Storie di Targa 1967/1977

Ecco una foto molto particolare di Targa 1967.

Al Bivio Caltavuturo Ferdinando Latteri, alla guida della Ferrari Dino 206S iscritta dalla Scuderia americana N.A.R.T. - North American Racing Team - di Chinetti, verosimilmente nel corso del primo giro di gara, "chiude" in maniera a dir poco "decisa" la Porsche 910/8 ufficiale di Mitter - Davis.

Le vetture, dopo il contatto, proseguiranno la loro gara senza danni di rilievo.

Ferdinando Latteri completerà i primi tre giri di gara e poi il subentrante compagno Ignazio Capuano patirà un incidente in fase di sorpasso all'Alfa Romeo 33 Autodelta di Nino Todaro.

La 910/8 patirà invece un successivo incidente e sarà costretta al ritiro completando soltanto il primo giro.

La cosa particolare, quale singolare sviluppo di quell'episodio, è che la settimana successiva alla gara Ignazio Capuano fù destinatario di una sorta di "nota di lamentela" proveniente da Stoccarda, nella persona di Von Hanstein, Direttore Sportivo Porsche, personaggio apicale della casa di Stoccarda che aveva avuto modo di conoscere bene Capuano nell'occasione delle gare di Campionato Europeo della Montagna della Stagione 1966, al quale partecipava la Porsche direttamente, e con piloti di punta come Mitter o Herrmann, mentre Capuano gareggiava con una 906 come "cliente Porsche".

A causa di una evidente non puntuale informazione nei reports "post gara" della Squadra dopo la trasferta siciliana, la "lamentela" era legata anche ad un manifestato certo contestuale "stupore" per l'atteggiamento poco "amico" che Capuano avrebbe riservato in gara ad una vettura ufficiale Porsche.

Capuano chiarì che alla guida, in quel momento, non fosse Lui, bensì il compagno Latteri e la cosa finì lì.

L'episodio conferma quanto in Casa Porsche fossero davvero "attenti" a tutti i particolari ed a tutti gli episodi di gara ……

La foto proposta è di Gianni Galletta, dallo stesso liberamente pubblicata sul web e da noi ripresa.

Targa Florio 1967 - La Chaparral 2F

" Madonna bedda ! ".

Non riuscì a dire altro quel contadino siciliano che curava il suo uliveto il 14 maggio 1967, giorno della Targa Florio.

I rami più alti degli alberi vicini alla strada erano stati schiantati dal tornado innescato dall'alettone della Chaparral 2F, telaio 00 l, numero di gara 222, guidata da Phil Hill - Hap Sharp.

Era la prima volta che, su quelle strade, si vedeva una macchina alata.

E che ala: enorme, lassù in alto sopra le ruote posteriori. E si muoveva.

Phil Hill ricordava, ridendo, lo spavento degli spettatori siciliani alle verifiche tecniche quando lui si divertÌ a cambiare l'incidenza dell'ala.


* * *

Prima che la F 1 "inventasse" l'alettone mobile, Jim Hall, progettista della Chaparral, lo aveva già utilizzato sulla 2F : massima incidenza nelle curve, per aumentare l'aderenza ; orizzontale in rettilineo.

Il comando era a pedale: grazie al cambio automatico a convertitore di coppia, il piede sinistro del pilota non aveva altro da fare.

Le innovazioni della 2F erano tante, non solo aerodinamiche.

Erano talmente numerose che gli europei, nel loro inguaribile complesso di superiorità, nemmeno si sforzarono di capirle.

Solo Carlo Chiti, allora progettista e responsabile tecnico Autodelta, si avvicinò alla 2F/002 nei vecchi garage del Nurburgring e diede una gran sberla al parzializzatore dell'uscita d'aria anteriore per verificare se si muovesse.

Sembrava assurda quell'apertura anteriore quando i radiatori erano ai lati dell'abitacolo (Ferrari e Ford non li avevano ancora).

Infatti, era parte di un dispositivo aerodinamico per creare deportanza all'avantreno e bilanciare l'effetto cabrante dell'ala posteriore.


L'aria usciva verso l'alto dal cofano anteriore e il parzializzatore si apriva sempre più a velocità superiori a 190 km/h. Semplice, efficace, senza creare resistenza addizionale.

Il telaio era in vetroresina, riciclato da quello del modello 2A del 1964 nella 001 e da quello della 2D 1966 nella 002.

Entrambi gli esemplari adottavano lo stesso parabrezza e abitacolo della 2D.

In corsa, fu il cambio automatico a creare problemi che costrinsero la vettura a una terrificante serie di ritiri: 8 su 8 partecipazioni, comprese Monza e Le Mans.

Fu solo all'ultima prova del Mondiale 1967 che una preparazione ancora più accurata del solito, qualche modifica indovinata all'interno del cambio (grazie al contributo dei reparti Ricerca & Sviluppo della General Motors con i quali lavorava Jim Hall), un po' di fortuna, portarono la 2F /001 di Phil Hill - Mike Spence alla vittoria nella Boac 500 a Brands Hatch (Inghilterra) il 30 luglio.

La 2F concluse da vincitrice la sua breve carriera e portò Phil Hill alla vittoria nella sua ultima corsa.

Nonostante i risultati deludenti, la Chaparral2F è una pietra miliare nell'evoluzione delle vetture Sport-Prototipo: Jim Hall è stato uno dei più grandi innovatori nella storia delle competizioni, esempio di "pensiero libero" alla ricerca di soluzioni aerodinamiche e strutturali sorprendenti.

L'utilizzo dei compositi non metallici per la scocca, il cambio automatico e, soprattutto, lo studio aerodinamico fecero scuola.

Da allora, iniziarono a spuntare le ali sulle monoposto e poi anche sui prototipi europei, ma ci volle qualche anno perché venissero acquisiti i concetti aerodinamici che Jim Hall aveva già applicato con risultati positivi nella sua 2F.

* * *

Il testo è tratto da "L'epopea delle Sport e Prototipi" di Aldo Zana (Giorgio Nada Editore)


La foto proposta mostra la poderosa Chaparral 2F ferma a Floriopoli. Davanti a lei Giancarlo Baghetti ( a sx. ) e Umberto Maglioli ( a dx. )

Si ringrazia l'amico Antonio Faulisi

Targa Florio 1967 ... quella "americana" Chaparral 2F

La foto che proponiamo ritrae una meravigliosa Floriopoli nel corso delle prove ; tra le tante vetture inquadrate, la mastodontica Chaparral 2F bianca n.222 e, vicina a lei, la TZ1 "speciale" verde n.160 con uno stempiato Toti Sutera, in occhiali da sole, con il braccio appoggiato sul cofano posteriore.

Toti Sutera è un Amico dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

Alla Targa Florio del 1967 c'era anche l'Alfa Romeo Giulia TZ1 "speciale" 1,6 n.160 di Pietro Lo Piccolo e Salvatore (Toti) Sutera, iscritta dalla Scuderia Pegaso - Palermo.

Quello fù un anno con partecipazioni veramente strepitose, per la storia della Targa e, tra le tante, anche quella dell'impressionante Chaparral 2F ……..

Ai box di Floriopoli, per le prove ufficiali, le attenzioni pareva fossero quasi tutte per quello strano oggetto americano, come era giusto che fosse, ma accanto alla Chaparral poteva anche starci - come mostra la foto - quella privata TZ1, anche lei con lo sportello di destra aperto, col suo n.160, col suo strano colore verde, e con quella "irrituale bombatura" sui parafanghi posteriori …chissà poi perché …..

L'amico Toti Sutera ci ricorda che quella TZ1 era tutta verde, con la parte centrale del cofano anteriore bianca, ed esponeva lateralmente gli adesivi del preparatore "Giliberti", che aveva convinto Pietro Lo Piccolo, proprietario della TZ1, ad una trasformazione che - nelle intenzioni - potesse migliorarne la stabilità, ritenuta da Lo Piccolo non ottimale ; ed ecco l'idea (di Giliberti) : sostituire i cerchi e le gomme posteriori "standard" di quella TZ1 addirittura con quelli/quelle delle esordienti Alfa 33 ufficiali.

Quelli che si dicevano "in giro" essere ottimi rapporti con Chiti avevano consentito ad Angelo Giliberti di poter disporre di quei cerchi e di quelle gomme da "Alfa 33" ; ed allora …. in officina a lavorare sulla carrozzeria …. per fare entrare "con forza" quei cerchi ……

Proprio a causa di quelle modifiche - che fecero "sballare" gli assetti originari - quella TZ1 partì tra le "Sport-Prototipi - classe da 1001 a 2000 cc"; una vera follia, considerati li avversari.

Era una soluzione "alla garibaldina" , e durante le prove e la breve gara fu un tormento ….

Nonostante la carrozzeria allargata, ad ogni curva quelle gomme posteriori "toccavano", ed un acre ed insopportabile odore di gomma bruciata entrava in macchina. Quella coda tronca, con i particolari vortici che creava, era la causa di quel "ritorno d'aria" dal posteriore, " a ritroso" dentro l'abitacolo ……

E poi proponiamo questo altro ricordo particolare ….. di gara … di Toti Sutera …..

" …… Ero da poco uscito dall'abitato di Collesano …. a circa 3 chilometri dal paese …. con la TZ1 facevo le mie traiettorie in quell'impegnativo tratto in discesa …… strada stretta …… allora molto malmessa ….. ed "a schiena d'asino" …… quando ….... dallo specchietto … vedo la bianca Chaparral ….. la incontravo lungo il circuito ( prove / gara ) per la prima volta ….. mi raggiunse … era un bestione e sul quel budello di strada faceva paura …. mi feci subito da parte ….. dopo il sorpasso mi rimisi velocemente in coda per non perdere la concentrazione ….. e soltanto allora mi resi conto di essermi imbattuto in qualcosa che non avevo mai provato …… in Targa ….. in quei pochi istanti dietro l'americana …… la TZ1 era divenuta quasi inguidabile…. Era come se avesse improvvisamente perso aderenza sull'anteriore ….. nemmeno il tempo di ragionare e …. mi arrivò sul cofano e sul parabrezza di tutto …. brecciolino, polvere, pezzi di giornali …… ogni cosa. Da quel posteriore da "camion", e da quell'enorme alettone di quel "mostro", ……. si scatenava un putiferio …… se ne sarebbe andato via comunque ….. velocemente …. quel mostro ….. ma io feci di tutto per allontanarmi subito …… per evitare danni ……"

Continua l'amico Toti Sutera : " ... Era la Targa Florio del 1967, corsa con l'amico Pietro Lo Piccolo. La gara fù breve ….. Giliberti era stato molto "garibaldino" ……con quell'azzardata soluzione ….. rompemmo il semiasse ….. anche se "i libri" riportano come causa del ritiro una inesistente perdita di carburante …ma io giuro che la TZ1 si fermò nel corso del quarto giro col semiasse andato…..."

Targa Florio 1967 .... per certe Renault ... la Targa come a Le Mans ....

Siete mai stati in Targa ? Ne avete mai viste ? Magari anche quelle degli anni sessanta ? Se la risposta è si siete dei fortunati ; ma a parte questo ....... se la risposta è si ..... non ditemi che non vi siete mai chiesti, allora, per quale ragione quelli della Renault portassero in Sicilia, in gara, anche vetture in configurazione aerodinamica "tipo Le Mans" ........ e questo per un tracciato tormentatissimo come la Targa ...... mai capito .....Anche in quel 1967 la Renault non si smentì, e portò una Alpine particolare .... loro la chiamavano "Sauterelle" ( cavalletta ) e la carrozzeria era ....... tipo Le Mans .... allungatissima ....Quella fù la Alpine Renault A210 n.182 di Mauro Bianchi e Jean Vinatier. Si fermò nel corso del 5° giro per incidente, causato da avaria alle sospensioni.

Targa Florio 1967 ..... quei piloti palermitani con una Dino della "N.A.R.T." .

Per tanto tempo ci eravamo posti un quesito : " Come mai, alla Targa Florio del 1967, la Ferrari Dino 206S n.186 condotta dai "privati" palermitani Ignazio Capuano e Ferdinando Latteri risultava, dai documenti ufficiali di gara, iscritta dalla "N.A.R.T.", la mitica "North American Racing Team" ? …….

In effetti, da nessuna parte - nemmeno da antiche o recenti iniziative editoriali in circolazione - avevamo trovato alcun accenno su quella "stranezza" ; nessuna risposta certa, quindi. Soltanto dubbi e perplessità, ben fondati. Cosa c'entrava … la "N.A.R.T." con due piloti che - di norma - gareggiavano sotto le locali insegne della palermitana "Scuderia Pegaso" ?

A quel punto abbiamo capito che l'unica soluzione era quella di andare "alla fonte" …

Abbiamo parlato proprio con Ignazio Capuano. Allora, di seguito, Vi riportiamo, sinteticamente, questa storia, raccontataci direttamente da uno dei "protagonisti" :

Ignazio Capuano e Ferdinando Latteri si trovavano a Maranello, all'interno di un ristorante, in compagnia di alcuni dirigenti della SASA MOTORS, azienda molto "vicina" all'americano Chinetti. Costoro proposero loro di partecipare alla 24 di Le Mans di quell'anno ( 1967 ) con una P2/3 della N.A.R.T., appunto.

Quella proposta "a bruciapelo" ….. li fulminò. Della serie : " Ma dicono seriamente, o è uno scherzo ? " . Andatevi a guardare i nomi dei piloti che correvano con la "N.A.R.T." , quell'anno, per capire - oltre al resto - il motivo di quella "fulminata" …..

Dovuta angosciata pausa di riflessione … e poi la "dolorosa", ma ponderata risposta - preceduta da un sentito ringraziamento per quella dimostrazione di stima da parte degli "americani" - che fù quella di "declinare", motivando il rifiuto con la consapevolezza di non essere ancora "pronti" per una faticosa 24 ore, fra l'altro con una vettura mai provata.

Ma la storia non finì lì, poiché gli "americani" replicarono subito : " D'accordo, allora farete per noi la Targa Florio a maggio … ( ! ) … "

E quindi, quei documenti ufficiali avevano perfettamente ragione …

Il Dr. Capuano ci ha raccontato che quella Dino venne equipaggiata con le Firestone , poiché la "N.A.R.T." aveva un rapporto di collaborazione "esclusiva" con quella casa .

A Floriopoli quella Dino NART arrivò insieme ad un gran camion pieno di Firestone … e ad una gran autobotte Shell … mezzi ed assistenza tecnica a disposizione soltanto per la loro Dino …"roba mai vista" … "roba da non credere" … roba da "americani" …

Non chiedeteci per quale motivo quella 206S non esponesse, come pare dalle fotografie a disposizione, le note insegne americane della "N.A.R.T." perché, tanto, non ne ha memoria nemmeno il Dr. Capuano …

C'è una famosa foto di quella 206S letteralmente a ridosso di una delle Alfa 33 "periscopio" ufficiali, la n.200 … quella è una foto che non ricorda niente di buono al Dr. Capuano … che ci ha raccontato : " …. Quella 33, devo dire, era da circa 4 chilometri che mi faceva da penalizzante "tappo" … nel corso del 4° giro ; mi decisi, veramente irritato, di passarla all'esterno … ; fine della gara …".

Insomma, per concludere, come commentavamo proprio con il Dr. Capuano, c'è una coppia di piloti palermitani che possono, tra le altre cose, vantare nel loro palmares di essere stata la seconda ed ultima coppia ad aver gareggiato in una Targa Florio ( 1967 ) per la "N.A.R.T." ; prima di loro ( nel 1960 ) soltanto i mitici fratelli Ricardo e Pedro Rodriguez … Questa rifessione fa venire i brividi … generazione di fortunati, quella …

Quella Dino 206S era la telaio 018 ; questo dicono di lei su internet :

018 ... Spyder sold to "N.A.R.T." raced at Bridgehampton by Pedro Rodriguez, then to Ferdinando Latteri, Italy he achieved 8 podium finishes between 67 and 69, in 1970 Leandro Terra became the next owner, he raced 018 3 times in the Targa Florio and twice in the Monza 1000kms, after nearly 30 year of ownership it went from him to Spain, and is now in the collection of the Spanish Ferrari Importer.

Ringraziamo l'amichevole disponibilità del Dr. Ignazio Capuano che ci ha consentito di "ricostruire" un pezzo di storia dimenticata di Targa 1967.

Targa Florio 1967 ..... quella "cattiva" Lola T70, 5.900 di cilindrata.....

Si, evidentemente sono stato un tipo fortunato. Nell'occasione delle prove ufficiali della Targa Florio 1967 ...... io, ancora ragazzino, ero lì, a Floriopoli, in quella canicolare giornata di maggio di quella che un tempo si chiamava "primavera siciliana" ; ma quella giornata era come fosse estate piena.

"Calammo" - così si usava, in siciliano, dire - a Floriopoli, da Palermo, io ed un mio compagno di ginnasio.

Quella giornata è rimasta indimenticabile. Tanto per essere chiari ....... arrivati a Floriopoli ci si poteva imbattere, a scelta, o nella Ferrari 330P4 n.224 ufficiale SEFAC di Vaccarella - Scarfiotti, o nella Ferrari 330P3-4 Filipinetti n.220 di Muller - Guichet, o nel solito stuolo infinito di Porsche, questa volta le 910 ufficiali, o nella incredibile Chaparral 2F con alettone n.222 di P. Hill - Sharp, o nelle Ford GT40 della Ford France n. 130 e n.126, rispettivamete di H. Greder - J. M. Giorgi e di J. Schlesser - G. Ligier, o nelle prime Alfa Romeo 33 Autodelta ( periscopio ), o nelle diverse Ferrari Dino 206S o nella Lola T70 Mk.3 Chevrolet n.216 privata di J. Epstein e H. Dibley.

Tralascio necessariamente il resto per mancanza di tempo ..... e spazio ......

Quella Floriopoli, quindi, era una cosa semplicemente "inebriante", da perdere letteralmente la testa ; e pensate che tutto stava lì, davanti ai nostri occhi, in assoluta libertà. Quelle vetture stavano lì, nell'occasione ferme, e si potevano liberamente toccare, ammirare, fotografare.

La foto proposta, scattata dall'Amico Gioacchino Gullotti che si trovava anche Lui lì, trasuda atmosfere degli anni 60 e riguarda esattamente quella Lola T70.

Proprio quella Lola - la prima che personalmente vedevo "dal vivo" - mi fulminò, letteralmente. Il buon amico di ginnasio mi sollecitava a muovermi da quel posto, ma io me ne stavo lì a girarle continuamente attorno.

Quella T70 tradiva da sua "origine" da Team inglese con quel suo caratteristico colore verde scuro. Quel colore le dava una connotazione veramente "cattiva". Non un adesivo su quella scintillante carrozzeria.

Soltanto i numeri di gara bianchi "a pennello", ed un grosso adesivo bianco sul parabrezza, a mò di parasole. L'accensione, poi, di quell'"americano" 8 cilindri a V di 5,9 litri - con i suoi "buchi" prima che riscaldasse - era una cosa elettrizzante ...... uno spettacolo. La vettura bianca a ridosso della Lola T70 è la Ford GT40 n.130, già citata, ed ancora dietro una Alfa Romeo SS.

Ancora oggi, sia pur in fotografia, mi piace ammirarla, nei ricordo di quelle emozioni del lontano 1967.

