini, che vive a Desenzano del Garda, ci ha inviato due foto scattate dal nonno Arnito nell'anno 1912 a Palermo - città ove al tempo risiedeva - nell'occasione della Targa Florio. Il Nonno Arnito, ci ha scritto Gabriele, possedeva un'Alfa 24 HP ed era un grande appassionato di fotografia e di automobili.
Nella Foto l'Alfa Romeo 24HP 4,1 n.25 dell'equipaggio Giuseppe Baldoni - Masi ( alcune fonti riportano Nasi ), vettura che i documenti del tempo riportano come ritirata tra Vittoria e Palma di Montechiaro. Sono documenti per noi sin qui inediti e quindi ringraziamo vivamente l'Amico Gabriele per la sua disponibilità alla loro pubblicazione.
Targa Florio 1913 ... vince Nazzaro ... pilota ... e vettura ...
" ... E' Giro di Sicilia. Fra i 37 concorrenti che si allinearono al via c'era anche Felice Nazzaro, al volante di una vettura che aveva costruito egli stesso. Infatti, dopo una brillante carriera come pilota nella Squadra della Fiat, Nazzaro aveva deciso di seguire l'esempio di Lancia e di diventare un costruttore di automobili. La corsa siciliana di quell'anno vide la prima partecipazione ad una gara della vettura costruita da Nazzaro e invece di dilungarci nell'esaltarne i pregi, diremo soltanto che la macchina del costruttore-pilota arrivò al traguardo precedendo di oltre un'ora l'Aquila Italiana di Marsaglia, che si piazzò al secondo posto. Nazzaro migliorò inoltre la media precedente, portandola da 38 a 49 chilometri orari ..."
("Il romanzo della Targa Florio" - A.F. Bradley - 1965)
Nella foto: I vincitori, Nazzaro pilota e Nazzaro vettura.
Targa Florio 1914 ... La seconda tappa del Giro di Sicilia ha destato maggiore interesse, della prima
I concorrenti partivano per la seconda tappa da Siracusa alla volta di Palermo meta della corsa. Sono partiti 18 e precisamente i seguenti: Ceirano, Sivocci, Nazzaro, Cortese, Marsaglia, Zeuli, Trombetta, Colombo, Gloria, Fracassi ,Berra , Lopez, Diana, Musumeci, Lucca, Costantini, Rigoletto, Beccaria . La seconda tappa del Giro di Sicilia ha destato maggiore interesse, della prima, e ciò perchè la gara si è fatta più viva tra i migliori campioni classificati con poca differenza dopo la prima giornata. La notizia che ha maggiormente sorpreso il pubblico, che numeroso ha sempre stanziato davanti alla Sede dell'Automobile Club in attesa delle comunicazioni telegrafiche che giungevano dal percorso, è stata quella riguardante il ritiro di uno dei migliori campioni del volante, Felice Nazzaro. Egli si è ritirato a malincuore dalla corsa a pochi chilometri da Girgenti causa un incidente di macchina. Col suo ritiro è rimasto a disputare specialmente per il primo posto con Ceirano, il giovane Marsaglia , ma purtroppo un destino avverso ha congiurato oggi contro i migliori guidatori, sicché alla prima sorprendente notizia del ritiro di Nazzaro se ne è aggiunta una seconda riguardante il ritiro e l'abbandono dalla corsa di altri concorrenti. A pochi chilometri infatti dal paese di Sciacca, per altri incidenti di macchina si sono ritirati Marsaglia e Sivocci , vale a dire il secondo ed il quinto classificati della 1^ tappa . Un quarto concorrente, pure questi a causa di un incidente di macchina, ha dovuto abbandonare la corsa. Egli è Diana che si è ritirato pochi chilometri dopo Girgenti. Il ritiro di Nazzaro e Marsaglia produce nel pubblico una viva impressione e le notizie sui ritiri ,sono variamente commentate. Il premio della Città di Messina fu assegnato al corridore Marsaglia che primo era giunto in quella città. Gli arrivi a Palermo , primo Ceirano, su Scat, che è stato dichiarato vincitore Gli altri concorrenti, giunti a Palermo con un forte distacco sul vincitore, sono stati cosi classificati: 2°Gloria, 3°Lopez, 4°Colombo, 5°Cortese, 6°Lucca, 7°Trombetta 8°Rigoletti, Musumeci si è ritirato . Zeuli, Costantini e Beccaria giungeranno fuori tempo massimo. Ceirano , primo arrivato , oltre ai premi di Traguardo vince la Targa Florio, la coppa del giornale L'Ora e due coppe dello Sport Club di Palermo. Parlando col vincitore il giovane Ceirano, al suo arrivo a Palermo, non dimostrava affatto di aver risentito della straordinaria fatica sostenuta, durante le due tappe. Era desideroso soltanto, di conoscere con precisione il tempo che aveva impiegato nella sua meravigliosa corsa. Il traguardo di Bagheria, è stato tagliato per primo da Snipe, quello di Messina da Marsaglia. Tutti gli, altri traguardi dopo Messina sono stati tagliati da Ceirano. Baldoni racconta che prima di arrivare a Giarre, nel fare un virage, per salvare due uomini ed una bambina che attraversavano la via, dovette fermare di botto la vettura, perciò scoppiavano due copertoni. Cosicché la ruota di destra girò due volte su se stessa e si piegò l'assale, proibendo allo sterzo di funzionare. Il Baldoni riportò lesioni alle mani e per questo incidente non potè continuare la corsa. Nino Fracassi a Capo Orlando si arrestò per un' incidente al motore; riparò alla meglio in mezz'ora, ma preferì poi ritirarsi, giacché sarebbe arrivato con molto ritardo a Siracusa. Dopo Catania si ruppe la molla anteriore destra della vettura del principe Lanza. Questi subito frenò, ed immediatamente uscirono le due gomme dalle ruote di sinistra. La macchina si capovolse, e nell'uscire di sotto la macchina il principe Lanza ruppe con le gambe il volante. Il meccanico Paolo Arnone si' slegò il braccio destro, mentre il principe Lanza si produsse contusioni al viso ed alla gamba sinistra. Numerose persone accorsero ad aiutare il principe, il quale ricevette premurose cure. Egli procedeva ad 80 chilometri all'ora, quando la strada, dapprima ben cilindrata, dopo 8 chilometri cominciò a farsi assai cattiva, causando la rottura delle molle nel tratto fra Taormina e Catania. Il principe Lanza si è mostrato prudente rallentando e perdendo cosi 15 minuti di tempo per evitare un guasto maggiore alla macchina.
(Archivio la Stampa)
Targa Florio 1914 ... la guerra è vicina ...
" E' Giro di Sicilia. Per il terzo anno consecutivo la Targa Florio si svolse attorno all'isola e vide vincitore Ceirano, al volante di una Scat. Ma eravamo nel 1914 ; la catastrofe della guerra si abbattè sull'Europa e le corse automobilistiche cessarono anche nei paesi che non furono immediatamente travolti dal conflitto, come l'Italia.".
("Il romanzo della Targa Florio" - A.F. Bradley - 1965)
Nella foto: Ceirano e la sua Scat.
Targa Florio 1919 ... è valido un arrivo "vincente" in retromarcia ?
" ... E' valido tagliare il traguardo a marcia indietro ? I commissari dicono di no. Il francese Andrè Boillot, su Peugeot, che all'arrivo aveva urtato contro uno spigolo di una tribuna, e con incredibile presenza di spirito s'era affrettato ad ingranare la retromarcia, fà un gesto di stizza. Gira lo sterzo e ripete l'arrivo col "muso" avanti. Primo ! Ma i tifosi non possono portarlo in trionfo; intanto è svenuto ... "
("Quattroruote - maggio 1962)
Andrè Boillot, quell'anno, vincerà con un tempo di 7.51'01'' ad una media di 55,02 km/h.
La foto proposta è quella del vincitore.
Targa Florio 1919 .... Enzo Ferrari bloccato dal comizio ......
Targa Florio 1919 .... Enzo Ferrari bloccato dal comizio ......
" ....... Parla Enzo Ferrari .... pilota : La Targa Florio fu vinta da Boillot su Peugeot. Proprio tagliando il traguardo il pilota francese investì uno spettatore imprudente. Sul rettifilo d'arrivo non c'erano tribune, ma semplici picchetti collegati da una fune. Ecco, fu la prima volta che avvertii la presenza della morte sui circuiti automobilistici.
Io ebbi il mio piccolo infortunio: il serbatoio della benzina cominciò a ballare sin dal primo giro, e dovetti sostare per riparare una delle bretelle che lo ancoravano alla carrozzeria. Persi oltre quaranta minuti e scivolai verso le ultime posizioni. Riuscii a riguadagnare qualcosa nonostante tentativi abbastanza spericolati fin verso la fine della gara, ma un nuovo e questa volta curioso colpo del destino mi convinse che dovevo rimandare alla prossima volta i sogni di gloria.
Stavo per raggiungere Campofelice, seguito abbastanza da vicino da altre due macchine, quando tre Carabinieri, piazzati a gambe larghe nel mezzo della strada, ci fecero segno di fermarci. Non si dice mai di no ai Carabinieri, e così, con deferenza, chiedemmo le ragioni della sosta forzata. "Nessun incidente, nessun pericolo", ci risposero i militi della Benemerita, "soltanto dovete avere pazienza: il Presidente deve finire il suo discorso".
Pochi metri pìù avanti, dopo una curva, la sede stradale formicolava di gente, e la via era intasata fino alla piazza centrale del paese: i siciliani erano là ad applaudire Vittorio Emanuele Orlando, il Presidente della Vittoria. Noi abbozzammo alcune timide proteste, assolutamente vane. Il discorso fu abbastanza lungo, e quando finì non ci fu data ancora via libera: ci fu soltanto concesso, dopo accorate insistenze, di accodare le nostre macchine al corteo presidenziale.
Avanzammo così per qualche chilometro insieme alla nera berlina De Dion Bouton, e fummo liberi di precipitarci verso il traguardo soltanto quando la macchina del Presidente si avviò per una via laterale. All'arrivo, cronometristi e spettatori erano già scomparsi con l'ultimo treno per Palermo.
Un carabiniere, munito di sveglia, registrava pazientemente i tempi dei ritardatari, arrotondando al minuto. Il lunedì seguente mi presentai a Don Vincenzo Florio. Con la sua scanzonata autorità mi dìsse: "Di che ti lamenti? Eri in ritardo, non hai rischiato nulla e ti facciamo persino il regalo di infilarti nella classifica".
Mi venne assegnato il nono posto: tutto sommato, un piccolo successo. Don Vincenzino Florio ! Per me un maestro di sport; poi divenne un amico. Ora resta nella mia memoria al piano superiore, dove vivono i pionieri ... "
("Le briglie del successo" di Enzo Ferrari - volume stampato il 30.11.74 nelle Officine Grafiche ARBE di Modena - edizione speciale, facente parte di una tiratura numerata, non in vendita - dono personale di Enzo Ferrari)
Nella foto : Quello alla guida è Enzo Ferrari; il meccanico è "Nino". Quella n.22 è una C.M.N. 15/10 HP 2,3. Noi pensiamo che il luogo sia facilmente riconoscibile......
Targa Florio 1920 ... Conte Guido Airoldi ...
" .... La decima edizione della Targa Florio era stata emozionantissima, mentre la undicesima, quella del 1920, risultò decisamente monotona, se non altro per il pubblico perché i conduttori, costretti a lottare per otto o dieci ore con il vento e con la pioggia, non avvertirono certo la noia.
Tra i concorrenti, nella maggioranza illustri ignoti, spiccava Campari, il robusto pilota dell'Alfa Romeo, spalleggiato da Enzo Ferrari che si coprì di gloria piazzandosi secondo, staccato di soli otto minuti da Meregalli che pilotava la Nazzaro sei cilindri. Date le condizioni meteorologiche tanto avverse fu impossibile raggiungere alte velocità, infatti il vincitore segnò una media inferiore di quasi 5 chilometri a quella dell'anno precedente ...."
(Il Romando della Targa Florio - A,F. Bradley - 1965)
Nella foto il Conte Guido Airoldi con la sua Itala 2,8 n.10; sarà sesto in 9 ore, 58' 20'' 2/5.
Targa Florio 1920 ... Enzo Ferrari vinse diecimila lire ....
" ... Parla Enzo Ferrari .. pilota : L'anno seguente, 1920, dopo aver fatto alcune corse con un'Isotta Fraschini 4500 tipo Grand Prix 1914, la Targa Florio mi vide secondo assoluto, con l'Alfa quattro litri e mezzo, quattro cilindri biblocco. C'era in squadra anche Campari, ma si ritirò.
Guadagnai, fra premi di classifica ed accessori, diecimila lire. Erano le cifre di allora. Di premio reale oggi un pilota, in proporzione, guadagna forse qualcosa di meno. Ma allora la nostra passione non ci consentiva i calcoli in lire. Per me contava che quel giorno avevo fatto il mio ingresso ufficiale nell'équipe dell'Alfa.
L'Alfa, che aveva come marchio ancora soltanto il biscione visconteo, la croce amaranto e la parola Alfa, che significava Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, era sorta per iniziativa di un milanese, il Cavalier Stella, il quale si associò a una ditta francese: la Darracq.
Questa ditta aveva ceduto il suo pacchetto azionario prima dello scoppio della guerra mondiale.
Durante il periodo bellico si inserì nell'industria Nicola Romeo, professore di Napoli, destinato a una carriera industriale e politica che lo avrebbe portato al Senato. Fu lui il vivificatore - lo chiamavano "la sirena" per il suo modo suadente - di un programma automobilistico che portò a costruire macchine favolose una ditta che durante la guerra non aveva fabbricato che proiettili, trattori e molti altri congegni che nulla avevano a che fare con l'automobile ... ".
("Le briglie del successo" di Enzo Ferrari - volume stampato il 30.11.74 nelle Officine Grafiche ARBE di Modena - edizione speciale, facente parte di una tiratura numerata, non in vendita - dono personale di Enzo Ferrari)
Nella foto : Quella è una strada di Termini Imerese in quel lontano 1920. La seconda esperienza siciliana fù quasi un successo pieno. Quella Alfa 4500 di Ferrari, con il meccanico Michele Conti, si classificò seconda alla Targa Florio.
Targa Florio 1920 ... tutti bagnati ... molti ritirati ...
E' il Medio Circuito delle Madonie. Targa Florio sotto la pioggia, quella del 1920, e sin dalla partenza. Come si potrà leggere nel commento inserito nella foto, poichè nessuno pensò di proteggere adeguatamente gli organi di accensione delle vetture, quell'anno vi furono numerosissimi ritiri. Il vincitore (bagnato) fù Meregalli, su Nazzaro, alla media di km/h 51,34 ( 4 giri ).
Nell'immagine che proponiamo, la testimonianza del brutto tempo di quell'anno, anche in partenza.