Targa Florio 1967 : lo stupore fù per la Chaparral con l'alettone

" ..... Aveva destato una certa impressione la americana Chaparral 2 F con motore di ben 7 litri di cilindrata, dotata di trasmissione semiautomatica ed alettone iposostentatore.C'era da chiedersi che fine avrebbe fatto un mostro meccanico di quel genere; invece, contrariamente a ogni aspettativa, riuscì a reggere per nove giri su dieci.Fu costretta al ritiro soltanto per una banale foratura .... "(La Leggendaria Targa Florio - Pino Fondi - 1989)Proponiamo una meravigliosa foto, regalo all'Associazione Culturale Amici della Targa Florio da parte dell'Amico tedesco Elmar Sawallich , che ritrae la mastodontica Chaparral 2F di P.Hill / H. Sharp in una gremitissima Floriopoli. La stampa siciliana nei mesi di "pre-gara" si interessò a quella "avveniristica" vettura americana, proponendo servizi che suscitarono una enorme eco e curiosità per tutti gli appassionati …… e non.

Targa Florio 1967... quella Porsche 356 con il pilota "distratto" ......

Una volta un amico ci raccontò una di quelle tante storie di Targa Florio che .... non troveremo mai scritte in nessun libro di Targa. Ed allora, se permettete, noi stiamo qui anche per raccontarVi le storie mai scritte ........Bene; eravamo alla Targa Florio del 1967, ed al 5° / 6° giro di gara c'era una vettura della classe GT1.6 che aveva un vantaggio veramente significativo su tutti gli altri ..... quella vettura era la Porsche 356 n.28 dell'equipaggio "Black and White" (Francesco Troia) e Armando Floridia, iscritta dalla Scuderia Pegaso di Palermo .....Francesco Troia, alla guida dall'inizio di gara ... si era talmente "gasato"della prestazione sua e della Porsche ... con quel bel vantaggio sugli altri ..... che a Floriopoli, alla conclusione del 5° giro, si dimenticò completamente di fermarsi ai box per dare il cambio al compagno Armando Floridia ... che lì lo aspettava trepidante ( è da immaginare la scena ... con quella 356 che tira dritto a tutta velocità davanti ai box ........ ).Del resto, a quei tempi, ..... altro che collegamenti radio ...... ; Troia, quindi, continuò tutto "sparato"per tutto l'altro 6° giro .... ; lo fermarono con la forza per "evitare" la squalifica (per regolamento massimo 5 giri continuativi, per singolo pilota).Quella 356, infatti, nei documenti ufficiali, la troviamo "classificata" con 6 giri conclusi, ma "ritirata" al 7° giro con la nota a margine che così recita: " ritiro per evitare la squalifica, turno di guida di 6 giri, uno oltre il consentito ("Black and White") ".

Anche questa è una di quelle piccole storie incredibili, di una vettura di quelle categorie "minori", con equipaggi di "privati", che hanno comunque contribuito, e non poco, a fare grandi le Targa Florio di quei tempi.La foto - regalata al nostro sito dall'Amico Armando Floridia, che ringraziamo ancora una volta - fissa l'immagine di quella 356 bianca, in uno dei suoi passaggi davanti Floriopoli. Anche su quella 356 sono presenti le sponsorizzazioni della Marathon; quella era, infatti, una vettura iscritta dalla Scuderia Pegaso/Marathon di Palermo.

Foto Nino Leone

1967

Fu un'edizione triste, qualche giorno prima se ne era andato per sempre Lorenzo Bandini a causa delle ferite riportate nel rogo di Montecarlo. Lo sfrenato regolamento del campionato mondiale mette a confronto sport e prototipi di tutti i tipi concretizzando le sfide più impensabili. Così potevano partecipare le piccole e potentissime Alfa Romeo di 2000 cc., un nugolo di Porsche 910, la poderosa P4 di Vaccarella - Scarfiotti, una Ferrari P3 privata della scuderia Elvetica Filipinetti , e a fianco una Chaparral di 7000 cc. la Porsche era scesa in forze per contrastare fino in fondo la prevedibile supremazia Ferrari ; Siffert - Hermann, Mitter - Davis, Hawkins - Stommelen con le 8 cilindri 2,2 litri, Neerpasch - Elford, Cella - Biscardi, Maglioli - Schutz, con le 6 cilindri, erano le coppie iscritte. Vaccarella al via andava subito al comando staccando dopo il primo giro di oltre un minuto le Porsche di Mitter, quella di Siffert e la Ferrari P3 di Muller. Ma la sfortuna si abbatte ancora sulla Ferrari e Vaccarella che all'ingresso di Collesano urtava il marciapiedi deformando i cerchi, fu costretto al ritiro prima del secondo giro. Attardati Mitter e Siffert su Porsche, Muller su Ferrari P3 si porta al comando precedendo De Adamich con l'Alfa 33, più indietro nell'ordine transitavano Cella - Biscardi, Maglioli e Stommelen con le Porsche. Al quarto giro Guichet, che aveva sostituito Muller sulla Ferrari di testa, mantenne il comando, ma non tenne il veloce ritmo del compagno consentendo alla Porsche di Stommelen di porsi nella sua scia. Al quinto giro il regolarissimo Stommelen si portava in testa grazie anche al rallentamento della Ferrari guidata da Muller non troppo veloce, e non venne più ripreso.Vincono Stommelen - Hawkins in 6 ore 37' 01" alla media di 108,811 km/h, secondi Cella - Biscardi su Porsche, terza un'altra Porsche con la coppia Neerpash- Elford.

Targa Florio 1968 - La Lancia HF "Proto" delle "pilotesse" Facetti e Moss ……

Da un'intervista a Rosadele Facetti :Nel 1968 la prima Targa Florio, valida per il Campionato Mondiale Marche, di nuovo fianco a fianco con gli assi della velocità, in una squadra ufficiale e con una compagna dal nome ad effetto ... Pat Moss.Sorella di Stirling, moglie di uno dei più grandi rallisti dell'epoca, Carlsson, Pat era una grande professionista. Mi insegnò molto, mi svelò anche alcuni suoi espedienti.Avevamo a disposizione una Lancia HF 1400, un prototipo sperimentale. I miei compagni erano Sandro Munari e Lele Pinto, su una HF, e poi ancora Claudio Maglioli e Marco Crosina, su una Zagato.Il risultato complessivo di squadra fu stupefacente: Sandro e Lele undicesimi assoluti e settimi nella Classe Prototipi 2 litri, Claudio e Marco quindicesimi assoluti e ottavi di Classe, Pat ed io diciannovesime e none di Classe, sempre nella Prototipi 2 litri, anche se avemmo diversi problemi di raffreddamento e fummo costrette a fermarci ogni giro per il rabbocco dell'acqua.Se dico che grande merito della nostra prestazione fu da ascrivere a Pat, non tolgo nulla alla mia pur buona prestazione. In verità oggi posso anche ammettere che quelle soste continue furono la mia salvezza, una boccata d'ossigeno, specie alla luce del fatto che, appena arrivata in Sicilia, circa tre settimane prima della gara, rimasi atterrita dalla difficoltà del "Piccolo delle Madonie".Settantadue chilometri di curve, tornanti, gomiti, salite, discese ripide, strapiombi.Un'insidia ad ogni metro. Mi dissi che non sarei stata capace di correre lì e pensai che Pat Moss mi avrebbe distrutta.Fu prezioso l'aiuto di Sandro Munari che mi aiutò a mandare a memoria il tracciato. Con la Squadra Lancia avevamo il nostro quartier generale all'Hotel Zagarella, vicino Cefalù.Alla sera c'era una grande atmosfera mondana: modelle, playboy, feste, ricevimenti. Io, invece, restavo in camera a studiare il percorso coinvolgendo lo segretaria della logistica Lancia, Maria Luisa Bertoni, cui ripetevo il percorso almeno un paio di volte a sera.(Tratto da : Autocollezioni Magazine - luglio/agosto 2005)Nella foto proposta quella HF "Proto" mentre si appresta a percorrere la salitella prima dei box di Floriopoli. Quella Pat Moss incuriosì tutti, sia i giovanissimi chee gli "anziani" di Targa, che ricordavano le gesta in Targa del fratello, il grande Stirling Moss. In gara Pat era uno spettacolo, con le sue inusuali - allora - traiettorie da rally. Un gran manico … femminile.

Targa Florio 1968 ... quello squadrone di Porsche 907 2,2 .....

Quell'anno, il 1968, le bellissime T33/2 dell'Autodelta nulla poterono contro la vincente n.224 di uno scatenato Vic Elford e di un regolare Umberto Maglioli. La foto che proponiamo, regalataci dall'Amico Armando Floridia, mostra la n.226, una delle quattro Porsche 907 2,2 affidata alla coppia potenzialmente "esplosiva" Jo Siffert e Rolf Stommelen. Ma la loro gara non fù molto brillante.Le cose "esplosive" della foto sono, invece, il panorama ed il pubblico, che sta ovunque.Vorremmo trovarla un'altra gara del Mondiale Marche 1968 con il pubblico seduto ai bordi della strada, anche sui quei paracarri, a delimitare i cigli della strada, e con le vetture che passano a pochi centimetri; una vera follia. Ma la Targa "era" una gara folle, unica.Quell'anno le Porsche ufficiali furono la n.222 ( Hans Herrmann - Jochen Neerspasch), la n.224 (Vic Elford - Umbeto Maglioli), la n.226 (Jo Siffert - Rolf Stommelen), e la n.230 (Ludovico Scarfiotti - Gerhard Mitter).

Targa Florio 1968 .... Collesano "off limits" per le Porsche .....

Quell'anno la Porsche 911S n.70 dei piloti "locali" Armando Floridia e Carlo Randazzo, iscritta dalla Scuderia Pegaso di Palermo, fece una gara splendida. In una categoria veramente impegnativa ed affollata (GT2.0) si classificò seconda dietro la Porsche 911T n.82 dell'equipaggio di "professionisti" Haldi - Greub - Berney (Ecurie Les Corsaires).Ma dietro quella "ineccepibile" performance sportiva c'è anche un risvolto "di colore", come spesso accadeva in una gara "speciale" come la Targa Florio.Armando Floridia, infatti, finì, per qualche giro, con l'avere una sorta di imperdibile "appuntamento" col pubblico …. ed esattamente all'uscita di Collesano

"Appuntamento" all'uscita di Collesano ? … E perché ? Ebbene, tutti sanno quanto, nel paese di Collesano, siano sempre stati storicamente "ferraristi" … Quell'anno, alla Targa, di Ferrari "importanti" nemmeno l'ombra …. ed allora il tifo, a Collesano, era tutto "anti Porsche" … e tra le tante Porsche anche quella dei siciliani Floridia e Randazzo ( ! ) ....

Fatto sta che al suo primo giro …… proprio all'uscita di Collesano, su un noto (allora) terrapieno posto ai margini della strada, dove sostava sempre un "fedele e granitico" gruppo di tifosi "anti Porsche", Armando Floridia si accorse, nel suo veloce avvicinamento, che il gruppo si agitava … sbracciando animatamente verso di Lui … pensò ad un qualche segnale di pericolo … olio … macchina girata … od altro … e per questo si scompose leggermente … ma poi si accorse che, in realtà, quel gruppo lo stava soltanto sportivamente "curnutiando" ( come dire, in siculo : apostrofando, con le mani, con l'inequivocabile gesto delle corna ).Si dà il caso che Floridia allargò leggermente sullo sporco … senza per questo perdere aderenza, chiuse la curva e - con la complicità di un presente vento di scirocco "a favore" - riempì letteralmente di polvere tutto quel manipolo di "curnutianti" ma, in quella occasione, non facendolo apposta …. Ebbe però il tempo di gustarsi la scena ( ! ) .... osservando il tutto con la coda dell'occhio, mentre andava via, continuando la sua gara.Lui ci ha confessato che, in macchina, rise da solo … per la soddisfazione ....

Ma il bello deve ancora venire … Per tutti i successivi giri condotti da Floridia ( ed in particolare dopo il 2° giro consecutivo andato esattamente alla stessa maniera ), all'arrivo di quella 911S aragosta n.70 … già a distanza di 30 / 40 metri … da quel gruppo di spettatori … c'era chi scappava di quà e chi scappava di là …

Tutto assolutamente esilarante, ma tutto assolutamente vero ! Ed intanto quella non era una gara "parrocchiale", era una prova del "Campionato Mondiale Marche"La foto è uno splendido regalo al sito dell'Associazione da parte del socio Armando Floridia, che ringraziamo. Sulle fiancate anteriori di quella 911S la bellissima scritta, in corsivo : Floridia - Randazzo. Quella 911S avrebbe fatto tantissime altre Targa Florio, negli anni a seguire. Una "carriera" incredibile; e chi ha visto le Targa Florio di quegli anni lo sa.

Targa Florio 1968 ..... una TZ1 con la livrea della "Monzeglio Corse" ....

L'Amico Gabriele Del Castillo - che ringraziamo - ci ha regalato una non comune immagine a colori, in gara, della Alfa Romeo TZ1 n.124 di Aldo Bersano e Sergio Morando, alla Targa Florio del 1968.Ebbene, quella TZ1 ci fece vedere una delle prime "livree" della "Monzeglio Squadra Corse", con quel caratteristico colore giallo delle vetture con il tettuccio "a scacchi" giallo e marrone. Negli anni settanta avremmo poi visto tantissimi GTA, in Targa, con le medesime colorazioni di quella "Squadra".

Targa Florio 1968 ...... Giunti e Galli ... quell'anno tifo sfrenato per loro .

L'Amico di Targa Florio Gabriele del Castillo ha messo a disposizione di questo nostro sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio una foto della Sua personale collezione. Ritrae un bellissimo passaggio in piena velocità ... con la vettura in appoggio sulla destra .... alla Targa Florio del 1968 .... della Alfa Romeo T33/2 n.186 di Ignazio Giunti e Nanni Galli / Autodelta. Sul ciglio della strada la solita berlina con cofano aperto ..... per accogliere i generi e le attrezzature di "comodità" .....Questo un ricordo di Targa che abbiamo "sollecitato" a Gabriele :" ....... Siccome la "febbre" di Targa Florio sale, Vi invio anche queste foto così mi potete verificare di che edizione e di quale equipaggio si tratta. Per tanto tempo queste foto sono rimaste nei cassetti ed anche senza indicazioni precise .............. omissis ....... Ricordo anche che, nel 1970, ero andato a studiare a Milano, e già era tempo di esami, ma per vedere la Targa ho preso il treno il venerdì sera, ( 22 ore ...) sono arrivato a Termini Imerese, ho visto la corsa e la domenica stessa ho ripreso il treno a Termini Imerese per rifare il ritorno. Cose che solo da picciotti e con grande passione si possono fare .... ".

Targa Florio 1968 : Il capolavoro di Vic Elford e della sua 907 2.2 n.224

" …… « La corsa è ormai decisa … » Ma giusto in quel momento in sala-stampa arrivò la notizia che Elford stava incalzando con ritmo vertiginoso. Sembrava che quella tremenda calura lo galvanizzasse. La sua azione era irresistibile. Sembrava d'esser tornati ai tempi di Varzi, di Nuvolari o di Moss.Si calcolò che stava guadagnando sulle Alfa ben un minuto e mezzo al giro. L'ingegner Chiti si rese conto a quel punto del pericolo che minacciava le sue macchine. Sull' Alfa di Galli ora c'era Ignazio Giunti, il pilota romano, grande promessa dell'automobilismo italiano.Ignazio si scagliò con una guida puntigliosa e decisa, informato dell'azione incalzante di Elford. Ma quest'ultimo era sempre più minaccioso. All'ottavo giro aveva già superato Casoni e andava alla caccia di Giunti. Ora era ormai a 46 secondi da lui. La folla era ammutolita e meravigliata per il crescendo di quel novello Nuvolari.Al nono giro, Elford prese il comando della corsa. Al box Alfa si passò dall'esultanza allo scoramento. Quel diavolo d'inglese, con quel caldo, faceva follie. Qualcuno si confortò affermando:
«Vedrete che finirà col rompere!». Nel decimo giro la corsa entrò nella fase finale. Giunti tentava una disperata rimonta, ma Elford non mollava affatto. Era davvero scatenato.Si era ormai alla fine. L'Alfa 33 di Giunti arrivò per prima al traguardo, perché, in base all'ordine di partenza, era più avanti della Porsche di Elford. Incontro a Giunti andò Nanni Galli che l'abbracciò.Alle tribune non pochi s'ingannarono che avesse vinto l'Alfa 33. Ma non era così. Bisognava attendere ancora otto minuti per saperlo. Se la Porsche non fosse arrivata entro questo limite, l'Alfa
poteva considerarsi vittoriosa.I minuti trascorsero inesorabili. In breve essi diventarono quattro, poi cinque... I visi di molti alfisti s'andavano già accendendo d'entusiasmo. a ecco, dopo sei minuti e quindici secondi, piombare sul traguardo Vic Elford con la Porsche. La salitella finale fu fatta in ultima strappata. Ma era la fine della corsa.Molto sportivamente il pubblico lo applaudì e Maglioli gli andò incontro. Lo stesso fece Von Hanstein che più tardi si recò al box dell'Autodelta per complimentarsi con l'ingegner Chiti e i suoi piloti dicendo: «In una corsa come questa arrivare secondi è come essere più che primi!»E il «barone di ferro» era sincero. Non recitava una parte di convenienza. Il grande Hushke era un autentico sportivo.Più tardi, con la consueta modestia, Umberto Magnoli disse: «Ero fuori allenamento e non sono andato molto forte. Quello che è andato forte, invece, è stato Elford. Quando vinsi la mia seconda Targa nel cinquantasei, promisi a Vincenzo Florio che avrei fatto di tutto per vincerla una terza volta. Ora ci sono riuscito. Mi dispiace soltanto che lui non sia presente qui con noi. La Targa è meravigliosa ed è la corsa che amo più di tutte!»Si concluse così quell'edizione della corsa siciliana che, a causa dell'infernale caldo sahariano, poté a ben ragione definirsi: una... Targa «africana» …… ".(La Leggendaria Targa Florio - Pino Fondi - 1989)La foto proposta è un regalo all'Associazione Culturale Amici della Targa Florio da parte dell'Amico tedesco Elmar Sawallich è Lui, immortalato in quella foto, vicino alla Porsche 907 2,2 n.224 di Vic Elford. Lui era il meccanico che curava la 907 del grande Vic ; quella 907 vincerà la gara e passerà alla storia …… delle storie di Targa Florio.

Targa Florio 1968 : L'Alfa Romeo 33 di Nino Vaccarella era una 2,5 .. "Tasmania"

" ..... In quel giorno tormentato dal calore ci fù subito guerra fra Alfa Romeo e Porsche. Come era prevedibile, Vaccarella attaccò subito con la sua "Tasmania", mentre Scarfiotti gli stava addosso con la Porsche.Al primo giro, però, quest'ultimo vantava 22 secondi di vantaggio su Nino. Il «Professore» non spingeva al massimo e preferiva mantenere la seconda posizione nel secondo giro. Alla fine del terzo giro si fermò al box, secondo il piano di gara, cedendo la "Tasmania" a Schutz.Udo partì dal box deciso ad attaccare Scarfiotti. La sua azione era assai irruenta e intemperante.Cinque chilometri dopo Cerda, nell'affrontare avventatamente un arduo sorpasso, l'Alfa 2500 di Shutz sbandò paurosamente e volò fuori strada.Il pilota restò incolume, ma la macchina era inservibile. Le raccomandazioni di Vaccarella non erano proprio servite a nulla. Svaniva il suo sogno di vittoria ...."(La Leggendaria Targa Florio - Pino Fondi - 1989 )Nella foto proposta - regalo all'Associazione Culturale Amici della Targa Florio da parte dell'Amico tedesco .. Elmar Sawallich - la 33 "Tasmania" 2500 cc. del "Professore" Nino Vaccarella ritratta in uno dei suoi veloci passaggi davanti i box di Floriopoli.