Targa Florio 1921 ... vince Masetti con la Fiat, .... e batte le Mercedes ....
Corre Enzo Ferrari su un'Alfa. Corrono sulle Alfa anche Campari ed Ascari. Su una Fiat, Bordino. Ma la folla ha occhi soltanto per un corridore della Fiat, il toscano Giulio Masetti. E l'unico - dicono - che possa dare la "birra" ai tedeschi. Vincerà, ancora una volta, la Mercedes ? Siamo nel primo dopoguerra, i ricordi patriottici infuocano perfino lo sport. Se arriva primo Sailer, su Mercedes, è Caporetto. Se giunge primo Masetti, su Fiat, è il Piave. Già nei boxes della Mercedes, dirigenti , tecnici e meccanici hanno pronte le bottiglie di champagne ... Ma vince Masetti ! Il bolide rosso verrà festeggiato a barbera ....
("Quattroruote" - maggio 1962)
Nella foto : Giulio Masetti vince la Targa del 1921 con la sua Fiat Grand Prix 1914 di 4400 cc.
Targa Florio 1921 - La Fiat Gp 4,4 del 1914 di Masetti che doveva andare ad indianapolis
Il conte Masetti, un ricco fiorentino dal passato sportivo non privo di interesse, possedeva una Fiat da Gran Premio di 4400 cc.
La storia di questa vettura era piuttosto interessante. Nel 1914 la Fiat aveva costruito un certo numero di vetture per il Gran Premio di Francia che si disputava a Lione ; al momento del controllo delle macchine un tecnico francese annunciò : « La cilindrata supera il limite ».
« Impossibile », ribatterono gli italiani. « Abbiamo dato istruzioni ai nostri tecnici di arrivare ai limiti massimi, né più né meno ».
Vennero convocati da Torino i tecnici e alla conclusione fu giocoforza ammettere che le tolleranze - o la mancanza di tolleranze - erano state osservate al limite e che i motori superavano la cilindrata massima consentita. L'Automobile Club di Francia era sempre rigorosissimo nell'applicazione dei regolamenti e René de Knyff, allora presidente della commissione sportiva, non tollerava la minima infrazione.
Fu infatti dichiarato che la Fiat avrebbe potuto prendere il via, ma in caso di vittoria si sarebbe provveduto a smontare il motore ed a misurarlo in presenza degli altri concorrenti, squalificando quindi la macchina.
La Fiat accettò la decisione, ma del resto nessuna vettura della Casa torinese si aggiudicò la vittoria e probabilmente quella fu l'unica corsa al mondo in cui una Casa non desiderò di vedere abbassare la bandiera a scacchi davanti a una delle sue macchine.
Modificate con l'adozione di cilindri in acciaio dopo le esperienze fatte con i motori da aviazione, le Fiat sarebbero probabilmente partite per Indianapolis se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra, ( nota : Indianapolis non si svolse nel 1917 e 1918) , invece quel vecchio modello fece la sua apparizione soltanto alla Targa Florio del 1921,trovandosi a gareggiare con una Mercedes, anch'essa costruita nell'anteguerra e pilotata dall'uomo più abile e spericolato che esistesse in Germania.
Sebbene gli iscritti fossero trentotto, era chiaro che l'interesse della corsa si sarebbe accentrato sul duello Masetti e Sailer. Al primo giro il tedesco era in vantaggio con uno strettissimo margine di ventun secondi, ma dopo un centinaio di chilometri Masetti era già in testa, con un vantaggio di due minuti e mezzo. Senza arrendersi, Sailer riuscì, al terzo giro, a ridurre il distacco a cinquantotto secondi, tuttavia durante il quarto e ultimo giro Masetti superò se stesso, dimostrando tra l'altro che su un circuito che presentava una media di circa dodici strette curve per chilometro, la Fiat, di dimensioni più ridotte, si trovava nettamente avvantaggiata in confronto all'ingombrante Mercedes.
Il fiorentino tagliò infatti il traguardo dopo aver distaccato l'avversario di due minuti e dodici secondi, alla media di circa 58 chilometri orari, velocità che batteva tutti i precedenti primati. Dovettero però trascorrere molti anni prima che si capisse inequivocabilmente che per il circuito siciliano erano più adatte vetture ben equilibrate di quelle soltanto molto potenti.
Testo tratto da "Il romanzo della Targa Florio" di A.F. Bradley – Edizioni Calderini 1965.
Targa Florio 1921 …. la Diatto 4 DS di Gamboni
" .....Organizzazione: Auto Club di Sicilia. Quattro giri del Medio Circuito delle Madonie per un totale di 432 km. Percorso: Cerda - Caltavuturo - Polizzi - Collesano - Campofelice - Cerda. Tra i partenti, ma non arriva al traguardo, Domenico Gamboni, alla guida di una Diatto 4 DS. E' la vettura visibile nella foto proposta ..."
("Diatto Story" - Sergio Massaro - 2001).
Targa Florio 1922 ... vince Masetti su Goux ... dopo la Fiat ... la Mercedes
Nel 1922 Masetti si iscrisse alla Targa con una Mercedes Grand Prix A.C. del France 1914 di 4500 cc.. Era la stessa vettura con la quale l'anno precedente aveva gareggiato Max Sailer e perso il confronto proprio con il Conte. Masetti l'aveva acquistata "tanto per cambiare", ma, sotto sotto, per dimostrare che alle Madonie poteva fare lo stesso con la Mercedes quanto con la Fiat.
Correva da privato e non per la Squadra ufficiale Mercedes ..........
....... Nel penultimo giro la corsa si fece davvero avvincente. Ormai Masetti era sempre più vicino a Goux, al momento al comando, e gli contendeva il primato. La Ballot a sua disposizione risentiva della dura prova; le sue gomme posteriori erano molto logore. Ma non c'era più tempo per fermarsi. Goux sperava di poter resistere. Campofelice era vicina e restava da affrontare il rettifilo di Buonfornello. La Targa poteva essere sua. Pensava a questo quando all'entrata di una curva insidiosa sentì il suo veicolo scivolare paurosamente sulle gomme posteriori, proprio dove c'era molta ghiaia. Goux cercò di raddrizzare la macchina con un dolce controsterzo. Ma ormai era troppo tardi. La vettura partì con il muso verso il ciglio della strada e volò su un fossato; fortunosamente il terreno era molle e non accadde nulla di grave. Il motore si spense. La macchina era indenne e tutto rimediabile. Goux e il suo meccanico si fecero aiutare da generosi spettatori che spinsero la macchina sulla strada. I due uomini risalirono a bordo e la macchina ripartì veloce. Ma all'entrata di una curva Goux agì sui freni e sentì che non rispondevano più. Era infuriato. Riuscì a raddrizzare la macchina e continuò a correre senza freni. Quando occorreva agiva soltanto sul freno a mano. Nauralmente era una manovra rischiosa. Ma Goux avrebbe dato la vita per vincere una Targa. Ormai era lanciato sul Buonfornello e sfiorava i 200 Km/h.. La Ballot scricchiolava tutta, ma Goux non mollava. Masetti gli era dietro e si avvicinava sempre più spietato. Poi, Goux fù sulla salitella verso il traguardo e passò sotto lo striscione girando verso i box. La folla l'applaudì sportivamente. Il Cavaliere gli si fece incontro e lo invitò a salire sulla torre dei conometristi per attendere l'arrivo di Masetti . "Se Giulio non arriva, sarai Tu il vincitore !" gli disse il Cavaliere, e Goux non rispose. La folla attendeva silenziosa. D'un tratto il cannone annunciò l'arrivo di una macchina. Allora tutti si volsero in direzione delle tre curvette prima della salitella. Non ci volle molto che già sulla prima curvetta comparì il radiatore a scudo della Mercedes numero 40 di Masetti.