Targa Florio 1968 : quella Ferrari 250 LM era bellissima ....

L'Amico di Targa Florio Paul Vestey ci ha fatto un ennesimo regalo. Tratta dal suo archivio fotografico, ci ha inviato una particolare immagine della Ferrari 250 LM, allora di sua proprietà, iscritta in Targa Florio 1968.


L'equipaggio era "Paul Vestey - David Piper". Fu una gara sfortunata. La Ferrari - come documentato dalla foto proposta - si ritirò per un rovinoso incidente, con capottamento, nel corso del 3 giro, dopo aver subito problemi con l'acceleratore, alla conclusione del primo giro, che la costrinsero ad una imprevista sosta tecnica ai box di Floriopoli.

La foto la vogliamo commentare in un modo particolare. Con le parole inviateci qualche tempo fà da David Piper sulla pagine di Facebook "IpilotidellaTargaFlorio", gestite sempre dalla nostra Associazione Culturale Amici della Targa Florio:

" … Una bruto giornata quela Targa Florio lie First lap the throttle cable broke I managed to get the car back to the pits with a fence wire. Second lap the left steering arm came undone hit a big kilometer marker stone capovolta 20m fori strada, Tropo vento il helicoptero non operare apeso una bicieri di grappa con un contadine una "disastro completo". Amen. …. David Piper -19 March 2010 … "

E' un misto di inglese, italiano e quant'altro. Bellissima testimonianza.

Rinnoviamo i nostri ringraziamenti agli Amici Paul Vestey e David Piper

Targa Florio 1968 : Salvatore ("Totò") Calascibetta

Targa Florio 1968 : Salvatore ("Totò") Calascibetta è fuori dal Suo "Millino" Abarth 1000S n.96, quell'anno condiviso con Vincenzo Ferlito ed iscritto dalla Scuderia Pegaso di Palermo. E' il pubblico di Targa che stà dentro la vettura …Quella era la Targa Florio ….. un totale connubio tra vetture …. piloti … e pubblico; una "promiscuità" esaltante, viscerale, assolutamente partecipativa.

Salvatore Calascibetta, "Totò" as he was nicknamed by family and friends, was a talented hillclimber, touring-car and sportscar driver from Sicily. As an amateur driver he proved to be faster than professional racers in the Targa Florio race, held on the 72 kms Piccolo Madonie road course which was notoriously tough to machinery and men. Calascibetta scored 13 starts in the Targa Florio race from 1960 to 1976, with a best finish of 9th overall in 1963 and in 1971.

He started his career driving small touring-cars in local hillclimbs in the late 1950s. Calascibetta had his debut in the Targa Florio in 1960, sharing a Osca MT4 with Mario Raimondo. In 1962 he won his class in the Italian Hillclimb Championship, driving a Fiat 600, and in 1963 he moved to a BMW 700, winning his class in a number of hillclimbs and circuit races. He was 9th and first of his class in the 1963 Targa Florio, with Giuseppe Virgilio at the wheel of an Alfa Romeo Giulietta SZ.
In 1964 he finished 3rd in the 600 class of the Italian Touring-car Championship in a Fiat-Abarth 595 tuned by Mucera.

In 1965 Totò Calascibetta was signed up as factory driver by team Abarth, working longtime as test-driver. He was 2nd of his class, 14th overall in a Fiat-Abarth 850TC at the Mont Ventoux hillclimb, a round of the European Touring-car Championship. In the 1965 Targa Florio, Calascibetta shared a works Abarth-Simca 1300 Bialbero once again with Giuseppe Virgilio.

During the Sicilian race his car stopped beyond Collesano with a broken throttle cable. A family of spectators picnicking nearby offered him refreshments. Calascibetta took a salami sandwich, a swallow of wine and also a string from the family's guitar, with which he repaired the cable well enough to reach the pits. A lasting fix was made by team Abarth mechanics, Calascibetta restarted at full speed, he and Virgilio eventually finished 10th place overall, first of class. Later in the season Calascibetta and Giuseppe Virgilio in that same car scored another class win, 18th place overall, in the 1000 Km of the Nürburgring.

In 1966 Calascibetta finished 2nd in the Italian Touring-car Championship 1000 cm class, at the wheel of a works Fiat-Abarth 1000TC, behind his team mate Mauro Nesti.

In 1968 he campaigned a private small sportscar as the Fiat-Abarth 1000SP, the famous "Millino", in which he scored one outright win in the Nicolosi-Etna hillclimb, a 3rd place overall in the Trapani-Erice hillclimb, and a 7th place in the Coppa Cittá di Enna sportscar race held at Pergusa.

In 1969 he went on with his Fiat-Abarth 1000SP being 11th overall, first of his class, in the Targa Florio with Vincenzo Ferlito as co-driver. An 11th place again in the 1970 Targa Florio, sharing a Ferrari Dino 206S with Pietro Lo Piccolo. The car had sudden engine problem on the last lap, while running in 7th place, first of class and first of the privateers.

In 1971 Totò Calascibetta was called by Virgilio Conrero who managed the Opel-Italy official team, to drive a works Opel GT 1900 in the Targa Florio, with Paolo Monti as team mate. After a furious battle against a field of faster Porsche 911's and 914/6's, the duo scored an impressive 2-litre class win, 9th place overall.

In 1973 Salvatore Calascibetta who owned a famous spare parts and repair shop in Palermo, went on racing a 1.3-litre craftmade sportscar CR-CDS 134B. Then he reduced his racing activity. His last issue in the Targa Florio was in 1976, when he shared a Lancia Stratos with "Glenlivet", finishing 12th after suffering mechanical trouble during the last laps.

tratto da : Internet

Questo post è dedicato a "Toto" Calascibetta, un nome impossibile da dimenticare. Il nostro GRANDE GRAZIE va all'Amico di Targa Florio Marco Calascibetta.

Targa Florio 1968 … con quella Dino 206S …. "svedese" ….

Alle Targa Florio ne abbiamo viste di …. tutti i colori …. è proprio il caso di dirlo. Nel 1968 si potè ammirare una bellissima Ferrari Dino 206S alla quale venne attribuito il n.206.Era iscritta dalla "Bam-Bam Racing Team" e condotta da un equipaggio interamente svedese : Hans Wängstre ed Evert Christoffersson. La vettura era "immacolata", senza un adesivo sulle fiancate. Ci sono passate tra le mani diverse foto di quella Dino, anche a colori, ma spesso era sfuggito un particolare "coreografico" di quella Ferrrari.Era una particolare livrea quasi "nascosta", perchè posta su una parte della carrozzeria normalmente non inquadrata, in gara.Una mano di aiuto ce la ha data una foto, scattata ai box di Floriopoli, in un momento di assistenza tecnica e di cambio pilota. Su quella piccola parte di tettuccio di quella Dino, in versione "S", ecco i colori della bandiera nazionale svedese, con le strisce celesti e gialle ….E quel cofano posteriore aperto ci consente di ammirare la parte del motore a vista e la ruota di scorta, un "accessorio" assolutamente indispensabile, in Targa.

Targa Florio 1968 … c'era sempre una TZ1 …una di quelle di Pietro Lo Piccolo …..

Da uno scritto del compianto "palermitano" Pietro Lo Piccolo, grazie al quale, nelle cronoscalate siciliane di quegli anni andati, potevamo anche ammirare una splendida Ferrari Dino 206S :

" … La Scuderia Pegaso di Palermo, composta da giovani amici tutto fare, vinse per diversi anni il Campionato Italiano Scuderie battendo quelle - più quotate - del nord, che facevano professionismo. Oltre alle cronoscalate siciliane, la passione di tutti noi era quella di partecipare alla Targa Florio ed ogni anno, tre mesi prima, cominciavamo gli allenamenti sul percorso delle Madonie e nei fine settimana ci incontravamo sul luogo e si facevano le trattative per gli accoppiamenti. Alla Targa il mio secondo fisso era Totò Sutera, che non aveva altre alternative per poter partecipare alla gara, e fù sempre così tranne per le "Targa" da me fatte con Ignazio Serse da Trapani col TZ nel 1969 primo di categoria, con Totò Calascibetta nel 1970 con la Ferrari Dino secondi di categoria, con Leandro Terra nel 1971 con la Ferrari Dino della Pescara Corse, ove ci ritirammo per l'emozione di Terra al quale avevo ceduto la guida al terzo giro quinto assoluto …"

Precisazione: Pietro Lo Piccolo scrive : "Alla Targa il mio secondo fisso era Totò Sutera, che non aveva altre alternative per poter partecipare alla gara". Infatti, "Toti" Sutera ha corso tante, ma tante Targa Florio, ma nelle gare madonite "mondiali" non ha mai gareggiato con vetture di Sua proprietà. A quelle Targa Florio è sempre stato chiamato come "compagno", e quasi sempre da Lo Piccolo; qualcosa - questo - vorrà dire.

Nella foto: la rossa ( in quell'anno ) Alfa Romeo TZ1 n.126 di Pietro Lo Piccolo e Salvatore Sutera - Scuderia Pegaso di Palermo. La foto è un omaggio del socio Salvatore "Toti" Sutera al sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio. Lo ringraziamo di nuovo. A riguardo di quella foto ci piace sottolineare, oltre la TZ1, anche altre presenze : il gruppo di spettatori con le vetture posteggiate alla meglio, sotto l'ombra degli alberi, ….. ed il mulo che pascola tranquillamente, a pochi metri dalla strada. La Targa Florio è stata davvero una gara UNICA !

Targa Florio 1968 …. anche una De Sanctis Cosworth tra i "millini" ….

Alle Targa Florio di quegli anni ….. c'erano sempre una infinità di "millini" ….. e lì - non c'è dubbio alcuno - la facevano da padrone i "millini" Abarth … ; tuttavia c'erano anche altri "millini" - pochi, in verità - ed erano "millini romani" …… quelli del costruttore/preparatore Gino De Sanctis ( "Sor Gino").
Da Sanctis iniziò negli anni '50, preparando le Fiat 1100 e le Alfa Romeo per i suoi clienti, nella sua officina romana di Via Tevere ......
Avevano una costante, le De Sanctis "sport" di quegli anni di Targa Florio ; la cura molto particolare dedicata alle carrozzerie, sempre dalle linee originali, bellissime …… ci fu un anno che da lontano …… sembravano delle piccole Ferrari Dino 206S ….
La foto ritrae, in quella Targa Florio 1968, la De Sanctis Ford Cosworth di E. Banti - "Gero"; sarà costretta al ritiro per una uscita di strada. Quella Targa sarà ricordata anche per 3 "uscite" irrimediabili ; quella di Ludovico Scarfiotti con la sua Porsche 907 n.230 in prova e delle di Udo Schutz con la A.R. T33/2,5 n.220 e di Banti con la sua De Sanctis.
La foto, bellissima, è stata regalata alla libera fruizione del sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio dall'Amico Gabriele Del Castillo; per questo lo ringraziamo.

1968

2 Maggio 1968 . Si prepara in Sicilia la Targa Florio la più antica corsa d'auto del mondo. La Porsche ha portato quattro vetture, di cui una affidata a Scarfiotti - Oggi le prove ufficiali sul difficile circuito delle Madonie. Quest'anno i siciliani hanno atteso con ansia la Targa Florio. La più antica corsa automobilistica del mondo prenderà il via domenica mattina, aprendo la stagione turistica 1968 dopo il disastroso terremoto di gennaio. La gara attira ai bordi dei 72 chilometri del circuito delle Madonie mezzo milione di spettatori: gli alberghi si riempiono, i « tifosi » arrivano da tutto il mondo, persino dal Giappone. Si spera che sia così anche questa volta. Mancheranno le Ferrari, ma le Porsche e le Alfa Romeo promettono un interessante confronto, con una sfida personale fra Ludovico Scarfiotti e Nino Vaccarella, i due migliori piloti italiani. La Targa Florio dal 1906 costituisce il romantico appuntamento annuale degli appassionati dello sport del volante. Felice Nazzaro nel 1901, si era recato a Palermo per consegnare due vetture Fiat alla famiglia Florio. Nazzaro si fermò a lungo, per insegnare i segreti della meccanica e della guida, e Vincenzo Florio, sportivo d'istinto, si entusiasmò a tal punto che decise di dedicarsi alle auto e alle competizioni. Con la « Targa » cosi chiamata perché il premio, nella prima edizione, era costituito da una massiccia targa in bronzo con incisi fichi d'india e sbuffanti vetture, Florio istituì una corsa da disputarsi su un terreno difficile, duro, atto a imporre e sviluppare particolari soluzioni meccaniche.Nel 1906 in Italia circolavano 3366 veicoli, a Milano e Torino ne esistevano poco più di trecento. La produzione, frazionata in una quarantina di fabbriche, non superava le quattromila unità. Florio scelse per la « sua » gara le strade delle Madonie la catena montagnosa a sudest di Palermo. Il percorso della prima « Targa », per il quale gli esperti del tempo ritenevano che la macchina più adatta dovesse essere una 24 cavalli con telaio corto, si iniziava a Cerda, quasi a livello del mare, saliva ai 912 metri di Caltavuturo, per discendere subito dopo a 826 metri e risaliva a 940 metri a Castellana. Da Castellana, in un alternarsi continuo di salite e discese ritornava attraverso Petralia Soprana, Geraci, Castelbuono e Collesano a Cerda. Quasi 150 chilometri di curve e tornanti, con cunette, salti, tratti dissestati. Era il banco di prova ideale per collaudare sospensioni, freni, cambi.Molti concorrenti arrivarono via mare. Florio, armatore della fiotta Florio e Rubattino, aveva messo a disposizione dei piloti una nave che partiva da Marsiglia, toccava Genova e infine attraccava a Palermo. Vinse. 61 anni fa, Alessandro Cagno, al volante di una Itala. Coprì tre giri del circuito (446 km) in 9 ore 32'22" alla media di 46,738 km orari. I fotografi dovevano lavorare protetti dai carabinieri, per non essere disturbati dai curiosi. La corsa costò a Florio e ai suoi amici 300 mila lire. Oggi il percorso è più corto (ma i piloti devono disputare dieci giri, per un totale di 720 km), l'anno scorso assistettero alla gara 500 fra giornalisti e operatori cinematografici, la media dei vincitori, Stommelen e Hawkins, sulla Porsche, fu di 108,811 all'ora, l'organizzazione costò una cinquantina di milioni. Soltanto 17 delle 55 vetture che avevano preso il via terminarono la « Targa »: il circuito continua ad essere durissimo, logorante per i guidatori (che perdono anche tre o quattro chili in sudore e tensione nervosa) e per le macchine.Negli ultimi due anni si sono affermate le Porsche. Se la Casa tedesca vincerà anche domenica, nella 52' edizione (e sarebbe l'ottavo successo), riceverà la Coppa Florio, istituita in ricordo del fondatore, spentosi nel 1959. E' un riconoscimento particolare, mai assegnato finora, da attribuire al costruttore primo arrivato per tre anni consecutivi. La Porsche ha buone probabilità di conquistarlo. E' arrivata con quattro collaudate vetture tipo «907», di 2200 cmc di cilindrata, e altrettanti equipaggi: Mitter – Scarfiotti , Siffert-Stommelen, Herrmann-Neerpasch e Elford-Maglioli. In assenza delle Ferrari, che quest'anno non prendono parte al campionato mondiale marche, di cui la Targa Florio costituisce la quinta prova dopo Daytona, Sebring, Brands Hatch e Monza, le uniche rivali delle bianche auto di Stoccarda saranno tre Alfa « 33 » di due litri, affidate a Bianchi e Schutz, Casoni e Biscaldi, « Nanni » e Giunti e una con motore di 2500 cmc per Vaccarella - Baghetti ,si tratta dello stesso motore usato da Frank Gardner nelle gare della Coppa Tasmania: costa sei milioni di lire. Oggi, a Cerda, che dista da Palermo una cinquantina di chilometri, si sono svolte le operazioni di verifica e punzonatura delle vetture. Domani, dalle 9,30 alle 15 avranno luogo le prove ufficiali. Alla corsa, che partirà alle 8 del mattino di domenica, prenderanno parte una settantina di concorrenti. Fra essi, anche un equipaggio femminile: Pat Moss e Rosadele Facetti, sulla Fulvia prototipo. Per una volta, la Moss ha abbandonato i rallies per le gare di velocità. Con lei, torna alla Targa Florio un cognome famoso: il fratello, Stirling, vinse nel 1955, con Collins, sulla Mercedes

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Il regolamento internazionale cambiò radicalmente, le vetture sport dovevano essere prodotte in almeno 50 esemplari con un tetto di cilindrata di 5000 cc., mentre per i prototipi la cilindrata massima era fissata a 3000cc. In considerazione a questi cambiamenti Ferrari e Chaparral si ritirarono dal mondiale compreso ovviamente anche alla Targa Florio valevole come noto quale prova mondiale. La Porsche allineava una nutrita schiera di 907/2200 8 cil. affidate a specialisti quali Mitter - Scarfiotti, Elford - Maglioli, Siffert - Stommelen, Harmann . L'Alfa affidava le sue chances a tre 33 di 2000 cc. Per Baghetti - Biscardi, Galli - Giunti, Casoni - Bianchi, e la 33 di 2500 cc. era assegnata a Vaccarella - Schutz. Al via subito battaglia, a contendersi il primato furono subito Scarfiotti e Vaccarella, poi salito il tedesco Schutz sulla macchina di Vaccarella la musica cambiò, la guida irruenta del tedesco, mise fuori uso la rossa Alfa andando a sbattere dopo pochi minuti dall'inizio del suo turno. Intanto anche le Porsche accusavano problemi ritirandosi. In testa restava un'altra Alfa 33, quella di Galli - Giunti inseguita da un'altra Alfa 33 di Casoni - Bianchi e dalla Porsche di Elford - Maglioli attardata da una foratura. Elford che aveva personalmente cambiato la gomma, riprese la guida come un forsennato raggiungendo le Alfa di testa inanellando giri veloci su giri veloci che lo portarono a raggiungere e superare prima Casoni e quindi Giunti che nulla poterono fare per contenere lo scatenato Elford. Vincitori della gara Elford - Maglioli in 6 ore 28' 49" alla media di 111,111 km/h suo anche il giro più veloce e nuovo primato in 36' 02" migliorandolo di oltre un minuto. Secondi classificati Giunti - Galli su Alfa a meno di tre minuti, terzi Casoni - Bianchi sempre su Alfa.

Targa Florio 1969 .. Gandolfo Bencivinni salva dal fuoco Mario Casoni

La foto proposta, inviataci dalla Signora Nadia, figlia di Gandolfo Bencivinni, ritrae il padre che sorregge il pilota Mario Casoni dopo averlo estratto dalla sua Alfa Romeo 33 in Targa Florio 1969, totalmente bruciata dalle fiamme subito dopo un pauroso incidente con uscita di strada.

Ci ha scritto Nadia :

Salve, sono la Signora Nadia che qualche giorno fa ha inviato la foto risalente al 1969, relativa all'incidente del pilota Mario Casoni. Vorrei sapere e spero che sia in vita. Il tempo è passato, mio padre ricorda ancora nonostante è stato un episodio della sua gioventù. Un giovane sarto che da spettatore diventa soccorritore, senza esitazione, a differenza di chi abbandona le navi o omette il soccorso, e scappa ...

Mio padre si chiama Gandolfo Bencivinni e abita a Petralia Sottana. Ecco quanto ricorda :

" ….. STAVO GUARDANDO LA GARA, AD UN CERTO PUNTO UNA MACCHINA ESCE DALLA PISTA DIVIDENDOSI IN DUE PARTI. MEZZA MACCHINA RIMANE INCASTRATA TRA GLI ALBERI E MEZZA - QUELLA COL PILOTA - PRENDE FUOCO, CADE IN UNA SCARPATA, SCARAVENTANDO FUORI L' AUTISTA CON IL CORPO IN FIAMME E SOPRATTUTTO IL FUOCO GLI SALIVA AI PIEDI ED AGLI ARTI INFERIORI, RISCHIANDO COSI' CHE BRUCIASSE VIVO.

NON C'ERANO NE' SOCCORSI, NE' AMBULANZA. ALLORA SCENDO, PRENDO IL MIO GIUBBOTTO. IL TESSUTO, TAMPONATO SUL CORPO, FA DA FRANGI-FIAMMA , ESSENDO UN CATTIVO CONDUTTORE DI CALORE.

POI, DOPO CHE LE FIAMME ERANO GIA' SEDATE, ARRIVA L'AMBULANZA , E POI L'ELICOTTERO .... LA FOLLA MI CIRCONDA, MI FACCIO SPAZIO E, TENENDOLO SOTTOBRACCIO, ASPETTIAMO I SOCCORSI E 44 ANNI FA NON C'ERANO I TELEFONINI ... "

Non c'ero neanche io, che ho 40 anni. Ho voluto raccontare questa storia di coraggio ed altruismo di mio padre. Non sapeva chi fosse, eppure gli ha salvato la vita. Non sa nemmeno chi gli ha fatto la foto. So solo che è un esempio, anche per la sua modestia e semplicità. Cordiali saluti da Nadia Bencivinni.

Targa Florio 1969 ... quella Lola ... 36 chilometri su ... tre ruote ...

" ... Il forte Herbert Muller, in coppia con Jo Bonnier, con la sua Lola T70, ha compiuto ben 36 chilometri con una gomma forata, non potendola sostituire con i mezzi di bordo e, giunto ai box e poi ripartito, si doveva ritirare per avaria alla sospensione ..."


("Auto Italiana" - 15 maggio 1969)


La foto ritrae esattamente quella mastodontica Lola T70 MK3B Chevrolet della elvetica Scuderia Filipinetti, con alla guida Muller, nella zona del misto veloce tra la fine del rettilineo di Buonfornello e Floriopoli. La gomma della posteriore sinistra è visibilmente "andata". La spendida Lola, ad andatura relativamente lenta, viaggia - ormai- direttamente sul cerchione. E' una immagine quasi surreale - una Lola T70 che passa davanti un canneto di campagna siciliana - che ritrae una delle tante, infinite storie di Targa Florio

TARGA FLORIO 1969 - La Giulia SS " Sostituita " dopo le punzonature ufficiali ....

Giovanni Mercadante acquistò da "Black & White ( Franco Troia ), la bianca Alfa Romeo Giulia SS con la quale quest'ultimo aveva anche partecipato alla Targa del 1968.

Era una SS che Troia aveva fatto preparare "in continente", anzi di lei si diceva che avesse anche beneficiato di componenti "Autodelta".

Con quella vettura Mercadante, in gare precedenti la Targa '69, riuscì ad ottenere i punteggi necessari per l'iscrizione alla sua prima Targa, notoriamente gara del Mondiale Marche.

La vettura, tuttavia, abbisognò di una puntuale "messa a punto" a Palermo dal momento che manifestava "buchi" di potenza ai bassi regimi.

Quella bianca SS venne quindi iscritta alla Targa '69, sotto le insegne della Scuderia Pegaso, con equipaggio Giovanni Mercadante e Totò Barraco, e passò le verifiche acquisendo il numero di punzonatura 40.

Mercadante, insieme ed Enrico Ruggeri che aveva collaborato alla messa a punto della SS, stavano a Cefalù, all'Hotel Artù, e si intrattennero lì a pranzo mentre Totò Barraco si mise al volante dell'SS per alcuni giri in "prove libere" sul circuito , portandosi come compagnia Giancarlo Barba.

Il loro ritorno, però, si fece attendere ; Totò Barraco, in Valle di Sclafani, si imbattè in un rovinoso cappottamento dal quale uscì più malconcio Barba che venne assistito in uno degli ospedali madoniti per poi cautelativamente chiedere un ulteriore "controllo" a Palermo, in Clinica Latteri, ad opera dello stesso Ferdinando Latteri.

L'SS era praticamente distrutta e Totò Barraco si sentiva in difetto con Mercadante che replicò : "Nessun problema, faremo la prossima Targa ….." , ma Barraco, la sera stessa, a Palermo andò alla disperata ricerca di un'altra SS che poi trovò ed acquistò.

L'SS incidentata venne quindi portata a Palermo e le componenti di motore, cambio, assetti, vennero passati dalla "bianca" SS cappottata alla nuova acquistata "rossa" SS.

E fu così che la "nuova" SS venne portata, sul filo di lana, alle Tribune di Cerda per le prove ufficiali.

Fu lo stesso Mercadante a guidarla da Palermo sino in prossimità delle Tribune dove - però - trovò un "blocco" sulla statale delle Forze dell'Ordine. Fortuna volle che in strada, proprio davanti alla SS, stesse Raffaele Restivo con la sua Lancia Fulvia Zagato, pronta anch'essa per le prove. Ma si da il caso che il padre di Restivo fosse, allora, Ministro dell'Interno, e quindi ….. passò "miracolosamente" Restivo con la Zagato e passò pure Mercadante con la SS ….

Dopo un diplomatico intervento di tutto lo staff dirigenziale della Scuderia Pegaso, fu il rigoroso commissario tecnico Ciccio Virga che verificò la "nuova" SS che - come fu e come non fù - venne accettata per partecipare alle prove esponendo una "camuffante T " di Tcar …. in accoppiata al n.40 …..

Ma l'SS, "andava storta", praticamente inguidabile. Tuttavia si qualificò.

Finite le prove, nuovo viaggio a Palermo, per una supervisione in officina dal Mago Filippo Ferraro. In nottata l'SS venne messa definitivamente a posto.

Per rendere l'SS più "corsaiola" vennero aggiunte alla sua livrea rossa alcune colorazioni in giallo sul muso e sul cofano.

La domenica, finalmente, la gara ! Parte Mercadante per i primi tre giri. Al cambio piloti ai box sale Barraco ma l'SS non si avvia, la batteria è KO !

Allora, colpo di genio, …. approfittando della lontananza del commissari, Barraco entra in macchina, i meccanici attivano l'estintore come a voler spegnere un inizio di una in realtà inesistente fiamma ….. il retrotreno dell'SS è totalmente coperto da una nuvola di fumo …. e allora …. una potente spinta in coda e l'SS riparte … senza che l'irregolarità venisse vista ….

Ma le peripezie non erano ancora finite ……. Barraco patirà una ruota "volata via" ed a fine gara financo il distacco del sedile che lo costringerà a guidare …… "reggendosi" al volante …

Alla fine …… in una Targa dalle mille peripezie ….. 7 giri conclusi e quinti nell'affollata classe GT1.6 …

Targa Florio 1969 ... è "guerra totale" tra i preparatori dei 911 ....

" ... Palermo - Escluso Bonomelli. A seguito di un reclamo presentato dal concorrente-conduttore Everardo Ostini (Porsche 911), classificato 11° assoluto contro la regolarità della Porsche 911 di Ennio Bonomelli, classificata 10^ assoluta, e 1^ della categoria gran turismo, si sono effettuate a Palermo le verifiche tecniche su entrambe le vetture. La Porsche 911 di Bonomelli-Guzzi è stata esclusa dalla classifica per irregolarità tecniche (bilancieri non conformi alla fiche di omologazione) e pertanto la Porsche 911 di Ostini-Nomex passa 10^ assoluta e prima della categoria gran turismo ..."

("Auto Italiana" - 15 maggo 1969)

Anche quell'anno c'era un parco partenti - di Porsche 911 - veramente notevole e fortemente competitivo. Alcuni beneficiavano di motorizzazioni di fatto curate dalla "casa" (Ostini - Nomex); altri si erano presentati come "preparatori in proprio" (Bonomelli - Guzzi). Nell'ambiente, già sin dalle prove, pare girassero strane voci su quella 911 di Bonomelli. Fatto sta che dal Team ufficiale della Porsche, nonostante focalizzassero le loro attenzioni sui loro 908.2, avvertirono i "privati" dei 911 con motori "casa" ... di stare tranquilli ... : "lasciatelo andare, Bonomelli, e se Vi dovesse passare in tromba, eventualmente ci pensiamo noi". Bene, le cose andarono così, per racconto diretto di uno dei "protagonisti" : per tutta la gara, quella "Bonomelli" girò come "nascosta", nell'ombra .... ma all'ultimo giro pare che Ostini subì da quella 911 Bonomelli un sorpasso assolutamente incredibile, di pura potenza, "andandosene" come un razzo. Si concluse la gara, Ostini raccontò l'episodio ai tecnici della Squadra Porsche. I giornali dell'epoca riferirono di quel reclamo presentato da Ostini. Nella realtà il reclamo venne - di fatto - formalizzato dal Team Porsche che ..... non poteva certamente digerire che un preparatore "privato" avesse dato la polvere ai propri motori "casa". Quella 911 di Bonomelli, in buona sostanza, pare fosse più un Carrera 6 ..... (bielle, pistoni) ...... che un 911 .... Anche questa è storia di Targa Florio. Da quella gara, giusto o sbagliato che fosse, sulle vetture di Bonomelli, alla Targa, se ne dissero di tutti i colori.

Nella foto la 911 di Ostini - Nomex.

Targa Florio 1969 ... quei deleteri svolazzanti giornali ...

" ... La Lancia e Cesare Fiorio, suo Direttore Sportivo, erano molto contenti del risultato ottenuto dalle spyder HF 1600, terminate appena pochi giorni prima della gara. La numero 238 di Munari/Aaltonen è stata a lungo in sesta posizione assoluta, tallonata dalla numero 232 di Maglioli/Pinto. Poi una foratura ed una "cotta" hanno limitato le prestazioni delle piccole spyder ..."

("Auto Italiana" 15 maggio 1969)

La foto ritrae la Lancia Fulvia HF F&M Special n.232 esattamente nel momento in cui imbocca la curva a sinistra alla fine e del breve rettilineo di fronte la Stazione di Cerda. Floriopoli è soltanto a pochi metri. Quel maledetto svolazzante giornale andò a stamparsi - coprendolo quasi interamente - proprio sul radiatore, mandando arrosto il motore. Anche queste sono storie di Targa.

Targa Florio 1969 .... un handicap in più ... per la "più piccola" in gara ...

" ... La più piccola in gara era la Racer Bertone di Fusina/Re. I due piloti hanno terminato con gli occhi stralunati, a furia di guardare continuamente nello specchietto retrovisore per agevolare i sorpassi degli altri ..."

("Auto Italiana" 15 maggio 1969)

La foto è di quella Bertone Racer Fiat. Concluderà comunque ben 7 dei 10 giri previsti.

Targa Florio 1969 .... una donna ... pilota ai box ? Impossibile ! ....

... Un funzionario delle Forze dell'Ordine voleva cacciare dai box Gabrielle Konig che gareggiava con il marito Mark con la Nomad Spyder - anche se munita di regolare contrassegno - perchè, a suo parere, si trattava di un biglietto falso, non potendo essere vero che una donna corresse in gara. Quando gli è stato spiegato come stavano le cose, ci è rimasto molto male ... "

("Auto Italiana" del 15 maggio 1969)

L'immagine che proponiamo è di quella bellissima Nomad Mk.2 BRM N.252 di Mark e Gabrielle Konig. Alla Targa gli spettatori li chiamavano, affettuosamente, "i Konig". Sulle strade di Targa le immancabili scritte di vernice bianca ... spesso "contro" i temibili "avversari" di sempre ... le Porsche

Targa Florio 1969 ..... soltanto alle Targa Florio potevano accadere certe cose

Armando Floridia, Lui che è stato anche un vincitore assoluto di Targa Florio nell'edizione del 1976 in coppia con Eugenio Renna( "Amphicar" ), a distanzadi tanti anni ci ha raccontato una storia che ha dell'incredibile.Ma la cosa pià incredibile, per chi ha raccolto quella storia, è stata, in realtà, l'assoluta naturalezza con la quale Armando Floridia ( "Ypsilon1" ) la ha raccontata, come fosse una cosa del tutto "normale".Nell'occassione della Targa Florio del 1969, a turni di prova ufficiali praticamente ultimati per la Sua 911S, venne chiamato in disparte dai dirigenti del Team Porsche …… ; avevano un "particolare" problema da risolvere, e con una certa urgenza, …… ma erano in evidente difficoltà….. Il grande Vic Elford era "uscito" - in prova - con la Porsche 908.2 T/CAR ….. aveva praticamente distrutto l'avantreno per un non previsto incontro ravvicinato con un albero ….. La 908.2 T/CAR - con Vic da recuperare prontamente - era destinata a restare lì per il resto delle prove ufficiali ….. e l'esperienza di Casa Porsche diceva che in quel non breve lasso di tempo ben poco sarebbe rimasto della 908.2 ……… forse solo il telaio … La sfrenata passione dei siciliani per i "cimeli" di Targa era, infatti, proverbiale. Allora ecco che la - nascosta ma esplicita - proposta "indecente" viene formulata dai Dirigenti della Squadra Porsche ad Armando Floridia, allora Concessionario Porsche di Palermo …… sentite …. sentite …… anzi, leggete … leggete …

""Esci di nuovo col Tuo 911S, simula un altro - per Te ancora possibile - giro di prova, "imbarca" di nascosto in macchina un nostro meccanico e lascialo sul posto dell'incidente perché possa fare il "guardiano" a quella 908.2 T/CAR"" . Armando Floridia non ebbe nemmeno il tempo di capire esattamente cosa gli stessero proponendo che …… il meccanico Porsche si era già "coricato" dentro la Sua 911S, alle spalle dei sedili anteriori ( e tutti sappiano benissimo quale sia lo spazio utile nei sedili posteriori di una 911 …..), meccanico che era stato meticolosamente nascosto sotto un telone ….. E' del tutto chiato che non c'èra alcuna possibilità di manifestare il proprio dissenso … con lo staff ufficiale Porsche …… Armando, quindi, partì dal box di Floriopoli con l'imprevisto "ospite" …. ad andatura "prudente", anche perché quel 908.2 T/CAR era lontano, lungo il "Piccolo" ; …. .. la parte posteriore dell'abitacolo di quel 911, già angusto di suo, era stato alleggerito all'osso, e ad ogni curva, dosso, sobbalzo del 911, quel meccanico prendeva botte da tutti i lati, lamentandosi in tedesco …… una situazione grottesca …. ma Vi immaginate la scena ? ….. Dopo qualche chilometro il meccanico iniziò ad avere anche seri problemi di respirazione, sotto quel telone …… al punto che, non potendone più, e senza che Armando se ne accorgesse, iniziò a sollevare la testa da sotto quell'asfissiante telone… cercando "aria" ….. disperatamente …. Il pubblico, intanto, lungo il "Piccolo", …. attenzionava quella 911S n.70 per la sua andatura "stranamente" lenta, pensando avesse problemi tecnici …. ma oltre al pubblico questa attenzione venne prestata anche da alcuni commissari che si accorsero di quella "presenza" non ammessa ….. E per Armando Floridia, a Caltavuturo, venne esposta la bandiera di STOP. Si fermò e venne a galla "l'inghippo" …… La situazione era critica… Armando Floridia farfugliò qualche giustificazione ….i commissari verbalizzarono il tutto e segnalarono la inevitabile squalifica alla Direzione Gara. Armando Floridia era disperato. Ebbene, sapete come finì la storia ? Il Team Porsche intervenne immediatamente con tutta la sua "forza contrattuale" ….. risultato ? Squalifica revocata ! Irritualmente commutata in ammenda pecuniaria ! E secondo Voi quella "ammenda" ……. la pagò Armando Floridia o il Team Porsche ? Questa storia, assolutamente vera, in quel 1969 non la poteva scrivere NESSUNO ; ……. ce la poteva raccontare, dopo tutti gli anni trascorsi, soltanto un Amico di Targa Florio come Armando Floridia ….. e per questo lo ringraziamo di cuore. A proposito, per concludere, non fù fortunata la partecipazione di quella 911S n.70 a quella Targa 1969 ….. nel corso del primo giro la Porsche 911S n.76 di Claude Haldi e Jacques Rey ruppe il motore riversando sulla strada qualcosa come 12 chili di olio ……. Armando arrivò subito dopo proprio su quella pozza di olio e …… tirò dritto …… riuscì a riprendere … con il braccetto della sospensione piegato ….. arrivò a Floriopoli concludendo un giro e fù costretto all'inevitabile ritiro.

Armando Floridia ci onora di essere componente – nonchè socio fondatore – di questa Associazione Culturale Amici della Targa Florio

53^ Targa Florio - 4 Maggio 1969

Si annunciava un festival Porsche, lo stesso Ferdinand Porsche in persona era giunto in Sicilia per assistere alla corsa .La casa di Stoccarda allineava ben 6 modelli di 908 3000 cc. e se non bastasse anche 3 esemplari di 907. I piloti erano i migliori del parco Porsche distribuiti in accoppiate agguerritissime: Mitter - Schutz, Larrousse - Lins, Redman - Attwood , Elford - Maglioli per citarne alcuni. Niente Ferrari al via, solo qualche Alfa romeo, una 2000cc. per Galli - Giunti , e una 2500 cc. per Vaccarella - De Adamich. Come previsto dominio Porsche con la coppia Mitter - Schutz, primi al traguardo in 6 ore 07' 45" alla media di 117,649 km/h, secondi Elford - Maglioli con il giro record in 35'08" terzi Herman – Stommelen

***

Targa Florio 1969 ….. la Squadra Porsche vince a mani basse.