("La leggendaria Targa Florio" - Pino Fondi - 1989)
Nella foto, l'immagine di quel "secondo" Goux, impegnato sulle impervie strade delle Madonie. La sua Ballot, quindi, sarà preceduta sul traguardo soltanto dalla Mercedes di Masetti. Avrebbe vinto Lui, Masetti, primo in 6.50'50'' ; Goux secondo in 6.52'37''
Targa Florio 1922 …. delle 3 Diatto in gara, una era di Massola ….
" ..... Medio Circuito delle Madonie, totale km 432. Partiti 42, di cui tre Diatto 2 litri Tipo 20 S - telaio corto touring - nella classe 1.501-2.000, che non arrivano al traguardo (piloti: Massola, Guido Meregalli, Domenico Gamboni) ....".
La Diatto 2 litri protagonista della foto proposta è quella di Massola.
("Diatto Story" - Sergio Massaro - 2001)
13^ Targa Florio - 2 Aprile 1922
Un nervoso nereggiare di teste sotto un cielo coperto : ecco lo sfondo al traguardo della Targa Florio che l'Automobile Club di Sicilia ha organizzato per la tredicesima volta. Quattro, nazioni in lotta coi loro guidatori più provetti, campioni italiani contro assi dell'automobilismo francese, tedesco ed austriaco hanno teso fin dalle prime ore di ieri l'animo di tutti.Termini Imerese nella notte da sabato a domenica ha accolto nelle sue case e nelle sue vie tutti gli appassionati che erano convenuti alle falde delle Madonie per assistere alla corsa. Quarantadue partiti, venticinque al traguardo e tra questi più stranieri in proporzione che italiani.
Le partenze sono incominciate puntualmente alle 6,30 . Da pochi minuti i cronometristi Tasca e Petrulle, assistiti dai signori Vincenzo Florio e Fabbre hanno dato l'ultimo via, che si apprende il primo incidente, per fortuna non grave: Kolowrat s'è fermato nei pressi di Caltavuturo per una panne, ripartendone quasi subito . Poi un colpo di petardo lacera l'aria, una piccola macchina rossa divora il corto rettilineo di arrivo è la « 501 » di Giaccone, che ha battuto il record sul giro detenuto da Sailer . Ancora qualche istante e uno svelto chassis azzurro s'ingolfa nelle curve su cui pare piegarsi per domare tutte le forze fisiche che si oppongono alla sua corsa: è Goux che ha sei minuti di vantaggio su Giaccone, e che ha realizzato nella salita Cerda-Polizzi il tempo migliore: 53 minuti, poi una lunga teoria di macchine che non scuotono la performance del guidatore francese , arriva Giulio Masetti che abbassa il tempo di Goux . Scomparsi molti concorrenti , la lotta si restringe a due piloti Masetti e Goux .Queste le prime due posizioni alla fine del terzo giro.
1^ Goux 5h 4',29", 2^ Masetti 5h 6',36". Inizia l'ultimo giro , altri interminabili minuti di passione. Nel silenzio assoluto delle tribune si mescola un brivido , quando si sente che a Caltavuturo, quasi al termine della salita ,Goux e Masetti sono giunti alla pari il loro tempo è 5h,34'. L'ultima salita verso Polizzi e la discesa verso Cerda decideranno la vittoria . Una nuova segnalazione piena di speranza a Collesano , Masetti transita in 6h ,29' , Goux in 6h ,31'.
Il duello è finito . Al Traguardo di Floriopoli irrompe velocissimo Masetti con il tempo totale di 6h,50',50" seguito da Goux con il tempo di 6h,52',37". Masetti viene portato in trionfo ha vinto la sua Targa Florio.
Targa Florio 1923 ... l'incendio delle tribune ....
Nella notte del 1° Ottobre 1923 un furioso incendio, impadronendosi del « villaggio » della Automobile Club di Sicilia a Cerda, divorava in brevi ore la maggior parte dei fabbricati. Aiutate da un vento persistente e favorite dal fatto della lontananza dei caseggiati da ogni centro abitato, le fiamme poterono compiere quasi intieramente la loro opera di distruzione.
Il guardiano addetto alla sorveglianza ed un piccolo gruppo di operai che procedevano ad alcune opere di ampliamento dei fabbricati, cercarono di difendere le costruzioni e le ricche suppellettili con i mezzi a disposizione: la scarsità d'acqua e la lontananza dalla Stazione ferroviaria furono complici del fuoco e del vento.
All'alba uno spettacolo di desolante rovina si presentò agli occhi dei Signori dell'Automobile Club giunti sul posto appena avvertiti per telegrafo: il fabbricato delle Tribune coperte completamente distrutto, crollato il tetto pittoresco in mattoni, crollate le due torricelle caratteristiche, lesionati i muri vicini della Tribuna dei Soci e di quella della Stampa. Il danno materiale era ancora più grave per la completa distruzione di tutta la suppellettile varia che normalmente era conservata nell'interno delle Tribune stesse. Ivi infatti erano ammassati tavoli. sgabelli, strumenti di segnalazione, il ricchissimo e sontuoso quadro dei tempi, i mobili per le cabine dei Commissari e tutto un vastissimo arredamento di bandiere, festoni e stoffe: tutto quel complesso di gaiezza che fa tanto pittoresco il « villaggio di Cerda » nelle riunioni internazionali.
Le lapidi che portavano incisi a caratteri d'oro i nomi dei gloriosi piloti, avvicendatisi dal 1905 ad oggi nel possesso dei ricchi premi dell' A. C. S. completamente incenerite dal calore infernale erano sparite: doloroso segno della furia degli elementi e melanconica traccia di un passato glorio so di vita sportiva. Vincenzo Florio, che trovavasi assente, a Parigi, fu avvertito per telegramma: rispose laconicamente che tutto si sarebbe rifatto e meglio e nel minor tempo possibile. I fatti tennero dietro al programma, così tacitianamente espresso: non a torto il motto dell'Auto mobile Club di Sicilia può compendiarsi nel classico « Acta non verba ».
Il ritmo dell'interesse internazionale incalzava verso il successo grandioso della 15^ Targa e della 6^ Coppa Florio: a tanta attesa occorreva corrispondere con l'interesse sportivo della riunione e con la degna cornice dei locali per il pubblico e per i servizi.
La decisa volontà dell' A. C. S. creò dalla rovina tutto un nuovo fasto di costruzioni. Ove aveva regnato il legname, la calce e le tegole, entrò, sovrano prepotente, il cemento armato: ove ogni ingrandimento sembrava costretto dalle antiche costruzioni la furia del fuoco aveva aperto il campo ad ogni trasformazione.
La Tribuna coperta, costruita in cemento armato ebbe per tetto una grandiosa gradinata, sormontata da una snella tettoia di variopinte tende: sui gradini sfolgorò il pubblico nella giornata del 27 Aprile 1924. La costruzione adibita a Tribuna per i Soci cambiò fisionomia e carattere: salì fino alle vette d'una torre di osservazione: al pianterreno funzionò il Restaurant: sopra trillarono nervosi i telegrafi e i telefoni e scricchiolò nervosa la penna febbrile dei giornalisti: al piano superiore si installò la attività oculata dei Commissari di Corsa; un altro piano fu destinato ai ragguardevoli personaggi del pubblico e infine, sulla terrazza che culminava la torre funzionò la segnalazione semaforica delle vetture che scendevano dalla collina di Bonfornello ; dall'altro lato la vecchia Tribuna della Stampa si mutò in « boxes ». Tutto ciò mutava faccia al vecchio fabbricato: ma le trasformazioni e gli ampliamenti non si fermarono qui.