Promenade tedesca sul piccolo circuito delle Madonie anche nel 1969.Dieci parole, quante ne può contenere un flash d'agenzia di stampa o del Telegiornale Sport, sono sufficienti per sintetizzare l'antichissima corsa siciliana, prova valida per il Mondiale Marche, a commento dell'arrivo trionfale della vettura n.266, il prototipo Porsche « 908 », affidato al gigante Schutz e al compianto Gerhard Mitter, dominatori appunto della 53' edizione. Ben quattro bianche Porsche piazzate ai primi i quattro posti della classifica generale, una dietro l'altra come le innumerevoli lampadine multicolori che si inseguono di notte, nelle reclame luminose di Piccadilly Circus o Las Vegas per voler fare un esempio.Nell'epilogo, Porsche, Porsche e ancora Porsche: una supremazia schiacciante che già, a priori, ti inquadra chiaramente la situazione, ti aiuta, altresì, ad avere un quadro ben delineato di come si sia svolta la corsa. Gli antagonisti notevolmente distanziati o costretti ad abbandonare anzitempo il tracciato di gara per evidente inferiorità o per « avaria» del proprio mezzo meccanico. In trecentomila si erano dati appuntamento nei posti più ameni del circuito, nelle tribune di Cerda e sul rettilineo di Bonfornello con nel cuore la speranze di vedere primeggiare il «preside volante» Nino Vaccarella, profondo conoscitore dei mille segreti della Targa di don Vincenzo Florio.L'Alfa Romeo «33» di 2500 cc., considerata dai più come un jolly prezioso per operare un tentativo d'«arresto» della supremazia tedesca, però al sesto giro, mentre era alla guida il triestino Andrea de Adamich, era costretto al ritiro sospinta dai meccanici e uscendo, quasi a testa china dal sipario, per la rottura del motore.
La Porsche, senza fame mistero, con uno squadrone agguerrito, con un lavoro d'equipe meticoloso e preordinato sino all'esagerazione, era scesa in Sicilia per proseguire indisturbata la serie di successi per motivi di prestigio, di mercato e di pubblicità.Perfino Ferry Porsche presente a Floriopoli, in occasione del nono assoluto nella Targa Florio. Ma è bene rivedere i principali fotogrammi inerenti al ruolino di marcia dei vincitori Mitter-Schutz. Già al secondo giro, Mitter migliorava il record di Elford sul giro, siglando un 35'27"5 e dopo 72 Km. ancora, la Porsche «908» balzava come un felino in testa, inseguita da Hermann-Stommelen. Al quarto giro sfilava «leader» Schutz che nel frattempo, secondo regolamento, aveva dato il cambio al compagno Mitter. Via via i nostri due protagonisti figuravano sempre più saldamente al comando con a ridosso, intervallate fra loro, altre Porsche, quelle cioè di Redman-Attwood, Hermann-Stommelen, Elford-Maglioli.Capofila sempre la 908 n.266 che al settimo giro marciava speditamente con un vantaggio di circa cinque minuti. Sul traguardo sfrecciava così la coppia Mitter-Schutz. Si dovevano attendere tre giri completi della lancetta dei secondi per vedere concludere la fatica ad Elford-Maglioli, Hermann-Stmmelen e Wendt-Khausen.Al quinto posto Pinto - Alberti su Alfa Romeo «33» aveva il grande merito di spezzare la monotonia Porsche che però riprendeva tosto con le «907» di Dechenf-Koch e Manfredini-Selva, rispettivamente sesti e settimi in graduatoria finale. Sulla terrazza dei boxes, poi, con quell'afa insopportabile, fiumi di champagne e alloro per i vincitori Mitter-Schutz che non si stancavano di ripetere che era stato troppo facile vincere in casa. ….. cioè sul circuito della Targa Florio, ormai decisamente da considerare "proprietà privata" della Porsche !Vincenzo Bajardi

Targa Florio 1970 , Domenico Nicita ricorda

Quella edizione del 1970 che tu stai rimenbrando fu veramente eccezionale. Fu l'edizione la cui mia partecipazione fu travagliatissima . Ero iscritto nella categoria sport-prototipi cilindrata da 1600 a 2000 co una Fiat 124 preparatami da quel mago di Giani Pavia. Ridotta di 330 kg avendocreato in alluminio tuttidue sportelli ,il cofano anteriore e posteriore e parte della carrozzeria . Così combinata con un motore preparato al top , prova ne fu che girai 6 giri e potevo continuare a fare tutta la gara con piazzamento onorevolissimo se non succedeva che al quarto giro Scigliano Santo scomparse dai boxi e fui costretto a continuare contro il regolamento procurandomi la squalifica mentre ero nella terza posizione e continuando nella categoria avrei potuto piazzarmi meglio ancora per i ritiri di macchine bellicose. Così rimango nella storia della Targa l'unico che l'ha compiuto con grinta sei giri continuativi, oltre nel libro d'oro per il primo di categoria nell' Anno 1968 sport- prototipi mille di cilindrata su Fiat Abarth OT preparata da OSELLA ancora poco conosciuto.

Targa Florio 1970 .. quel "tormentone" del "rosso Porsche" per le TCAR

Gli Amici dell'Archivio Storico della Porsche di Stoccarda ci hanno inviato una rara foto che ritrae la Porsche 917K (ex Salzburg) utilizzata sulle strade del "Piccolo" nel corso delle prove private del mese di Marzo 1970 (la gara si sarebbe svolta nel maggio 1970 ); la 917/K appare ferma, nell'area di un distributore di benzina. Di quella vettura non è stata sin qui ritrovata alcuna foto a colori, ma gli appassionati hanno sempre "saputo" che la sua colorazione, come del resto quella delle altre TCAR 908/3 nell'occasione "scese" in Sicilia, era rosso, verosimilmente un "rosso mattone opaco".
Secondo certe "leggende" quella colorazione sarebbe stata "scelta" al fine di rendere simili le "tedesche" TCAR Porsche alle vetture "italiane" Ferrari o Alfa Romeo, onde evitare "boicottaggi vari", al loro passaggio, da parte dei "locali" ……
Abbiamo quindi chiesto, direttamente a "Casa Porsche", conferme o smentite. Così ci hanno risposto gli Amici tedeschi :" …. omissis ……. According to the red colour of the testing 908/3 and 917 in 1970, I asked Klaus ….. omissis ……. and he told me the story :The police in Sicily wanted that the testing Porsches will have this colour to be safer on the street.Just for safety, not about red according to Ferrari or Alfa.The Gulf sticker came on the car because of the sponsor Gulf and there was a Gulf filling station in the area where they tested the car at Sicily.So that's the true story, quite simple.Jens …."
* * *
" …. omissis …. In merito alla questione del colore rosso utilizzato per i test delle 908/3 e 917 nel 1970 ho chiesto informazioni a Klaus …… omissis.. che mi ha raccontato la storia:La polizia in Sicilia ha voluto che le TCAR della Porsche avessero quel colore per essere più "sicure" sulla strada.Solo per motivi di "sicurezza", quindi, e non per essere simili alle rosse Ferrari o Alfa.Gli adesivi della Gulf sono stati apposti sulle vetture per lo sponsor Gulf ed era presente, nella zona, una stazione di rifornimento della Gulf , utilizzata come "base" per i test delle auto in Sicilia.Quindi questa è la storia vera, molto semplicemente ….

Jens … "* * *Un grazie, quindi, agli Amici di Targa Florio Jens e Klaus ; speriamo di non sentire più in giro storie di presunti "boicottaggi" vari per le vetture della Porsche in prove libere ……..Ed a ben pensarci, anche se col senno di poi, ma che motivo avrebbero avuto - in Casa Porsche - di "mascherarsi" da italiane Ferrari o Alfa, utilizzando - poi - quell'improbabile tipo di rosso opaco, il luogo dei brillanti rossi Ferrari o Alfa ?Fù, quindi, "the police in Sicily" a chiedere espressamente alla Porsche quella colorazione sulle "test car" che avrebbero girato a circuito aperto, perchè quei "fulmini" fossero ben visibili per i "comuni guidatori di ogni giorno" ..... ma forse anche per tutte le Forze dell'Ordine che ...... saranno state ben allertate ....

Targa Florio 1970 ( 13 Marzo ) : Arriva la "spedizione" Porsche ……….

Foto molto particolare. E' una vera "rappresentazione teatrale" …… A Cefalù stanno in tantissimi … lì davanti ….. ad assistere all'apertura dei portelloni dei "Van Porsche" …. meraviglie ….. in "prima assoluta mondiale" ….. i nuovi - ancora grezzi - prototipi 908.3 ……; la Sicilia … la Targa Florio, allora, erano ….. l'ombelico del mondo ……. Ma la cosa particolare, se notate, è una : si vede chiaramente quella 908.3 ibrido ….. al primo piano …. ma intanto tutti stanno osservando quello che sta …. giù …….* * *" ….. Cefalù, 13 Marzo 1970 - La Porsche, come un orologio svizzero : la spedizione in Sicilia sul filo dei secondi, secondo un piano d'azione meticolosamente stabilito a Zuffenhausen, a due passi da Stoccarda.Nella mattinata di ieri - con un sole caldo che ha fatto impazzire di gioia una comitiva di turisti findaldesi - sono arrivati in avanscoperta i piloti Vic Elford , Leo Kinnunen e Rudi Lins, che si sono subito portati sul circuito della Targa Florio, su "muletti" 911.Ma alle quattro del pomeriggio, via Messina, sono arrivati nel piazzale prospiciente l'Hotel Santa Lucia due enormi van /camion. I meccanici si sono ritirati nella proprie camere e dopo un quarto d'ora esatto sono ridiscesi, dopo avere fatto doccia e barba, indossando le caratteristiche tute color gianduia. E subito al lavoro !Hanno aperto le enormi portiere per scendere a terra le vetture : due Porsche 914, una 917 e ben due nuovissimi prototipi 908, novità assoluta mondiale …. ".( Il Giornale di Sicilia - Vincenzo Bajardi)

Targa Florio 1970 ... l'equilibrista Laine, col 908/2, ... su tre ruote ......

In effetti è passato qualche mese dal giorno in cui chiedemmo all'amica Esa Illoinen di fornirci notizie e particolari inediti su quella davvero incredibile performance del compianto Hans Laine, che con la sua Porsche 908.2 del Team finnico A.A.W. (Antti Aarnio-Wihuri) aveva percorso parecchi chilometri di Targa Florio 1970, in gara, soltanto su tre ruote.Esa Illoinen è una nostra amica; una giornalista/scrittrice finlandese di automobilismo sportivo, collaboratrice di riviste specializzate del settore, che è venuta a trovarci in Sicilia, sul "Piccolo", nell'occasione della presentazione, a Mazara del Vallo, da parte di Casa Porsche, degli ultimi modelli Boxster.Questo Lei ci scrisse, dopo quella "visita", riportando direttamente le memorie di Hannu Kahi, in quel 1970 Team Manager della A.A.W. ( nostra traduzione dall'inglese )." ... Quando abbiamo raggiunto il Circuito dalla vicina autostrada ( nota : Esa, con un altro giornalista finlandese, era "fuggita" da Mazara del Vallo, con un boxster consegnato loro in prova, per una veloce visita sulle strade del "Piccolo" ), mi ha sorpreso quante curve è stato necessario percorrere prima di raggiungere Floriopoli. Così Hans Laine, nel 1970, ha davvero dovuto lavorare sodo per ritornare ai box su tre ruote !Questo è ciò che è accaduto nel 1970 : - Laine si imbattè in una foratura, con sgonfiamento non istantaneo della gomma, a Campofelice, o poco prima. In tal modo il pneumatico anteriore destro, afflosciandosi lentamente, causò sempre maggiori vibrazioni nella ruota, al punto che il dado della ruota stessa si allentò. E poco prima che il dado venisse espulso fuori dalla sua sede, liberando la ruota, Laine giunse sul lungo rettilineo (nota : è Buonfornello, per i non conoscitori dei luoghi).In quel frangente non fù difficile trovare un punto di equilibrio per la vettura sulla strada, perché c'era la possibilità di tenere sollevata la parte anteriore della vettura stessa grazie a quella alta velocità. Quando per Laine, poi, arrivarono le curve alla fine del rettilineo - così lui ha riferito - tutto andava bene per le curve a destra, ma non per quelle a sinistra, ove era un po' complicato …Tuttavia, secondo il Team Manager della Squadra AAW che era presente ai box, il danno fù limitato. Non ebbero necessità di cambiare il disco, soltanto leggermente graffiato.Ciò che invece causò realmente ritardo nel pit-stop fù il fatto che il Team non disponeva, al momento ai box, di una ruota di scorta. Quando la macchina apparve improvvisamente da dietro la curva su tre ruote, il Team Manager Kahi si fiondò sul retro del box verso uno dei camion della Squadra per recuperare una ruota, e fù lì che si perse del tempo. Kahi ritiene che sarebbero finiti secondi senza tutto quel ritardo ... ".Quella bellissima foto proposta fù scattata a Floriopoli, il giorno delle prove, dall'allora mio compagno di liceo Vittorio Viola. Quella è esattamante la Porsche 908/2 n.18 del Team AAW, affidata alla coppia Hans Laine e Gijs Van Lennep; alla fine sarà 4^ assoluta. Per tanti anni sono rimasto col dubbio di chi potessero essere i personaggi protagonisti di quella foto. La conferma ce la ha data, dopo decenni, Hannu Kahi dalla Finlandia, tramite l'amica Esa : alla guida della 908/2 c'era proprio il compianto Hans Laine; fuori dalla Porsche, con il casco in mano, lo stesso Kahi, Team Manager AAW.Grazie agli amici di Finlandia Esa Illoinen ed Hannu Kahi, e grazie a Vittorio Viola, socio dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio, per la sua splendida foto.

Targa Florio 1970 - la movimentata verifica di quella "MGC" Da 3.000 CC

Non troverete mai, in Targa 1970, in gara, una vettura punzonata con il n.8 o con il n.10.

In assenza del n.2 ( il Porsche 917 Salzburg "ritirato" dalla Squadra in prove ), allo start partirono, in progressiva sequenza numerica ( soltanto numeri pari ), la n.4, la n.6, saltando poi alla n.12 etc., etc.

E questo dal momento che la n.8 era stata "iscritta" dal Team AAW ed avrebbe dovuto essere uno strepitoso Porsche 917 AWW ( con Van Lennep / Laine ) quale alternativa al 908/2 AWW che poi gareggiò, mentre il n.10 era stato in origine riferito alla MGC di John Chatham ed Alan Harvey che venne poi sostituito col n.44, in quanto la vettura, alle verifiche, venne "spostata" dalle S5.0 ( ! ) alle P3.0 ....

Sulla "vicenda" l'amico maltese Joe Anastasi, presente nell'occasione delle verifiche su quella vettura, ci ha raccontato che il tecnico verificatore, aprendo il cofano, contestò l'iscrizione della vettura tra le S.5 ma in realtà Lui riteneva, al contempo, che quella fosse una MGB (motore 4 cilindri da 1.800 cc.) e non una MGC (motore 6 cilindri da 3.000 cc.).

A poco sarebbero valsi i tentativi di spiegazioni di Chatham, anche tramite gli interventi amichevoli di Joe Anastasi ; quel commissario, per quanto possa sembrare strano, ignorava l'esistenza della MGC da 3.000 cc., e quindi, in piene reciproche contestazioni, stava, in ultimo, rifiutando la vettura.

Soltanto dopo vibranti insistenze si ritenne di poter iscrivere la vettura alla gara, ma soltanto tra le P3.0 - per intenderci tra le 908/3 - e ciò, come detto, nonostante fosse una macchina, come Joe Anastasi ancora conferma, di produzione, e non un prototipo …..

E John Chatham ? Diciamo che "se ne fregò alla grande" , accettando l'assurdo inserimento della sua vettura tra le P3.0, pur di correre comunque alla Targa.

La foto proposta, che mostra quella MGC ai box di Floriopoli, è di S. Tino.

Targa Florio 1970 .... quel "diavolo" di un Courage .....

" ... Spettacolo Courage. Tutti avevano qualche problema, i piloti dell'Alfa. Chi voleva le ruote piccole, chi quelle grandi. Maglioli poi faceva impazzire con i rapporti al cambio. Solo Lui, Piers Courage, sorrideva e basta. Per Lui, " tutto bene " . E in tre giri ha fatto il record in prova dell'Alfa ( quarto tempo assoluto della vigilia ), a soli 55'' da Siffert ! ... "("Autosprint " - maggio 1970)E guardate che quella performance di Piers Courage, alle "prove" della Targa, ce la ritroviamo - e questo è davvero incredibile - accuratamente descritta nel suo palmares, in un prestigioso sito internet ………" ... omissis .... In May, at his first attempt in the infernal Madonie 72 kms circuit, during practice of the Targa Florio he got the 4th time, just after Siffert, Elford and Vaccarella, three of the greatest drivers of the Targa, and in front of Rodríguez, Van Lennep, Larrousse and other road specialists.…..omissis ... Nel mese di maggio, al suo primo tentativo nell'infernale circuito delle Madonie di 72 km., durante le prove della Targa Florio, ottenne il 4 ° tempo, subito dopo Siffert, Elford e Vaccarella, tre dei più grandi piloti della Targa, e davanti a Rodríguez, Van Lennep, Larrousse e altri specialisti della strada ….. "Insomma, per la storia di un pilota, anche le buone prestazioni "semplicemente" in prova alla Targa Florio erano qualcosa di "prezioso", da "sottolineare".Nella foto : Una immagine davvero curiosa. Pier Courage in prova, con la sua Alfa Romeo T33/3 n.28, dà un passaggio a Toine Hezemans, appiedato lungo il Circuito.

Targa Florio 1970 .... c'era anche la "periscopio" di Guido Garufi ....

Capitava, in quegli anni, che frequentassi spesso - ovviamente soltanto da giovane spettatore - le cronoscalate siciliane; in verità molte me le sono perse, per l'eccessiva distanza dalla mia città, come molte, invece, me le sono gustate "alla grande".C'era un nome di un pilota che si legava quasi sempre a quello dell'Abarth, sia in quelle tante cronoscalate, sia nelle inimitabili Targa Florio, ed in alcuni anni, in particolare, quel nome si legò ad un modello di Abarth un pò "speciale"; un modello che aveva l'indiscussa qualità di "affascinare".La sua livrea, il suo interminabile scarico posteriore a sbalzo ed "a tromba", ma soprattutto il suo "periscopio", la rendevano "unica"; quel nome di pilota era Guido Garufi, e quel modello di vettura era l'Abarth 1300 OT.Quell'anno, era il 1970, Guido Garufi schierò in Targa la sua Abarth 1300 OT "periscopio". La condusse in coppia con "Black & White", ed alle punzonature le venne assegnato il n.236.Avrebbero fatto una gara eccellente : 34' assoluti e primi della classe S1.3, con otto giri conclusi degli 11 previsti.Antonio Garufi, figlio del compianto Guido, ha oggi regalato al sito della nostra Associazione Culturale Amici della Targa Florio la foto che proponiamo ; è bellissima ed inedita. La foto ritrae suo padre, vicino alla OT, schierata a spina di pesce in prossimità dei box di Floriopoli, e l'immagine è semplicemente spettacolare.E' una apoteosi di "rossi". Sono infatti ben visibili anche la Porsche 911S n.86 di Claude Haldi e "Mirage" (Porsche Club Romand) e la Porsche 911S di Sylvain Garant e Bernard Cheneviere (Andrè Wicky Racing Team).Ricordiamo che la scocca di quella OT 1300, realizzata in vetroresina, fu disegnata da Scaglione, che - dicono - si fosse ispirato alla silhouette della Ferrari 250 GTO. Il "famoso" periscopio dell'OT - un tocco d'artista in mezzo alle linee armoniose della vettura - era una presa d'aria esterna utilissima, destinata ad areare l'abitacolo nei periodi estivi. Infatti, il motore bialbero a doppia accensione, con la scarsa ampiezza dei vetri scorrevoli della vettura, contribuiva non poco a surriscaldare l'abitacolo. Fu così che nacque il periscopio, che ha sempre caratterizzato il modello.Ovviamente, in quella OT, per quella calda Targa "siciliana"..... il "periscopio", smontabile all'occorrenza, venne tenuto lì, ben fissato .......Il nostro grazie per il documento fotografico - davvero bellissimo - va al nostro Amico Antonio Garufi. Questo piccolo nostro ricordo è in memoria di Suo padre Guido.

Targa Florio 1970 ..... quel Larrousse andava come un fulmine ..

. Forse qualcuno ricorderà che nelle prime ore mattutine di quel 3 maggio 1970 sul "Piccolo" piovve, e non poco. Al momento dello start a Floriopoli, fortunatamente, aveva già smesso da un pò ma, in alcuna parti del tracciato, c'erano ancora presenti, oltre all'umido sparso, insidiose pozzanghere d'acqua.

In quella Targa c'erano le migliori vetture ed i migliori piloti del mondo, ma in quel primo giro il più forte fù quel Gerard Larrousse con quella 908.2 "Flunder" n.26 della Martini International.

Guidò quella impegnativa 908.2 come fosse in un vero e proprio rally. Continue intraversate controllate; per il pubblico fù uno spettacolo unico.

L'Associazione Culturale Amici della Targa Florio ha .... molti amici ... tra questi Paolo Cigno. Ci ha mandato una spendida foto di quel primo giro di quella Targa Florio 1970. Ritrae esattamente quel Larrousse, nei pressi di Collesano, con la sua 908.2 completamente intraversata sul viscido dell'insidioso tracciato di Targa. Vi assicuriamo che la posteriore destra sta totalmente dentro una pozzanghera d'acqua posta poco oltre il ciglio della strada. Altre analoghe foto mostrano vetture passare da quel medesimo posto mandando letteralmente alle stelle schizzi d'acqua provenienti da quella pozzanghera.

Un'altra pozzanghera, intanto, sta avanti la 908.2, a pochi metri ...... la Targa Florio era una gara UNICA !

La foto è stata scattata dal Dr. Alfredo Mattaliano , appassionato di Targa e cugino dell'amico Paolo Cigno. Un ringraziamento va a Lui per la Sua affettuosa disponibilità nei confronti del nostro sito.

Targa Florio 1970 ...... erano due le 512S ...... una divenne la T6 ......

L'Amico Gabriele del Castillo ci ha inviato questa altra immagine di Targa Florio 1970, ed insieme alla foto ci ha inviato un suo ricordo di quel lontano 1970. Non è molto diverso da tanti altri dei nostri ricordi di quegli anni.

" .... Ricordo anche che nel 1970 ero andato a studiare a Milano, e già era tempo di esami, ma per vedere la Targa ho preso il treno il venerdì sera ( 22 ore ... ), sono arrivato a Termini Imerese, ho visto la corsa e la domenica stessa ho ripreso il treno a Termini Imerese per rifare il ritorno. Cose che solo da "picciotti" (ragazzi) e con grande passione si possono fare ... ".

A riguardo di quella foto possiamo osservare che quella 512S appare appena arrivata a Floriopoli. La Sua livrea e la sua configurazione "ci dicono " che - probabilmente - quella potrebbe essere una delle due 512S destinata al ruolo di TCAR e che avrebbe poi avuto, per le prove, il n.T6.

In ogni caso, al momento, quella 512S è ancora priva, sul muso, delle appendici aerodinamiche ( spoilers ) poi montate, in diverse versioni, per le prove; sul cofano anteriore sono visibili i due adesivi quadrati Shell, mentre i plexiglas dei finestrini laterali sono di misure ridotte, e tutte queste caratteristiche "esterne" - mantenute per tutte le prove ufficiali - la distingueranno da quella che poi sarà la 512S "da gara".

Targa Florio 1970 ........

L'Associazione Culturale Amici della Targa Florio - Palermo ringrazia gli Amici di "Porsche Werkphoto" per aver consentito la pubblicazione, nel proprio sito www.amicidellatargaflorio.com , di immagini - fotografiche ed in filmati d'epoca - di Targa Florio, tratte dal loro Archivio Storico.
Per una giovane Associazione Culturale come la nostra, costituita da pochi semplici appassionati, questo è motivo di grande onore ; "Porsche Werkphoto" è una diretta promanazione dell'Archivio Storico del Museo Porsche di Stoccarda.
La Porsche non ha mai dimenticato la Targa Florio ed anche questo atto di disponibilità nei confronti degli appassionati ne è una ulteriore conferma.
Le immagini saranno di volta in volta pubblicate loggate come da accordi intercorsi con " Porsche Werkphoto ". L'Associazione non è responsabile di eventuali successive manipolazioni - da parte di terzi – delle immagini " Porsche Werkphoto " pubblicate su queste pagine.


Nella foto siamo alla Targa Florio 1970 - La Porsche Carrera 906 n.90 iscritta dalla Scuderia Pegaso di Palermo. L'equipaggio era composto da due esperti gentleman drivers palermitani ; Ferdinando Latteri e Nino Todaro. Concluderanno soltanto 7 giri degli 11 previsti, classificandosi quarti nella classe S2.0.

Targa Florio 1970 .......Posta per noi ................

Il postino ha bussato alle porte di alcuni componenti della nostra Associazione Culturale "Amici della Targa Florio". Sono arrivati piccoli doni dai lontani U.S.A. .... ; ma sono poi così lontani, gli U.S.A. ? In realtà le immagini che proponiamo dimostrano che i ricordi delle mitiche Targa Florio degli anni settanta accorciano, e di molto, le distanze ......" ... Florida - Nov. 10, 2009Dear Salvatore, Many thanks for all the fine photos ! Of course, I never saw then before, they are very interesting ! I hope all is going well for you, perhaps one day we will meet ! Kind regards,
Brian Redman. ..."

Targa Florio 1970 …. per fortuna … senza pioggia …..

Quella mattina del 3 maggio 1970 ci trovavamo lì, a Floriopoli. Quell'anno - avendo optato per le Tribune piuttosto che per una delle tante affascinanti curve del "Piccolo" - eravamo "partiti per la Targa" in macchina, molto presto, lasciando una Palermo ancora praticamente al buio, nelle primissime ore del giorno.Non ci rendevamo conto - allora - che avremmo assistito, in quella giornata, ad una delle edizioni "top" della storia della Targa Florio. C'erano davvero tutti i migliori piloti del mondo, c'erano davvero tutte le migliori squadre del mondo, c'erano davvero tutte le migliori vetture del mondo. Era, insomma, l'apoteosi. La più bella, inimitabile gara su strada del mondo.Arrivammo lì, quindi, molto presto. Noi ferraristi, già timorosi per le reali possibilità di quell'unica pesante ed "assetata" 512S rispetto a quello stuolo infinito di fameliche ed agili Porsche, eravamo avviliti. Lo scenario che ci si parò davanti era, infatti, per "noi", sconfortante. Tutta Floriopoli, come del resto tutta la strada provinciale per arrivare sin lì, era bagnata. La pioggia era stata la padrona delle prime ore di quel nuovo giorno. Ancora piovigginava, ancorchè flebilmente, ed a tratti.Eravamo sconfortati, quindi, noi ferraristi. In quelle condizioni la 512S non avrebbe avuto alcuna possibilità, come nel 1966 era stato per la mitica P3 di Vaccarella - Bandini. Quell'anno la 512S stava in mano a Vaccarella ed al compianto Giunti.Le Porsche 908/3 - il mitico "arrogante" poker d'assi - stavano lì davanti a noi, ordinatamente schierate lungo i box, a spina di pesce, semicoperte con dei grossi teloni, a riparo dalla pioggia e dall'umido.Nella foto proposta : La 512S "ufficiale SEFAC" - uno spettacolo a vedersi - uscì dalla mezzeria dei box spinta dai meccanici. Era la fase preparatoria al suo trasferimento al vicino "start", sotto il ponticello in ferro di Floriopoli ……. E subito dopo, una delle solite scene meravigliose di Targa ….. il meccanico alla guida della 512S, col motore che ulula a cadenze regolari per i vari altalenanti "su di giri", in retromarcia verso lo start. Il tempo, per fortuna, tendeva al veloce miglioramento e l'umido sulla strada andava asciugandosi …..La gara prese poi l'avvio senza pioggia, ma in quel primo giro, in alcuni tratti del "Piccolo", si videro scene da rally, ancorchè quella fosse - in realtà - una prova di Campionato Marche Costruttori ….Quella del 1970 fù la più grande Targa Florio degli anni moderni. Fortunato chi l'ha vista. Mai più uno spettacolo come quello.Per la foto si ringrazia Federico Marino

Targa Florio 1970 ….. quei "trenini" di auto dentro Cerda …..

Gli Amici di "Porsche Werkphoto" ci hanno inviato immagini di Targa Florio semplicemente spettacolari. E la cosa che ci piace sottolineare è che le foto dell'Archivio Porsche non riguardano soltanto vetture Porsche della "Casa", ma anche quelle di "semplici" privati.Per alcune istantanee, poi, si ha la precisa sensazione che le protagoniste non siano né le Porsche né i suoi piloti ; la protagonista assoluta pare sia - piuttosto - la Targa Florio.Questa nostra sensazione, crediamo, viene confermata ammirando questa immagine, semplicemente "sublime".Siamo dentro l'abitato di Cerda, il primo paese dopo lo start di Floriopoli. Quello è il lungo ma sconnesso rettilineo che attraversa il paese. Le vetture lì viaggiavano a velocità sostenuta. Spesso si ammiravano dei "trenini" di auto …… da infarto ….Nella foto : davanti la Porsche 911S di Libero Marchiolo e Antonio De Castro (1^ della classe GT2.0) ; dietro l'A.R. Giulietta Spider di Silvestre Semilia e Giuseppe Crescenti (ritirata nel corso del 7° giro - gearbox) ed infine la Lotus Europa di Stefano Sebastiani e Roberto Nardini (7^ della classe GT1.6). La cornice : Cerda e la Targa Florio

Targa Florio 1970...Quelle prove di Marzo

Cari Amici di Targa Florio, frequentatori di questo nostro "giovane"sito,

.... se Voi siete come .... siamo noi ... a proposito di Targa Florio ... cioè ... irrimediabilmente "pazzi da catena", converrete con .... noi ..... che ci sono alcune vetture di Targa che ...... fanno venire la febbre... si, proprio la febbre; sono vetture che si portano addosso ... un "vissuto" particolare, "storie" uniche, "aneddoti" speciali; insomma, ogni qualvolta ci imbattiamo nella "scoperta" di una nuova immagine inedita di qualcuna di "quelle" vetture ..... andiamo fuori di testa ....

questo il preambolo ...

... io non so se anche per Voi, in quel 3 maggio 1970, andò così ...., ma a me ... andò proprio così .... ed avevo ... appena 16 anni ....

.... mi portarono, quell'anno, alle tribune di Floriopoli. Lì consegnavano il "Numero Unico" - sulla Targa Florio - dell'Automobile Club di Palermo, ed a quel tempo ...... tanto per essere chiari .... non erano i "Numeri Unici" dei nostri recenti anni ..... erano pubblicazioni ove i "collaboratori" erano nomi come Nino Aquila, Vincenzo Bajardi, Roberto Bonetto, Gianni Cancellieri, Pino Fondi, Paul Frère, Luigi Gianoli, Denis Jenkinson, Giulio Mangano, Pietro Rizzo, Marcello Sabbatini, Nino Vaccarella.

Basta leggere le recenti pagine di editoria giornalistica palermitana per vedere .... in che mani siamo finiti ... a proposito di articoli ( articoli ? ) sulla Targa Florio .......

Bene, in quel "Numero Unico" della 54^ Targa Florio del 3 Maggio 1970, ed esattamente a pagina n.26 ed a pagina n.40, stavano due immagini in bianco e nero, rispettivamente riferite alla 908/3 "ibrido" ( targa : S-U 3910) ed alla 917K ( targa : S-U 3912), entrambe T/CAR. Stavano in quel "Numero Unico", e potevano stare lì dentro proprio perchè erano immagini scattate durante le "datate" prove private "libere" della Porsche nel mese di marzo, e la gara si stava facendo a maggio .....

Rosse, erano rosse quelle TCAR .... giusto per renderle ancor più "particolari".

Su quelle TCAR sono nate e si sono sviluppate storie e congetture infinite.

Ora, dissepolta da anni di .... oblio .... abbiamo trovato questa assolutamente inedita immagine a colori della Porsche 909-908 TCAR "ibrida" ..... ; la possiamo ammirare ancora con quella piccola "gobba" sul cofano anteriore ... che ci induce a citarla come 909 .... non 908 .... e la sua targa è la mitica S-U 3911. Alla guida ? A noi pare il grande Vic .... Voi come la pensate ? Quella TCAR sta ancora con il radiatore ed i temporanei "parzializzatori" ..... con gli adesivi .... giusto per "testare" le temperature di esercizio ottimali .... per la successiva gara.

Si, quelle sono "prove"; e pensiamo che non siano "prove" di marzo ..... ma prove di maggio ...

La Targa Florio era una gara UNICA ! Anche per quello che accadeva "soltanto" in prova.

La foto, spettacolare e mai vista prima, è un regalo al sito da parte di Armando Floridia, Amico di Targa Florio e socio fondatore dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio. Il nostro ringraziamento va a Lui.

54^ Targa Florio - 3 Maggio 1970

La Porsche ha vinto anche la Targa Florio. E' il suo decimo successo nella corsa siciliana, il quinto consecutivo . Si sono affermati Jo Siffert e Brian Redman , sulla nuova «908» tre litri, davanti ai compagni di squadra Rodriguez e Kinnunen. Per tutti, champagne a volontà, abbracci, in un clima di generale euforia. I tedeschi e gli inglesi della scuderia Gulf Porsche si sentono ad un passo dal titolo mondiale: in classifica hanno ora 42 punti , ancora una vittoria e la sfida con la Ferrari sarà conclusa. Proprio la Ferrari, venuta in Sicilia con una sola macchina, la « 512 S » di cinque litri, con Ignazio Giunti e Nino Vaccarella, ha offerto una splendida prova, impegnando severamente le rivali di Stoccarda e dimostrando di essere veramente l'unica avversaria della Porsche, sia che le gare si svolgano in circuito sia che abbiano come teatro le strade di montagna della «Targa». Giunti e Vaccarella, neppure in buona salute (e non è una scusa, è la semplice verità), hanno ottenuto il terzo posto portando molto bene la loro grossa e fin troppo potente vettura per le mille curve del circuito delle Madonie. « Avremmo meritato di inserirci tra Siffert e Rodriguez ha detto Giunti . Questo risultato, per noi, è un po' una pillola amara». In effetti, i due piloti della Ferrari, dopo avere concluso il primo giro in settima posizione (un primo giro disputato su una strada cosparsa di fango, terriccio e chiazze d'acqua per un violento piovasco scatenatosi nelle prime ore del mattino), sono via via risaliti inserendosi autoritariamente fra le macchine dello squadrone Porsche. Quinti al secondo e terzo passaggio, terzi al quarto, secondi al quinto, Giunti e Vaccarella hanno concluso il sesto giro al comando della gara, fra l'entusiasmo delirante della folla. In proposito, un dato: sui 72 km del circuito, si calcola che ci fossero 500 mila persone. La polizia stradale ha comunicato che soltanto da Palermo e dintorni sono partiti per la zona della competizione ben 68 mila autoveicoli, con la conseguenza di creare un ingorgo formidabile, tanto che la partenza è stata spostata dalle 8 alle 9,15 per permettere alle ambulanze previste per la gara di raggiungere i posti di pronto soccorso. Ma torniamo alla corsa. Preceduta dall'unica Ferrari « ufficiale », gli uomini della Porsche sono passati alla controffensiva, riuscendo in quattro passaggi a superare il duo di Maranello. Va anche rilevato che rispetto alle « 908 », la Ferrari ha dovuto compiere cinque soste, ossia due in più. Il che si può tradurre in una perdita di circa due minuti. D'altra parte, è inevitabile che una cinque litri consumi molto di più di una tre litri (ogni due giri, la Ferrari «beveva» circa 100 dei 120 litri di carburante contenuti nei suoi serbatoi). Inoltre nel corso del decimo giro, Vaccarella ha toccato violentemente con la parte anteriore della macchina in una cunetta. « L'avantreno vibrava ha spiegato poi , ed ho preferito fermarmi a Polizzi per un controllo». Sia Giunti che Vaccarella hanno terminato questa Targa Florio con le mani piagate. « Il conto dei cambi non l'ho fatto ha detto Giunti ma certo sono più di mille a giro ». I due piloti erano affaticati, certo più di quelli delle Porsche, ma c'è una bella differenza fra il portare una vettura che pesa mille chili ed un'altra di 550. Lo stesso Wyer gran capo della scuderia Gulf-Porsche, era ammirato della Ferrari e dei suoi piloti. «Bravissimi , ha dichiarato. Alla Porsche, ieri, non hanno avuto molti problemi, a parte una certa ansia nel vedere che la Ferrari stava tenendo testa alle « 908 » costruite appositamente per questo circuito. Delle quattro Porsche preparate per la « Targa », una sola è stata costretta al ritiro. Quella di Elford-Herrmann. Al primo giro, Elford è finito sul fango smottato dalla montagna, ha compiuto un testa-coda ed è uscito di strada rompendo una sospensione. Lui è rimasto illeso, ma la macchina non era più in condizione di proseguire. Stessa sorte ha avuto Umberto Maglioli, che era al volante di una delle tre Alfa « 33.3 », di 3000 cmc schierate dalla Casa milanese. Per un fatto veramente singolare, tutte e tre le auto sono uscite di strada. Prima Maglioli, appunto, e poi Masten Gregory e Courage. Chiti, D. S. della squadra, ha detto: «Con De Adamich e Courage avremmo potuto arrivare terzi o quarti. Peccato . Bene, invece, la Lancia, nona assoluta con Claudio Maglioli e Munari sulla Fulvia HF 1600, che si è imposta brillantemente nella categoria gran turismo. Poche le vetture arrivate, molti gli incidenti sui 792 km della gara, ma nessuno grave. Il più serio è accaduto quasi al termine, quando la Porsche di Attwood-Waldegaard ha tamponato la MG di Chatam-Harvey, che è uscita di strada investendo di striscio uno spettatore, che ha riportato la probabile frattura di una gamba. Nonostante questo, un bilancio ancora positivo per la Targa Florio, in cui ogni anno si va sempre più veloci. Lo dimostra il giro record di Kinnunen (33' 36'', alla media di 128,571 km orari .

Michele Fenu (La Stampa)

Targa Florio 1971 Salvatore Calascibetta racconta ...

Salvatore Calascibetta debuttò in Targa Florio L'8 maggio 1960 guidando una Osca MT4-1100S in coppia con Mario Raimondo e ritirandosi nel corso del 5° giro di gara. Egli partecipò alla Targa ben 13 volte nell'arco della sua carriera sportiva, ottenendo risultati notevoli sia in classifica assoluta che in quella della propria categoria.

In questo articolo ci racconta della sua Targa del 1971 con l'Opel Conrero.

Nella categoria Granturismo classe fino a 2000 c.c. partecipano molte Porsche dei modelli 911 e 914 curate da preparatori italiani ed europei molto agguerriti.

Avversarie delle Porsche furono le vetture della squadra ufficiale Opel che si presentò in gara con tre modelli 1900 GT, preparate da Virgilio Comero. Le tre auto furono affidate agli equipaggi Salvatore Calascibetta-Paolo Monti, Giuseppe Marotta-Giampaolo Benedini e Giorgio Pianta-Pino Pica.

ll venerdì antecedente la gara proviamo la Targa con un muletto, dato che le auto ufficiali non erano ancora pronte. Finalmente la domenica mattina ci consegnano le macchine prima della partenza ed iniziamo i giri della nostra gara ; per un puro caso le tre Opel in gara si compattano come un trenino con l'andatura da me stabilita secondo la mia esperienza e conoscenza per le molte Targa Florio a cui ho partecipato.

Percorriamo parecchi chilometri sempre con la mia auto colore oro e col numero di gara 60 a fare da battistrada, finché i miei compagni di squadra non decidono di superarmi volendo imporre alle loro auto un ritmo di gara molto più alto e utilizzando freneticamente il cambio a 4 marce e con un maggiore logorio generale del mezzo meccanico.

Facilitai il sorpasso, consapevole e convinto che il ritmo da me scelto era il migliore per portare al termine quella Targa Florio con avversari importanti e qualificati. Dopo pochi giri ritrovai i miei due compagni di squadra della Opel Conrero fermi in avaria meccanica lungo il percorso mentre noi restammo al comando nella classe 2000 GT precedendo tutte le Porsche.