La scarpata del quadro dei tempi fu attaccata, demolita, plasmata: Sorsero tre gradini per í pubblico: il Quadro dei Tempi salì ad una altezza imprevista e fu tutto di ferro, con caselle per 60 corridori, con una sua pittoresca capanna di servizio che si protese sulla strada, vivace di colore e di linea, come una sentinella avanzata: e, per permettere al pubblico di recarsi alla Tribuna coperta una passerella di ferro scavalcò la strada e si riallacciò ai vecchi fabbricati. Ma il cemento armato si impadronì ancora d'un altro importante ramo dell'attività di corsa. Anche i vecchi rifornimenti nelle capannucce di legno, distrutte dal fuoco, furono sostituite da una snella costruzione su pilastri in cemento: e sopra una lunga terrazza accolse il pubblico chi si aggirava dalle tribune sulla passerella, di qui per il quadro dei tempi e, dalle rampe erbose dietro la Torre di Osservazione, si inerpicava fino alle terrazze sui rifornimenti nel momento che febbrile, l'opera dei corridori aveva una sosta più veloce d'ogni inseguimento.
Tutte queste opere sorsero in poco più di due mesi: miracolo di volontà e di attività di dirigenti, costruttori e operai. E nessuna fantasia di scrittore potrà mai ridire la stupefatta, compiacente meraviglia che prese il foltissimo stuolo di spettatori allorchè, il mattino del 27 Aprile 1924, al vento tormentante che si abbatteva sulle nuove costruzioni di Cerda, rispondeva il garrire variopinto e luminoso delle mille bandiere multicolori e delle fronde verdi alternate all'oro dei frutti di limone e l'ansito tumultuoso della grande tenda sulle gradinate che palpitava come di una nuova vita di vittoriosa volontà.
Targa Florio 1923 ... una Targa in tono minore ..
E' il Medio Circuito delle Madonie. Nel 1923 la Targa non riscosse lo stesso successo di partecipazioni dell'anno precedente. Tuttavia, c'era da registrare la presenza di piloti di gran rilievo. L'Alfa Romeo dominò la corsa, anche se il finale fu piuttosto drammatico. Vinse Sivocci seguito da Ascari, mentre Masetti arrivò quarto.
("La leggendaria Targa Florio" - Pino Fondi - 1989)
La foto che proponiamo è davvero spettacolare. Il pilota è Ascari e la vettura è la sua l'Alfa. Ma su quell'Alfa, oltre al previsto meccanico, altri ospiti .... Quella era la Targa Florio .... una gara unica ! Curiosità : siamo nei pressi di Floriopoli. Quelle palizzate ai margini del tracciato furono realizzate utilizzando materiale bellico dismesso dalla fabbrica di aereoplani Ducrot di Palermo; sono le eliche in legno che Florio fece recuperare nell'occasione ... davvero incredibile ...
Targa Florio 1924 ... una gara persa a soli 40 metri dallo start ....
E' il Medio Circuito delle Madonie. Ascari ! Ascari ! Vinceranno ancora i tedeschi della Mercedes? Da Ascari, su Alfa, la folla si aspetta il miracolo. Ma, a quaranta metri dallo striscione d'arrivo , il motore si arresta. Non c'è verso di riavviarlo. E sfortuna vuole che quei quaranta metri finali siano in leggera salita. Stremato, Ascari prova a spingere la macchina a forza di braccia. Generosi, ma ingenui, accorrono i meccanici, per dargli una mano. E' la squalifica. I commissari esigeranno che la macchina venga riportata nel punto preciso della "panne", e che il povero Ascari s'arrangi con le proprie forze. Minuti preziosi, e intanto arrivano gli altri.
("Quattroruote" - maggio 1962)
Ma,in ogni caso, niente da fare ; sarà comunque squalifica. La vittoria sarebbe andata a Christian Werner, su Mercedes, alla media di 66,01 km./h., con Masetti secondo, su Alfa Romeo e Bordino terzo, su Fiat.
Nella foto-cimelio : il vincitore Christian Werner, accompagnato ( a destra ) da Ferdinand Porsche.
Targa Florio 1924 ..... Bordino tentò con la piccola Fiat 1500 SS ....
Pietro Bordino, con Nazzaro e Ascari, fu uno dei maggiori piloti italiani degli anni venti, famoso in particolare per lo stile di guida. Anche il suo nome, come quello di Nazzaro, è legato a successi sportivi della Fiat. La sua fama declinò con il sorgere dell'astro Nuvolari e con il predominio delle Alfa Romeo.
Bordino era figlio del custode della Fiat, avrà avuto una quindicina d'anni ed in più conosceva a memoria un motore, e pesava poco. Tutte qualità che non sfuggirono a Vincenzo Lancia.
Successe una volta quasi per caso: Lancia invitò il ragazzo a salire sulla macchina per una prova. Da allora Lancia e Bordino fecero coppia fissa.
Nel 1913, data anche I'amicizia col suo maestro, guidò una Lancia all'ottava Targa Florio che si disputava sul piccolo giro di Sicilia (km 965) in due tappe. Si fece subito notare per quella che sarà la caratteristica del suo modo di guidare: I'irruenza. Nella prima tappa fu terzo dietro a Marsaglia e a Nazzaro. Nella seconda, mentre Nazzaro compiva una delle sue corse più belle e calcolate, Bordino sbagliò percorso e dovette rinunciare a un ottimo piazzamento. Arrivò ottavo. Nel 1921 capeggia la squadra della Fiat alla Targa Florio. Gli sono compagni Minoia, Giulio Masetti, Bergese Giordano, Pellegrino, De Seta, Mari, Trombetta, Piro, Gasperini. Ma la Targa non portò fortuna a Bordino che dovette ritirarsi.
Nel 1924 ritentò l'avventura della Targa Florio, che gli sarà sempre proibita, come sarà proibita ad Antonio Ascari. Quell'anno Bordino fu addirittura colto da insolazione e dovette cedere la macchina a Nazzaro.
Nella foto : una davvero bella immagine della Fiat 501 speciale 1,5 di Pietro Bordino alla Targa Florio del 1924; vettura ritirata nel corso del 5° giro per principio di incendio, con pilota e meccanico intossicati, quando al volante era Felice Nazzaro che, iscritto come pilota di riserva, aveva preso il posto di Bordino, esausto, al termine del 4° giro.
1924 Il dispiacere di Wagner
All'arrivo di Wagner è avvenuto un doloroso incidente. Un soldato imprudentemente attraversava la strada quando Wagner sopraggiungeva come un bolide, e tamponava violentemente il milite col radiatore, scaraventandolo lontano. Si temette una mortale sciagura, ma il soldato e' stato raccolto subito e trasportato all'ambulanza, dove gli venne riscontrata la commozione generale, ma nessuna frattura. Dopo una sommaria medicazione, veniva adagiato su un'autoambulanza e trasportato a Palermo. Il suo stato, pur essendo grave, non e'disperato.
Targa Florio 1925 ... il circuito ? ... un bilardo !
E' il Medio Circuito delle Madonie. Basta con la polvere !. Chiamato, da Florio, l'Ing. Piero Puricelli, ha trasformato il circuito in un biliardo. Ad oltre 71 di media, vince Costantini su Bugatti. Ad una curva s'è capovolta la Peugeot di Dauvergue. Nella botta si sfascia una tanica piena di benzina e qualche scintilla, fuoriuscita dallo scappamento, accende un rogo. Masetti si ferma, carica il ferito e lo trasporta al più vicino ospedale. Se la caverà.