All'ultimo giro, avevamo un vantaggio di qualche minuto sulla Porsche più veloce, quella di Giorgio Schon e Girolamo Bertoni ; nella discesa di Scillato (a circa metà percorso) sentii un rumore provenire dalla ruota posteriore sinistra e da quel momento riuscii a percorrere con la velocità dovuta tutte le curve a sinistra mentre avevo enormi problemi a percorrere in velocità quelle a destra per una evidente mancanza di tenuta di strada sul posteriore sinistro.

Continuai il percorso di gara senza essermi reso conto bene di cosa era accaduto alla meccanica della mia macchina e lungo il rettilineo di Buonfonello venni superato da due Porsche che esprimevano con il loro cambio 5 marce almeno 35/40 Km in più della mia Opel.

Malgrado il vantaggio del tratto veloce da parte delle Porsche cercavo di resistere con un certo rischio nei curvoni veloci, dato che la mia auto si impennava nelle curve a destra e ciò fino al traguardo.

Per differenza rispetto ai tempi di partenza riuscii a tagliare il traguardo con ancora qualche secondo di vantaggio sulla Porsche di Schon-Bertoni, vincendo così la mia classe e piazzandomi al 9° posto assoluto in classifica generale.

Subito dopo il traguardo la ruota posteriore sinistra si afflosciò completamente andando a toccare con il cerchio l'asfalto. Grande fu la contentezza dello staff Opel per il successo conseguito che forse fu l'unico contro le Porsche in gare di velocità ; ricordo i salti di gioia e la commozione di Virgilio Conrero per quella vittoria.

Storia riproposta e tratta da un gratuito opuscolo divulgativo "100 anni di Targa Florio 1906 - 2006" - con paternità dell'editore non rinvenuta.

Targa Florio 1971 - Jo Bonnier .. lui come i grandi "vecchi" piloti di Targa

In quella Targa 1971 l'elvetica Scuderia Filipinetti portò in Sicilia due Lola T212 Ford, iscritte nella classe P2.0. Le due vetture, cui furono attribuiti i numeri di gara 14 e 19, vennero affidate, rispettivamente, alle coppie di piloti Jo Bonnier/Richard Attwood e Mike Parkes/Peter Westbury.

La foto che proponiamo, questa volta, non è di una vettura, bensì di un pilota. Quella è una foto veramente incredibile; è fissata nell'immagine il volto - letteralmente stravolto dalla fatica - di Jo Bonnier, appena sceso ai box di Floriopoli dalla sua Lola, per il previsto cambio con Attwood.

Quell'immagine evoca scene già viste anche in tante altre gare "normali", ma di epoche "remote". Ma non per la Targa Florio. La Targa, anche nell'epoca "moderna", restava una eroica gara "antica". Lì siamo nel "moderno" 1971, eppure Jo Bonnier ha lo stesso volto di altri piloti di Targa di "altri tempi" ..... come Divo alla fine della sua gara sulla sua Bugatti alla Targa del 1929, come Taruffi sulla sua Lancia D24 a quella del 1954, come Barth sulla sua Porsche 718 RSK a quella del 1959, e così via.

Quell'anno Jo Bonnier - gran pilota con infinite pregresse esperienze in Targa - pur avendo a disposizione una vettura scoperta, optò per il casco "normale", con occhialoni, diversamente dal suo compagno Attwood, che preferì l'integrale.

Sorge il sospetto che il "navigato" Bonnier conoscesse molto più del giovane Attwood l'insidioso caldo "africano" di Targa. Ci sono innumerevoli immagini di Bonnier in gara, in quella caldissima Targa del 1971, che lo ritraggono, nei primi giri, con il sottocasco bianco a coprire gran parte del volto, ed integralmente la bocca, che tuttavia appare come "stampata" sul tessuto del sottocasco ; nei giri successivi quel sottocasco lo vediamo completamente abbassato, tirato giù, sin sotto il mento, con il volto - quindi - scoperto, e spesso la bocca la vediamo aperta, come a cercare "aria". Ecco il motivo di quel volto in quella foto ; una maschera scura che pensiamo, ragionevolmente, poter essere una mistura di polvere, di olio "sparato" dalle vetture che precedevano la sua Lola, e -perchè no - di abbronzatura siciliana ......

"Jo" anche quell'anno farà una gara fantastica ; terzo assoluto dietro le due più potenti Alfa T33/3, e primo della sua classe P2.0. Grande Jo Bonnier.

Targa Florio 1971 .....Quelle incredibili retromarce

Quella mattina del 16 maggio 1971 ce ne stavamo a Floriopoli. Avevamo disponibile uno dei tanti "palchetti" numerati in muratura - con tavolino pieghevole e sedie - che stavano nella prima tribuna coperta, proprio davanti ai box. Eravano giunti lì per tempo, ed assistemmo a tutti gli elettrizzanti preparativi per la partenza della gara. Una sorta di "crescendo rossiniamo" di adrenalina pura. Sullo sfondo, i box gremiti all'inverosimile di vetture da gara di ogni tipo, alle prese con gli ultimi controlli. Man mano che il tempo passava i commissari sollecitavano le squadre ed i piloti a prendere ordinato posto sulla griglia di partenza. Quel viavai era una cosa fantastica a vedersi e ..... sentirsi. Alcune vetture - e parlo di quelle dei team ufficiali, nell'occasione in mano ai meccanici - furono portate dalla zona box/parco chiuso fin sotto in pontile in ferro in zona start, utilizzando direttamente la retromarcia. Una delle foto da noi allora scattate "immortala" - esattamente in quel frangente - la mitica n.8, la Porsche 908/03 di Gerard Larrousse e Vic Elford ( Martini International Racing ) ; il meccanico pare si sia leggermente "sollevato", guidando quel mostro, usando la dovuta attenzione e prudenza. Quella mattina quel mostro passò davanti ai nostri occhi soltano a pochi metri, come tutte le altre vetture, del resto ......... praticamente ad una ad una .......Un vero spettacolo ........
Pensiamo che questo "neo creato" sito possa essere oggetto di "visite" anche dagli amici della Targa Florio di "palato fine". Allora, proprio per questo motivo, Vi andiamo anche a raccontare chi sono "gli altri" ..... della foto ..... da sinistra a destra .....
- la n.101 è la Alfa Romeo GTA di "Paul Kris" e Benedetto Montecatini;
- la n. 20 è la AMS Ford di Ugo Locatelli e Giampiero Moretti;
- la n. 72 (nascosta) è la Abarth 1300 S di "Frank Mc. Boden" e "Papillon" (Scud.Brescia Corse);
- la n. 95 è la Lancia Fulvia HF di Giovanni Martino e Giancarlo Galimberti;
- la n. 108 è la Lancia Fulvia HF di Giovanni Arcovito e Angelo Rizzo;
- la n. 44 (nascosta) è la Porsche 911 S di Ferdi Boekmann e Peter Ochs (Team V10 Kleber);
- la n. 14 è la Lola T212 Ford di Jo Bonnier e Richard Attwood (Scuderia Filipinetti)

55^ Targa Florio - 16 Maggio 1971

Ci sono tutti i protagonisti del Mondiale Marche, tutti i più forti piloti di vetture Sport Prototipo in circolazione, manca solo la Ferrari . Sono presenti tre Alfa 33/3 di 440 cv. affidate a Vaccarella - Hezemans, De Adamich - Van Lennep e Kinnunen - Stommenlen. La Porsche risponde con tre 908/3 di 360 cv., affidate a Siffert - Redman, Rodriguez - Muller, e a Elford - Larousse. Sono le 9,15 parte la 55° Targa Florio, per le Alfa partono subito le tre prime guide: Vaccarella, De Adamich, Stommelen, la Porsche risponde con Larrousse, Rodriguez, Redman. Dopo una decina di minuti il primo colpo di scena, a Redman si rompe lo sterzo e finisce fuori strada, poco prima appena fuori Cerda si era ritirato Stommelen, stessa sorte per Rodriguez. Il 1° giro si conclude con Larrousse in testa su Vaccarella, ma il Preside Volante con un un 2° e 3° giro da favola balza al comando della corsa. Al cambio dei piloti sale sulla Porsche Elford, e con una guida da maestro passa Hezemans subentrato a Vaccarella , al sesto giro realizza uno strepitoso 33'45 tra i giri migliori di tutti i tempi. Al 7° giro Larousse risale in macchina con un cospicuo vantaggio su Vaccarella subentrato a Hezemans, ma una doppia foratura lo costringerà al ritiro. Le Alfa così non hanno più rivali, è una lotta in famiglia con l'Alfa n°5 di Hezemans che taglia il traguardo per prima e vince in 6h 35'43" alla media di 120,055 km/h, secondi De Adamich - Van Lennep sempre su Alfa a poco più di un minuto, terzi Bonnier - Atwoodh su Lola.

***

Il 16 maggio del 1971 fu sicuramente il giorno piu' lungo per noi siciliani, infatti l'idolo di casa,il professore Nino Vaccarella, in coppia con Toine Hezemans , portava al trionfo la sua alfa 33/3 litri N° 5 , percorrendo gli 11 giri per complessivi 792 km del piccolo circuito, in 6h35'46"alla media record di Kmh 120,069 . L'Autodelta, sotto la supervisione dell'ing Carlo Chiti, con una meticolosa preparazione della corsa, potè contrastare il passo della Porsche.Mentre l'Alfa iniziò la corsa senza forzare, la Porsche rischiò subito per avvantaggiarsi, ma il percorso scivoloso provocò uscite di pista , per fortuna senza conseguenze per il bravo pilota messicano Pedro Rodriguez e per il vincitore del 1970 Brian Redman, l'unico in grado di impensierire l'Alfa N°5 .

Il famoso Vic Elford, conoscitore incredibile dei 72 km, rimase vittima di una foratura, e rottura successiva di un semiasse, riguardanti tuttavia la vettura del suo compagno Gerard Larousse. Per questo motivo i due furono costretti a ritirarsi nel corso del 7° giro. A quel punto, la 33 n°5 dovette controllare la vettura gemella di De Adamich - Van Lennep e la Lola di Bonnier - Attwood,

vincendo la 55 ^ edizione dellaTarga Florio.Splendenti nella loro bellezza, sfilarono ancora una volta le Alfa Romeo, entrate nella leggenda dellaTarga Florio.Tra le persone assiepate lungo il percorso ve ne furono molti che le riconoscevano , pronunciando nomi .che la polvere non ha cancellato: ASCARI, SIVOCCI, MASETTI, VARZI , CAMPARI, NUVOLARI, BRIVIO.

Sono nomi che ancora risuonano nelle silenziose contrade di CERDA e che hanno permesso all'Alfa Romeo di entrare nella leggenda della TARGA FLORIO.

Targa Florio 1972 - La Opel GT 1900 delle "pilotesse" Facetti e Beaumont ……

Da un'intervista a Rosadele Facetti :
Già, la Targa Florio del 1972. In quell'occasione correvo per Virgilio Conrero, di fatto un concorrente dei Facetti. E' una cosa che poté avvenire per il grande spirito sportivo che regnava nella mia famiglia. Virgilio era un grande professionista, con mio padre erano certamente concorrenti ma la stima era reciproca e accettare di correre nella sua Squadra Corse ufficiale fu per me motivo di grande orgoglio.
La storia della compagna di quell'occasione è simile per certi versi alla vicenda di Rosadele Facetti di quegli anni. Marie Claude Charmasson era la figlia di un ex pilota divenuto uno dei più importanti concessionari Citroen di Francia e dovette prendere il nome d'arte di "Beaumont" per evitare incresciosi equivoci, visto che correva per case concorrenti.Comunque con la Beaumont non andò benissimo come con Pat Moss nella Targa Florio 1968. Avevamo a disposizione un'Opel GT a iniezione, vettura difficile da guidare anche per via di un comando dell'acceleratore estremamente duro. Ad assistere alla Targa c'erano i vertici di Opel-GM e Virgilio ci spiegò che era necessario raggiungere il traguardo per non fare cattiva figura con i "capi". Marie Claude, durante le prove, smaniava per primeggiare, per dimostrare quanto fosse veloce. Io restavo tranquilla e Virgilio mi chiese di prendere io il via, di non forzare. Non so perché, invece, alla fine fecero prendere la partenza alla Beaumont che dopo neanche un paio di giri spaccò due bielle sul rettilineo di Buonfornello.
Ricordo la maschera di Conrero, muto, terreo in volto.(Tratto da : Autocollezioni Magazine - luglio/agosto 2005)Nella foto proposta un passaggio della Opel GT "Facetti - Beaumont" sotto il "ponticello" in ferro in prossimità di Floriopoli. Dalle linee un po' "retrò" rispetto alle altre GT, quelle Opel sfoggiavano delle incredibili "bombature" laterali per contenere l'alloggiamento di cerchi e gomme ….. non di serie ….

Targa Florio 1972 la Pegaso iscrisse in Targa 1972 la Alpine A110 Renault

Quell'anno - era il 1972 - la Pegaso iscrisse in Targa 1972 la Alpine A110 Renault - poi punzonata col n.79 - affidata a Salvatore Barraco ed a Luigi Sartorio, sotto lo pseudonimo "Popsy Pop".

La vettura era stata messa a disposizione dalla Concessionaria palermitana Renault INDOMAR di Giorgio Inglese. Si era programmato, salvo imprevisti, di operare il cambio piloti ogni 2 giri.

Primo turno Barraco, secondo "Popsy Pop", terzo Barraco. Alla conclusione del terzo turno Barraco arriva a Floriopoli col cambio a pezzi. Lavora soltanto ed esclusivamente la quarta (fortunatamente ….. un po' ….. corta). Le gomme, intanto, erano andate.

Che fare ? Serrato conciliabolo ……. e poi una delle tante pazze scelte di Targa ; "Popsy Pop" entra in macchina lo stesso, dopo aver sostituito le gomme. Proseguirà la gara, per quanto possa sembrare assurdo, disponendo soltanto della quarta …….. piantandosi paurosamente nei tratti lenti ed in salita …..

Finiranno la gara con 8 giri conclusi degli 11 previsti, 27' assoluti e 5' di classe GT1.6 con una vettura …….. con la sola quarta ……

( per la storia "di prima mano" il ringraziamento va a Luigi Sartorio ) Nella foto proposta una immagine di un cambio guida tra Pops Pop e Toto' Barraco

1972 - Quella "siciliana" OMS 1000 come ce la ha raccontata uno dei suoi due piloti ….

"……… il mio coéquipier Massimo Cavatorta, per la sua alta statura, usciva abbastanza dall'abitacolo anche perché il sedile di guida era sistemato con una ricettività più confortevole per il mio "fondo schiena …"

Fu una edizione combattutissima nella categoria 1000 sport- prototipi.

Ritornato alla guida al settimo giro, al tornante sotto Caltavuturo ebbi un vivace alterco con una Alpine Renault A110 guidata da Paleari e per una sua "delicata" sportellata mi si rovino' lo pneumatico posteriore di destra.

Aiutato dagli spettatori non mi rassegnai e chiesi agli spettatori una ruota di Fiat 600 ; all'offerta di 50 mila lire di allora, ebbi soltanto da scegliere.

Con questo ruotino ripresi la gara , nel frattempo lo spiker alla tribune comunicava che "Don Pedrito" (cioè io) procedeva su tre ruote non vedendosi bene il ruotino e Peppino Signorelli - il costruttore dei due prototipi O.M.S. presenti in quella Targa 1972 - ai box era incredulo perché era per lui era una cosa impossibile.

Comunque Signorelli si rese conto di quanto accaduto appena mi fermai ai box. Cambiammo la ruota e ripresi ma alla fine sfumò il possibile secondo posto che poteva concretizzarsi senza questo incidente.

Aggiungo che la partecipazione ufficiale dei due gioiellini O.M.S. costruiti dal geniale Peppino SIGNORELLO, ai box di CERDA ebbero un particolare momento di attenzione e ribalta, infatti l'equipaggio "Don Pedrito" - Cavatorta ebbe una gratificazione speciale .

Poiché il sottoscritto aveva una Stazione di Servizio SHELL ed ero - come vendite - a capo della classifica della rete nazionale, fui raccomandato alla equipe SHELL - che riforniva la FERRARI - di essere l'unico a poter essere rifornito da loro ; infatti fui l'unico privato ad essere rifornito SHELL ed usufruire del " paddok" Ferrari.

Contraccambiai sponsorizzando sul frontale della " barchetta" l'emblema della SHELL .

Soddisfazioni che si ricordano e facevano parte del successo, della euforia e della entusiasmante coreografia della magica mitica e leggendaria TARGA FLORIO !!!!!!!!!!!!!!!!!

"Don Pedrito", alias Domenico Nicita "

Nella foto pubblicata, concessaci dall'Amico Nicolò Di Vita , la O.M.S. n.72 in Targa 1972 con alla guida Massimo Cavatorta, che "fuoriesce" dall'abitacolo.

Targa Florio 1972 ... questo accadeva a Palermo, in periodo di Targa ...

Questa "storia" è tratta da un personale racconto dell'amico Luigi Sartorio, già pilota gentleman siciliano, noto agli sportivi anche con il suo pseudonimo di "Popsy-Pop" : Quell'anno era il 1972 e la Concessionaria Renault INDOMAR di Palermo ebbe l'idea di mettere in piedi un Reparto Corse - la "INDOMAR CORSE" - in questo coinvolgendo, tra gli altri, anche Luigi Sartorio. Ma l'iniziativa, nei mesi successivi, non era in linea con i tempi progammati e, di contro, la Targa si avvicinava sempre di più. E tutto questo non tanto per la mancanza di un parco vetture, quanto per il mancato avvio della preparazione e messa a punto dei motori. Finalmente la "svolta" ; per una vera e propria "casualità", si trovarono a Palermo alcuni meccanici del Reparto Corse della Renault Italia e, come per incanto, a poche settimane dalla Targa, la Alpine A110 di "Popsy-Pop" (Luigi Sartorio) e Salvatore Barraco era pronta !
La Alpine era pronta … ma ……. il motore era ancora "da rodare" ! … Di provare sul "Piccolo" nemmeno a parlarne …. non c'era più il tempo … Ed allora ?
Allora si decise per la soluzione più sbrigativa … Sartorio uscì a tarda sera dall'officina con l'Alpine in "tromba", già in pieno "assetto gara", e senza "tirare" ….. e si diresse dal centro città verso l'Autostrada per Punta Raisi … il rombo dello scarico riecheggiava tra i palazzi della città ….... nonostante l'andatura "lenta" …. Finalmente l'imbocco dell'Autostrada, e poi il ritorno verso Palermo … e proprio all'uscita dall'Autostrada, alla rotonda - allora presente - alla fine dell'A/S, una improvvisa "paletta" si agitò nervosamente ….. LA POLIZIA !
Sartorio accostò e spense subito il motore …… i poliziotti iniziano a girare molto lentamente intorno alla Alpine … con grande attenzione, osservando ogni minimo particolare … poi le solite domande di rito … patente … libretto …... assicurazione ….. poi quella GIUSTA …. Cosa sta facendo ? Risposta imbarazzata : "La macchina è pronta per la Targa" ……. Per la Targa ? Si, per la Targa ! …… Scambio di sguardi tra i poliziotti ….. Senta, faccia una cosa …… continui a stare fermo qui …… noi andiamo via …… aspetti qualche minuto ….. e poi ritorni in città, ma lentamente, molto lentamente ……Buonasera.
A noi viene da fare una considerazione : in qualsiasi altro posto d'Italia la "storia" si sarebbe conclusa con un verbale stratosferico, con la patente ritirata, con l'Alpine sequestrata, con una Targa da dimenticare. Se oggi abbiamo la possibilità di vedere quella foto di quella Alpine A110 - regolarmente in gara alla Targa Florio del 1972 - è anche merito di quei due appassionatissimi poliziotti,"Amici di Targa" anche loro.