("Quattroruote" - maggio 1962)
Nella foto: uno spettacolare passaggio della mitica Bugatti a Floriopoli
1925 Quei "poveri" soldati feriti
Cerda 5 maggio 1925
Ieri nel pomeriggio un autocarro militare carico di soldati che ritornavano da Cerda, dove erano stati in servizio di ordine pubblico per la Targa Florio, volendo sorpassare una vetturetta, rimbalzava violentemente, rovesciandosi. Dieci soldati rimasero feriti. Trasportati al vicino ospedale, furono giudicati guaribili dai 10 al 20 giorni
Targa Florio 1926 : Giulio Masetti tradito dallo sterzo difettoso
" …… Giulio Masetti, in tutti gli sport a cui si era dedicato con assoluta professionalità, dall'atletica leggera al tennis, dal football all'ippica, dalla caccia alla pesca, al ciclismo, aveva sempre dimostrato di essere un atleta leale e intelligente. Provata l'ebbrezza della guida, e quindi della velocità, si appassionò a tal punto alle corse da formare un gruppo che, oltre al fratello, includeva i più bei nomi dell'automobilismo sportivo, veri gentlemen come Nicolini, Brilli-Peri e Cercignani, che negli anni eroici fecero onore alla Toscana. Appartenente ad una delle famiglie più nobili ed antiche di quella regione, nativo di Bagnano, ma con grandi possedimenti a Vinci, la città del grande Leonardo, era sempre gentile e sorridente, amante dello scherzo, ma sottilmente sarcastico e pungente come tutti i suoi conterranei.
La sua carriera inizia nel 1919 con la Targa Florio, nella quale si classifica quarto assoluto su Fiat, ma non appena dopo dieci mesi, sul circuito del Mugello, vinto da Giuseppe Campari, compie il giro più veloce sbalordendo tutti gli addetti ai lavori.
Di nuovo alla Targa Florio del 1921, sempre su Fiat, si aggiudica il primo posto assoluto. Su Mercedes, alla Coppa dei Gentlemen di Brescia, ottiene un meritatissimo primo posto, come pure alla Coppa della Consuma, oltre al giro più veloce sul circuito del Mugello, che vide l'affermazione di Alfieri Maserati. Passato all'Alfa Romeo, nella Targa Florio del 1923 conquista un onorevole quarto posto e il primo di classe al circuito del Mugello, dietro a Brilli-Peri ma precedendo Antonio Ascari; trionfa ancora nella Coppa del Mugello, è primo di categoria nella gara in salita Susa-Moncenisio ed è secondo assoluto nella durissima e difficile Corsa del Klausen. Nel 1924, secondo assoluto nella Coppa e Targa Florio. In campo internazionale, con la Sunbeam, è terzo al GP di Francia e primo assoluto nella Corsa del Klausen, battendo piloti del calibro di Divo alla guida della celebre Delage di 5 litri, aggiudicandosi anche il record assoluto.
Quindi nella 200 Miglia di Brooklands taglia il traguardo a ridosso del celebre Seagrave. Sebbene più volte avesse battuto piloti come Divo, Wagner ed altri, conservò sempre la sua modestia ed infinita disponibilità verso tutti. All'inizio della diciassettesima Targa Florio, a causa della rottura dello sterzo per difetto di fusione, nell'impossibilità di poterla governare, si sfracella con la sua vettura, rimanendo imprigionato fra i rottami e morendo sul colpo … ".
( Peppino Valeri - Auto d'Epoca - Giugno 2010 )
Nella foto : Targa Florio 1926 - la Delage 2LCV di Giulio Masetti alla partenza della sua sfortunata ultima gara.
Targa Florio 1926 ... muore Giulio Masetti, l'idolo delle Madonie ...
I fotografi che gli anni passati si spargevano lungo il percorso per fissarne le fasi più emozionanti, hanno altro da fare . Sono tutti in tribuna . Inesauribile, Florio ha bandito un premio per la più bella istantanea . Alla curva di Sclafani, a 25 chilometri dalla partenza, pochi pastori sono testimoni oculari di una tragedia ; Giulio Masetti, questa volta su Delage , imbocca la svolta a velocità eccessiva e rotola lungo la scarpata . Fù un attimo .
("Quattroruote" - maggio 1962)
L'immagine è un "cult" di Targa Florio. Le cause di quel mortale incidente di Masetti non furono mai chiarite del tutto. Si giunse alla conclusione che quell'uscita di strada fosse stata provocata da un'anomalia nel funzionamento dei freni, un inconveniente di cui le Delage soffrivano.
Targa Florio 1926 : Meo Costantini stupisce tutti.
" …… Durante il quarto giro si ritiravano De Sterlich, Moravitz e Sillitti mentre Costantini e Minoia continuavano la loro marcia regolare.Nell'ultimo giro, Bartolomeo Costantini stabiliva il record sul giro, dimostrando non solo la resistenza del suo fisico, ma anche l'affidabilità del suo mezzo.Seguono in classifica Minoia, il francese Goux su Bugatti e Materassi su Itala. Maserati era stato l'unico, nella categoria 1500, ad aver portato alla vittoria i colori nazionali.
Grande meraviglia destava il comportamento di Costantini che, a differenza degli altri piloti, non solo non si era mai fermato per noie meccaniche o altro, ma addirittura giro dopo giro aveva regolarmente migliorato i tempi stabiliti l'anno precedente. Un miracolo mai verificatosi sul circuito delle Madonie. Questo, anche per i pneumatici, poiché tutti indistintamente, essendo la strada ogni anno sempre più rovinata, avevano fatto almeno un cambio di pneumatici per ogni giro, mentre Costantini aveva sostituito l'intero treno al terzo giro, non per necessità ma solo per prudenza, facendo anche il rifornimento.L'anno precedente Costantini, sempre su Bugatti, quarto in classifica dopo il primo giro, passava terzo dopo il secondo, e primo dopo il terzo giro e mai più raggiunto.Nell'edizione del 1926 era stato al comando dall'inizio falla fine. Pure questo fu un fatto nuovo, poiché nella corsa siciliana il leader iniziale non era mai stato il vincitore finale.
Anche questa consuetudine si era infranta. La marcia regolare di Costantini e della Bugatti sfatava una leggenda: sulle gomme, sulle partenze, sugli arrivi e sui tempi.Anche un'altra marca, peraltro vincitrice della categoria 1100, aveva trionfato alla Targa, aggiungendo un'altra vittoria alle tante ottenute su tutti i tracciati, riconfermandosi senza rivali e riuscendoci magnificamente. Le tre Salmson, di Borzacchini, Rallo e Geri, giunsero al traguardo rispettivamente prima, seconda e quarta alla media di circa 62 Km/h, fornendo una splendida prova di velocità e resistenza ….. "
( Peppino Valeri - Auto d'Epoca - Giugno 2010 )
Nella foto : Targa Florio 1926 - uno spettacolare passaggio della Bugatti di Meo Costantini.
Targa Florio 1926 ….. Benoist si ritira dopo l'incidente di Masetti
Quella proposta è una immagine "cruda" nella sua "valenza" di testimonianza storica. Robert Benoist rientra ai box di Floriopoli ed abbandona. Il francese è stato tra i primi soccorritori del povero Masetti, come testimonia la sua tuta macchiata di sangue.
Targa Florio 1926 … quella Diatto 25S di Diego De Sterlich ….
" ....Organizzazione: Auto Club di Sicilia. Medio Circuito delle Madonie. Percorso: Cerda - Caltavuturo - Polizzi - Collesano - Campofelice - Cerda. Km 108 x 5 giri = km 540. Partiti 26, classificati 12.
Partecipano due Diatto 3 litri. La prima, al volante Victoria, si ritira al primo giro; la seconda è una Diatto 25 S , pilotata dal Marchese Diego De Sterlich che esce al terzo giro, mentre si trova in ottava posizione. E' la vettura visibile nella foto proposta ....".
("Diatto Story" - Sergio Massaro - 2001)
Targa Florio 1927 ..... un infinito stuolo di Bugatti ........
" .... E' il Medio Circuito delle Madonie. Quando tornò in Sicilia per la terza volta, Costantini aveva ormai abbandonato l'abitacolo del pilota per diventare Direttore di Squadra, o meglio Direttore Sportivo in senso generale, poichè la sua assistenza non riguardava soltanto i piloti ufficiali della Casa Bugatti, ma anche i privati che avevano iscritto le loro Bugatti all'unica corsa del mondo in cui quelle vetture potevano, senza ombra di dubbio, far sfoggio di tutte le loro qualità. La Targa Florio del 1927 fù letteralmente dominata dalle Bugatti, infatti delle otto vetture che portarono a termine la competizione entro i limti di tempo massimo, ben cinque furono Bugatti .."
L'immagine che proponiamo ritrae una di quelle Bugatti alla Targa del 1927; è quella di Materassi che riparte dopo un rifornimento. Vincerà con un tempo di 7.35'55'', ad una media di ben 71,06 km/h.
Targa Florio 1927...quella Bugatti e l'agrumeto
XVIII Targa Florio 24 Aprile 1927
Dopo una sbandata per schivare un sasso, la Bugatti T39A di Louis , "Sabipa" Charavel atterra in un agrumeto 15 metri sotto il livello della strada .
Per la foto si ringrazia Carlo Giustiniani
Targa Florio 1928 ... c'era anche quel "gladiatore" di un Campari .....
" ... Si era nel 1928 e quell'anno il capo della Squadra dell'Alfa Romeo, Campari, aveva tutti gli attributi del gladiatore : atticciato, di pelle olivastra, era tuttavia di carattere bonario e covava in cuor suo la segreta ambizione di diventare un famoso cantante. La sua guida ricordava quella di Lancia, infatti, simile in questo al grande conduttore della Fiat di vent'anni prima, egli maneggiava le vetture come fossero state dei cavalli allo stato selvaggio, che occorreva domare e sottomettere.
L'Alfa Romeo, che si dedicava ormai alle competizioni con grande impegno, aveva iscritto alla gara il modello a 6 cilindri, con compressore, che poche settimane prima aveva vinto nella Mille Miglia; si trattava di una vettura dall'estetica poco riuscita a causa della coda mozza, del serbatoio esterno molto visibile, delle batterie, del sebatoio di riserva dell'olio e della ruota di scorta montati posteriormente. La Casa aveva deciso di correre senza affiancare un meccanico al pilota, ritenendo, per quanto riguardava il cambio delle gomme, di potere fare affidamento sulle quattro o cinque piccole stazioni di servizio disseminate lungo il ciurcuito ... "
("Il romanzo della Targa Florio" A.F.Bradley - 1965)
Nella foto proposta : L'Alfa Romeo 6C 1500 MMS n.16 di Giuseppe Campari - il "gladiatore" - con berretto ed occhialoni; è una bellissima immagine, che testimonia cosa volesse significare, allora, essere pilota d'automobili. Quell'Alfa finirà seconda, dietro la Bugatti 35 B/2,3 di Albert Divo.
Targa Florio 1928 ... vinse Albert Divo su Bugatti ... ma quel Chiron ...
" ... Fra tutti i conduttori Louis Chiron era uno dei pochi che dava l'impressione di godersela un mondo, dal principio alla fine della gara. Quando Florio aveva aumentato il percorso, portandolo da cinque a sei giri, egli stesso ritenne, d'accordo con la maggioranza dei piloti, di avere realmente posto un limite massimo alla resistenza umana; ma Chiron, dopo essersi piazzato quarto con la sua Bugatti, distaccato di sette minuti dal vincitore, continuò a filare per la salita. Soltanto quando, giunto alla stazione di rifornimento della zona montana, constatò che i meccanici erano già andati via o si accingevano a farlo, capì che la corsa era terminata. Dopo aver dunque percorso 6 giri, tornò ai boxes in cerca di Vincenzo Florio, al quale dichiarò : "E' una gran bella corsa, ma perchè non sventolate una bandiera per avvertire quando è finita ? ..."
("Il romanzo della Targa Florio" - A.F. Bradley - 1965)
La proposta foto con Albert Divo è "famosissima" .... ma non si può non riproporla.
Targa Florio 1928 ..... la Bugatti di Scianna a Floriopoli ....
La foto, proveniente dall'archivio storico dei fratelli Santi e Toti Sutera, ci fa apprezzare il "muso" dell'elegante Bugatti 37 n.26 di Giovanni Scianna, nel corso di una fermata al box di Floriopoli.
La foto è un concentrato di curiosità. A parte l'abbigliamento di coloro che appaiono essere il pilota ( Scianna ), il meccanico ( forse quello di spalle sulla sx ? ) e gli assistenti vari, si colgono due particolari curiosi, legati - probabilmente - alle necessarie operazioni per il rabocco dell'acqua nel radiatore.Delle due l'una : o quel signore con cappello sta portando acqua, dentro quella bottiglia, per il radiatore, oppura porta vino ( ? ) ....... . Intanto l'altro "assistente", quello con la "coppola", pare stia utilizzando un artifizio davvero singolare per svitare il tappo del radiatore, verosimilmente a temperature stellari.Pare, infatti, abbia arrotolato attorno al tappo quello che sembra una corda ( in cuoio ? ) assicurata, dall'altra estremità, alla sua mano ..... ; la corda è tesa ..... pare la stia "tirando" il singolare "attrezzo" per svitare il tappo .......Chissà se le cose stavano veramente così, come noi lo stiamo immaginando .......
L'Associazione Culturale Amici della Targa Florio ringrazia nuovamente i fratelli Santi e Toti Sutera per il prezioso materiale storico messo a disposizione di questo nostro sito.
Targa Florio 1929 - I box della Bugatti a Polizzi ....
" ....Il lavoro ai boxes della Bugatti, nel villaggio di Polizzi, veniva svolto con un'efficienza perfetta: un colpo di mano e il tappo del radiatore saltava, due colpi sulla coda della vettura e saltavano i tappi dei serbatoi del carburante da uno dei quali usciva aria, mentre l'altro era pronto a ricevere il tubo attaccato al barile issato su un treppiede. Ancora tre colpi e tutti i tappi tornavano ai loro posti.
Con azioni quasi contemporanee la vettura veniva sollevata sia anteriormente che posteriormente e si provvedeva al cambio delle gomme e delle ganasce dei freni, mentre il conduttore beveva un sorso d'acqua e al meccanico veniva permesso, secondo gli ordini impartiti da Costantini, d'ingollare un mezzo bicchiere di spumante.
Durante le operazioni non veniva pronunciata neppure una parola (così voleva Costantini), ma appena la vettura era ripartita, dopo una sosta di soli cinquantasette secondi, i meccanici raccattavano gli attrezzi e davano sfogo alla loro tensione pronunciando una parola divenuta celebre dopo la battaglia di Waterloo ...".
(Il romanzo della Targa Florio - A.F.Bradley - 1965)
Nella foto : La Bugatti di Minoia a Polizzi.
Targa Florio 1929 ... com'era Floriopoli, allora ....
" ... La partenza è ormai prossima. Le macchine attendono in una lunga fila con accanto i piloti, i meccanici e gli immancabili curiosi, pronte a lanciarsi nella grande avventura. La prima, con il numero venti, è l'Alfa Romeo del toscano Gastone Brilli Peri, che alla fine conquisterà la terza posizione, a ridosso di Divo e Minoia, entrambi su Bugatti ..."
("Un mito. La Targa Florio" - Banco di Sicilia - Fondazione Mormino - 1988)
Targa Florio 1929 ... clamoroso
Targa Florio 1929 ... clamoroso ... anche Wagner passa alla Bugatti .....
E' Medio Circuito delle Madonie. Nel 1929, anche il campione della Peugeot, Louis Wagner, passò alla Bugatti. Nella foto proposta, accanto alla vettura, a destra, è visibile Meo Costantini, prima guida e nello stesso tempo direttore sportivo della squadra del costruttore di Molsheim. Wagner finirà col ritirarsi ; la Targa la vincerà Divo, su Bugatti, ad una media di 74,36 km./h.
Targa Florio 1929 ... l'Alfa Romeo di Campari ...
" ...... Da un certo punto della zona di montagna ai giornalisti era possibile guardare oltre il fondovalle e vedere le macchine apparire dieci minuti buoni prima che arrivassero, o meglio si vedevano sbucare, sparire, poi sbucare di nuovo, perché nei tratti in discesa di tanto in tanto erano celate alla vista da folti di ulivi o di piccole querce, mentre lungo la salita ogni tanto sparivano dietro il monte in cui era stata tracciata la strada.
Nonostante la distanza, chi era appostato lassù non ebbe dubbi, scorgendo una vettura rossa pilotata da un conduttore di forte corporatura, che si trattasse dell' Alfa Romeo 1750 cc, pilotata da Campari, mentre la macchina azzurra che la seguiva, distante alcuni chilometri, poteva essere soltanto quella di Divo. Campari, che aveva preso il via per primo, precedendo Divo di dodici minuti, era il prediletto del pubblico e oltre alla lunga serie di trionfi riportati, anche il suo aspetto fisico ispirava fiducia nelle sue capacità, grande e grosso com'era.
Quel giorno, tuttavia, Campari non era in ottima forma ed in seguito egli stesso ammise di aver commesso degli errori, errori che nessuno aveva rilevato, aggiungendo che il « contagiri era più veloce della macchina » .... ".
(Il romanzo della Targa Florio - A.F.Bradley - 1965)
Nella foto : l'Alfa Romeo di Campari ai box di Floriopoli.
Targa Florio 1929 ... niente da fare per la Maserati di Borzacchini ..
" ... Nonostante tutti gli sforzi, i due « grandi» dell'Alfa Romeo non riuscirono a raggiungere le Bugatti. Se anche i conduttori non avevano nulla da invidiare gli uni agli altri in fatto di perizia, è innegabile che le macchine italiane non disponevano della meravigliosa tenuta di strada che era una caratteristica delle Bugatti. Più e più volte il primato sul giro fu battuto da Divo, da Minoia e dall'irruento Borzacchini, al volante della otto cilindri Maserati, ma le velocità raggiunte portarono, come era naturale, le loro conseguenze: alla Bugatti di Wagner si ruppero le teste dei pistoni, un grosso sasso ruzzolato dalla parete della montagna eliminò la vettura di Conelli, mentre Lepori dovette ritirarsi per la rottura delle molle delle valvole ...".
(Il romanzo della Targa Florio - A.F.Bradley - 1965)
Nella foto : La Maserati di Borzacchini ai box di Floriopoli.
Targa Florio 1929 ..... Divo era in giornata felice .....
" ...... Divo, invece, era in una giornata felice e il fatto che non perdesse mai di vista Campari era una prova irrefutabile che aveva diminuito la distanza; inoltre egli era deciso non soltanto a effettuare il percorso con un tempo migliore ma addirittura a superare l'avversario anche nelle posizioni di corsa.
Si era ormai al terzo giro e Divo guidava con ogni nervo teso, ingranando la seconda ove sarebbe stato normale ingranare la terza, frenando con sempre maggior ritardo su ogni curva, mentre l'ago del contagiri toccava la zona rossa oltre il segno dei 5000; il meccanico guardava ansioso il termometro che saliva lentamente oltre i cento gradi, sia pure consolandosi al pensiero che il Prestone non evaporava fino a circa 180 gradi.
Un metro dopo l'altro la Bugatti guadagnò terreno sull' Alfa, finché, subito dopo una curva a forcella, il francese superò l'italiano ed i giornalisti, sebbene avvezzi a tali colpi di scena, non seppero trattenere un grido di ammirazione. Ormai sicuro di non aver più nulla da temere, essendo spalleggiato dal robusto compagno di squadra Minoia, Divo si concesse il lusso di guidare, come disse poi lui stesso, da « bravo papà » ....".
(Il romanzo della Targa Florio - A.F.Bradley - 1965)
Nella foto : Divò vittorioso a Floriopoli.
Targa Florio 1929 ..... la Bugatti di Candrilli
Dall'archivio storico dei fratelli Santi e Toti Sutera è saltata fuori questa fotografia. Sul retro una annotazione, di pugno : " ... A Polizzi Generosa il 25 aprile 1929 ...".
Se l'anno è quello giusto, quella dovrebbe essere la Bugatti 35 2,0 n.32 di Saverio Candrilli, ritirata nel corso del 2° giro per noie al motore.
Ciò che colpisce è il contrasto tra la presenza di quella vettura, simbolo della tecnologia e della modernità, ed il contesto del paesaggio, che oggettivamente esprime, in quel lontano 1929, povertà ed arretratezza.
Targa Florio 1930 ... vince Varzi, su Alfa, tra fuoco e fiamme ...
" ..... Nomi importanti : Campari, Varzi. Nuvolari, Borzacchini. Cè anche Ernesto Maserati su Maserati ed il giovanotto Chiron. La gara sarà tutta un dialogo, botta e risposta, tra la Bugatti di Chiron e l'Alfa di Varzi. Primo, Varzi, con due minuti di distacco. Ma subito all'infermeria ! Deve farsi medicare parecchie dolorose scottature. E' accaduto, in piena corsa, che dall'Alfa di Varzi si è staccata la ruota di scorta, e la ruota - staccandosi - ha fatto uno strappo nel serbatoio della benzina. Varzi intuisce, dagli scoppiettii del motore, di essere quasi a secco. Alla prima stazione di rifornimento afferra una latta di benzina e nemmeno si ferma. La versa col motore acceso e la macchina in corsa. Il polso di Varzi è saldo, ma un pò di benzina si sparge e gocciola sul tubo di scappamento. Attorno alla macchina incominciano a guizzare le fiamme. Varzi fà segno al meccanico di spegnerle a colpi di cuscino. E per fargli spazio guida con le braccia di traverso, rannicchiato in un angolo ...".
("Quattroruote" - maggio 1962)
Nella foto proposta : Eccolo, il grande avversario di Nuvolari ! Ecco Achille Varzi, l'nsuperabile stilista del volante, ripreso sulla potentissima Alfa Romeo P3 ( una vera "formula uno" dell'epoca), con cui trionfa nell'edizione del 1930.