L'Associazione Culturale Amici della Targa Florio ringrazia immensamente l'Amico Luigi Sartorio - "Popsy Pop" - per aver consentito l'utilizzo delle sue foto in questo sito.

Targa Florio 1972 ...quelle incredibili battaglie nella classe GT sino a 2000 cc

Era il 1972, e se ci fù quell'anno una classe con una fortissima competizione, quella fù la classe GT sino a 2000 cc. . Allo start ben n.13 vetture, dopo prove e qualifiche serratissime, e di quelle, ben nove 911, una 914/6, due Opel GT ed una Fiat 124 ; vetture schierate da diverse Scuderie e privati.

Insomma, una classe davvero agguerritissima:
- Porsche 911 - Ennio Bonomelli; - Porsche 914 - Paul Ernst Strahle ( semi works );

- Porsche 911 - Lloyd Adriatico; - Porsche 911 - Piloti Romani;

- Porsche 911 - Pegaso Palermo; - Porsche 911 - Kleber Racing;

- Opel GT - Squadra Conrero; - Porsche 911 - Edward Negus;

- Porsche 911 - Giampaolo Baruffi; - Porsche 911 - Francesco Cosentino; - Fiat 124 - Giovanni Martino.

Gli appassionati di Targa Florio, a proposito di foto del 1972, ricorderanno sicuramente immagini di "trenini" di 911 .. una dietro l'altra .. in eterno duello, giro dopo giro …Una sola Porsche 911 - la n.40 color rosso/aragosta - esibiva le insegne della "palermitana" Scuderia Pegaso. L'accreditata Porsche 911S "Bonomelli", la n.38 di Gottifredi - Pica ( alla fine 5^ assoluta ! ) avrebbe vinto la classe con 10 giri conclusi …… ( degli 11 previsti ). A ridosso, a 9 giri, la 914/6 oltre quattro 911S , e poi le altre con 8 giri, 6, 4, 2, 1, 0. Quella 911 n.40 della Pegaso completò anch'essa 9 giri ma ...... non la troverete mai in classifica ufficiale per una squalifica che venne comunicata a fine gara ..... un vero smacco .....Ve lo raccontiamo noi, cosa accadde, grazie alla testimonianza di un .......... testimone attendibile; il Dr. Sergio Rappa. Quella n.40 parte, allo start di Floriopoli, con alla guida il Dr. Giuseppe Spatafora, che conclude i suoi 3 giri e si ferma ai box per il previsto cambio pilota. Sale "Friedrich Von Meiter" - al secolo il Dr. Sergio Rappa - ma ...... la 911 non ne vuole sapere di ripartire .... il motorino di avviamento non va ..... attimi di agitazione .... i meccanici prima "armeggiano" ...... poi spingono...... e la Porsche si avvia ...... riparte ..... "Von Meiter" conclude il suo turno di altri 3 giri ; seconda sosta ai box ..... e la Porsche riparte nuovamente con il Dr. Spatafora ...... la 911 completerà altri giri sino ad un totale ( riportano i testi di gara ) di ben 9, degli 11 previsti. Una eccellente prestazione, in una gara davvero durissima, per due "gentleman drivers". Ma ....... forse anche per qualche insistente reclamo ...... giunse a freddo la ufficiale squalifica ("disqualified - pushed"). Ma pensate, sarebbe diversamente stata classificata 3^ di classe …. con il suo 6 ore , 40 minuti , 0 secondi . Un vero peccato. A proposito di quella Targa 1972 di quella n.40 ....... questo il commento del Dr. Sergio Rappa,a distanza di tanti anni ……: " Mai più una gara come quella … continue sportellate e musate … date e ricevute …… un vero a proprio autoscontro " ……. Ringraziamo il Dr. Sergio Rappa per il suo racconto e per Sua spendida foto che ha avuto la cortesia di regalare al sito dell'Associazione. Quella foto, cari Amici della Targa Florio, ritrae una spettacolare e scintillante Floriopoli durante le prove ufficiali. E' un intreccio di piloti e vetture. Da sinistra : Raffaele Restivo, Sergio Rappa e Giuseppe Spatafora. Tute immacolate ; le prove devono ancora iniziare. Si intravedono, sempre da sinistra, una Lancia Fulvia HF, la Abarth 2000 n.11 di Alfonso Merendino e Raffaele Restivo (Scuderia Pegaso) e la Porsche 911S n.40 di "Friedich Von Meiter" e Giuseppe Spatafora ( Scuderia Pegaso ) ; e' la 911S protagonista della nostra "storia".
Siete stati Voi protagonisti di altre storie di Targa ? Le avete documentate ? Ditecelo. Le metteremo - sul nostro sito - a disposizione di tutti coloro che amano la Targa Florio.

56^ Targa Florio - 21 Maggio 1972

Palermo, 18 maggio 1972. Le prove della Targa Florio, non disputate oggi per lo sciopero dei vigili del fuoco, verranno tenute sabato dalle 8 alle 12. Lo ha comunicato l'Automobile Club di Palermo, organizzatore della gara, settimo appuntamento del campionato mondiale marche, che è riuscito a risolvere la delicata situazione dopo ore di ansia. Stamattina si riteneva addirittura certa l'abolizione degli allenamenti e l'ammissione del piloti alla corsa In base ad una dichiarazione scritta di «conoscenza del circuito». Nel pomeriggio, per fortuna, I pompieri hanno assicurato la loro disponibilità e la crisi è rientrata. Il poco tempo a disposizione delle squadre per le prove ed, eventualmente, per riparazioni o cambi di motore, ha tuttavia creato un po' di allarme in tecnici e piloti. L'ing. Carlo Chili, responsabile dell'Alfa Romeo, presente con quattro 33 TT 3, ha detto: «Non è una situazione vantaggiosa. Quattro ore sono troppo poche. Se una vettura dovesse subire un incidente o si rendesse necessario sostituire un propulsore, finiremmo per lavorare di notte, con la prospettiva di un'alzataccia per la gara, che comincia prestissimo». L'ing. Giacomo Caliri , della Ferrari, ha dichiarato: «Per una corsa che è valida per II titolo mondiale non basta un solo turno di allenamenti. Per noi che torniamo sui percorso della Targa dopo anni e con un'unica macchina la 312T che qui non ha mai gareggiato, si tratta di un notevole svantaggio». Anche se non c'è ancora nulla di ufficiale, pare che gli organizzatori della Targa siano decisi ad ammettere alla corsa tutti gli 86 iscritti (il numero massimo era stato stabilito in 80) senza far valere I tempi di qualificazione. SI ritiene, In ogni caso, che cinque o sei vetture non potranno partecipare per rotture o altri motivi. Oggi molti piloti hanno girato sui 72 Km del circuito stradale, fra il traffico normale. E' accaduto un incidente, fortunatamente senza vittime. L'Alfa Romeo 1600 di Marotta (Monzeglio corse) si è scontrata dopo II rettilineo di Bonfornello con un camion di surgelati: i veicoli si sono quasi distrutti, ma i conducenti sono rimasti illesi.

( La Stampa )

Targa Florio 1973 ... lavoro supplementare per i meccanici Porsche ...

Direttamente dalla Germania ..... l'Amico .... Werner Hillburger ....... ci ha inviato alcune foto della "spedizione" Porsche in Targa Florio 1973.Nella foto sono ritratti Werner e Gunther

Ovviamante una sfilza di foto di 911 Carrera ...... Ma una foto tra tutte ci ha colpito particolarmente, e la pubblichiamo su questo nostro sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

E' la Porsche 911 Carrera RSR 3,0 n.9 di Claude Haldi e Leo Kinnnen. Sta sul carrello. La cosa curiosa è che a quella Carrera, per poter utilizzare quell'utile strumento di trasporto, i meccanici pare dovessero, ogni volta, cambiare le gomme ........ Infatti quelle "regolari", con cerchioni da gara a pelo di carrozzeria, ..... non avrebbero consentito alla 911 di "salire e scendere" su e da quel carrello .........

Targa Florio 1973 ... per "Amphicar" tante gare in salita una dietro l'altra ...

"Amphicar", al secolo Eugenio Renna, era rimasto appiedato, nel corso di quel primo giro di quella sua Targa Florio del 1973; infatti, esattamente nel corso del primo giro, la sua Chevron B23 Ford n.18, da condividere con Vincenzo Mirto Randazzo, lo aveva "mollato".

Mentre se ne stava seduto, avvilito, su un muretto ai margini della strada, pensando ad una gara finita prima ancora di cominciare, si fermò un concorrente con una Porsche, chiedendogli se volesse essere portato a Floriopoli.

Renna arrivò, così, ai box. Gli si avvicinò il compianto Ninni Failla, della Scuderia Pegaso di Palermo, e gli disse di salire sull'Abarth 2000 n.24 dell'equipaggio Giuseppe Vassallo e Girolamo Caci. Quella era una vettura che Renna conosceva benissimo; era stata una sua vettura.

Eugenio Renna era di "stazza" non indifferente ..... non riusciva ad entrare nel posto guida .... in mancanda del "suo " sedile, ma alla Targa non si poteva dire di no..... Altro problema: il serbatoio della benzina era di appena 20 litri, tarato per le gare in salita, ed in quella Abarth - portata alla Targa all'ultimo momento - non era stato nemmeno sostituito.

Quell'Abarth, quindi, doveva necessariamente fermarsi, ad ogni giro, per il rifornimento volante di Polizzi. Inoltre quella 2000 aveva i rapporti corti, adatti alle cronoscalate. Pertanto, sino a Caltavuturo, problemi relativi ..... ma dopo, una vera tragedia ! Intanto si erano pure rotti gli attacchi del sedile .... sosta forzata nei pressi di Sclafani, ove - con l'aiuto del popolo di Targa - si era riusciti a sitemare alla meglio il problema.

Alla fine di questa vera e propria "epopea" Eugenio Renna sarebbe stato comunque felice di avere portato a termine quella sudatissima Targa Florio. Quella Abarth 2000 un pò "in disordine" ..... avrebbe finito la gara completando 9 giri ( degli 11 previsti ) e classificandosi 5^ nell'affollatissima classe S2.0, e 23^ assoluta.

Nella foto : "Amphicar" e quella "vissutissima" Abarth 2000 in una sosta tecnica a Floriopoli.

Targa Florio 1973 per quel ventenne ... "prove" sfortunate .....

Lo abbiamo detto più volte : noi stiamo qui per raccontare episodi di Targa Florio, anche quelli "dimenticati". E per far questo non possiamo fare a meno dei diretti protagonisti.

A pagina 29 di un vecchio Autosprint - il n.20 del 14/21 maggio 1973 - si legge questo: " ... Anche Lauricella, con la Fiat 124 spyder, esce di pista dopo il Bivio Polizzi, la macchina è danneggiata, il pilota riceve un forte colpo alla schiena, nulla di grave, ma viene riportato ai box con l'elicottero in barella, per precauzione ..."

Allora, siamo andati a "rispolverarlo" quell'episodio; un incidente, certamente poco piacevole, ma che è anch'esso "storia di Targa". E ce lo ha raccontato nel 2009, sia pur brevemente, l'Amico di Targa Florio Fulvio Lauricella. " ... La 124 sport spyder 1600 n.132 alla Targa del 1973, di colore bleu francia, era proprio la mia, e non partecipavo alla gara con Gaetano Lo Jacono ( nota : "Gaetano Lo Jacono" recitava l'elenco degli iscritti ), ma con Giuseppe Lo Jacono, che mi fece esordire in gara affidandomi la sua 500 gr.2 alla Montepellegrino del 72, con record. Purtroppo, per una leggerezza compiuta in officina su quella 124, malgrado avessi detto di sostituire i dischi freno anteriori, rovinati durante prove ''libere", gli stessi venivano rettificati a mia insaputa.

Ovviamente, il disco anteriore dx ha pensato bene di spezzarsi in due nella discesa di Scillato, notoriamente stressante per i freni, provocando la semi distruzione della macchina e la mia momentanea paralisi delle gambe per una forte contusione dorsale. Rapido rientro a Floriopoli in elicottero, in compagnia di Clay Regazzoni, che aveva a sua volta distrutto la sua 33, e fine della gara di un poco piu' che ventenne giovane pilota ...".

Gara mancata, quindi, per quella "ultima Targa Florio Mondiale". Un vero peccato. Ma Fulvio Lauricella si sarebbe tolta una soddisfazione .... "da grande" .... Leggete questa ( è l'amico Luciano, che ci soccorre ) :

" ... Alla Targa Florio Storica del 2000 la vittoria non andò alla Porsche 911 di Plano - "Davis", ma all'Alfa Romeo Giulietta SZ del '60 di Fulvio Lauricella e Tony Carrera. Plano e "Davis" correvano, infatti, fuori classifica, in quanto la Targa quell'anno era riservata alle vetture costruite entro il '65. Purtroppo anche la stampa specializzata, sconoscendo i regolamenti di gara, riporta notizie inesatte e continua a far confusione, come quando parla di classifica assoluta e non di classifiche assolute di gruppo ..." Quella SZ argento con le strisce rosse laterali, sul muso, ancora me la ricordo, in quella "storica 2000" : una scheggia.

Grazie, Fulvio. In quella foto, un pò sfocata per la verità, ci sta Lui alla guida, nel corso delle prove di quella Targa Florio 1973; il "sogno" finirà anzitempo a causa di una rettifica dei dischi freno tenuta "nascosta", in officina.

Targa Florio 1973 ...... una gara regalata alla Porsche

Alle prove ufficiali della Targa Florio del 1973 me ne stavo lì, a Floriopoli. Le vetture partivano a pochi metri dall'uscita della corsia dei box, appena oltre la fine della mezzeria di Floriopoli. Ricordo perfettamente una laboriosa operazione eseguita "al volo" - cui ho assistito praticamente ad un metro - dai meccanici Autodelta su una delle due schierate Alfa Romeo 33TT12. Penso proprio potesse trattarsi di una operazione di spurgo/controllo del circuito frenante. Le due Ferrari 312 PB erano un qualcosa di "già visto", in quanto tutto sommato abbastanza simili, per lo meno esteriormente, a quella della Targa Florio dell'anno prima.Ma - quell'anno - le 33TT12 erano una cosa, a mio avviso, bestiale. Onestamente non mi sembravano "belle", ma piuttosto "cattive".

Mi davano la sensazione di avere un passo cortissimo, il posto guida era avanzatissimo; lateralmente si ammiravano quelle accentuatissime "pinne" posteriori da squalo, con un aspetto, invero, un pò "retrò". Ma - ripeto - quelle 33 sembravano veramente "cattive".

Questi i tempi migliori di quelle prove:

Merzario* - Vaccarella / Ferrari : 33'38''5

De Adamich - Stommelen* / Alfa Romeo : 33'41''1

Ickx* - Redman / Ferrari : 34'59''1

Van Lennep - Muller* / Porsche : 36'52''1.

La domenica, la gara.

Quell'anno ci ritrovammo nella zona - velocissima e molto guidata - tra la fine del rettilineo di Buonfornello e la Stazione di Cerda/Floriopoli. All'inizio della giornata stavamo posizionati sul mitico curvone "lato mare - vista zona industriale", nei pressi della cabina ENEL. Al primo giro, con adrenalina alle stelle, tutti aspettavamo il passaggio iniziale di Merzario, con la sua n.3, ma non fu così. Noi spettatori ci guardavamo tutti, interrogandoci. Il miglior tempo, alla conclusione di quel primo giro, lo avrebbe fatto Stommelen, con la sua 33TT12 (36'31''8) ; era primo. Secondo Ickx (37'07''7). Terzo Muller (38'02''1). E Merzario ? Il fantino avrebbe chiuso quel disgraziato primo giro con l'ottavo tempo (40'23''8).

Ma torniamo a noi ....... finalmente - dopo aver visto sfilare parecchi ( sembravano tantissimi, tale era lo stupore ) - "passò" il fantino, e fù un colpo al cuore. La Ferrari n.3 arrancava come una preda ferita. Viaggiava a relativamente bassa andatura, "caracollando", con traiettorie inusuali, su quell'insidioso "misto veloce".

Me ne stavo sul lato sinistro della strada, e questo mi consentì di vedere bene la posteriore sinistra della n.3 ; la 312PB stava letteralmente sul cerchione. La gomma era completamente andata. Noi spettatori - ammutoliti prima - ci scatenammo subito dopo.Ognuno diceva la sua all'altro vicino, ignorando del tutto, per qualche minuto, i passaggi di tutti gli altri.Quell'anno, per noi ferraristi, fù un incubo. Merzario aveva forato a Buonfornello, percorse tutto il tratto sino a Floriopoli con la sua Ferrari in quelle condizioni, rientrò ai box, cambiò la ruota, ripartì, concluse il secondo giro, iniziò il terzo ma si fermò al 14° chilometro - subito dopo Cerda e prima del Bivio Sclafani - col semiasse andato.Intanto Ickx, dopo prove da dimenticare, nel corso del medesimo 3° giro andò malamente per campi, distruggendo la sua seconda Ferrari.Beh ! C'è ancora l'Alfa .... pensammo in molti ...... Il veloce Regazzoni si era messo per cappello la sua Alfa durante le prove, e la vettura sarebbe stata irrecuperabile per la gara. De Adamich, regolarmente in gara la domenica, a quel punto era tranquillamente in testa, con le due Ferrari subito "out", e con un enorme vantaggio sugli altri. Nonostante i segnali volanti di "rallentare" ........ si avventurò in un assolutamente rimandabile sorpasso - poi rilevatosi suicida - su una Lancia Fulvia HF privata, finendo malamente la corsa. Da allora De Adamich si sarebbe meritato "a vita" dai siciliani l'appellativo di "De Lentibus".Bene, anzi male. Al 4° giro, con le due Ferrari e l'Alfa eliminate, era in testa la n.8, la Porsche Carrera di Muller - Van Lennep, e sempre prima sarebbe rimasta sino all'ultimo 10° giro.E dire che tutti, quell'anno, avevamo pensato ad una partecipazione della Porsche in Targa in tono minore ....... Per Muller e Van Lennep sarebbe stato il trionfo, per le Squadre italiane la disfatta.

Disfatta senza rivincita ; quella sarebbe stata l'ultima Targa Florio Mondiale.

La foto è stata scattata dall'Amico della Targa Florio Totò Marfia, di Palermo. Ritrae proprio la Ferrari 312PB n.3, con alla guida Merzario, esattamente nella fase conclusiva di quello sfortunato primo giro. La Ferrari si trova lungo il tratto "fine Buorfornello - Stazione di Cerda/Floriopoli" ; la n.3 la potrete notare sbilanciata, come ve la ho già raccontata. La ruota posteriore sinistra poggia sul cerchione. La gara è ormai irrimediabilmente segnata, persa, il semiasse non reggerà a lungo le tremende sollecitazioi subite in quel tratto del primo giro.Ed il nostro mitico "Professore" Nino Vaccarella non potrà condurla nemmeno per un giro - in gara - quella "predestinata vincente" 312PB.

Targa Florio 1973 Luigi Sartorio ("Popsy Pop") e Giampaolo Ceraolo

Quell'anno, era il 1973, Luigi Sartorio ("Popsy Pop") e Giampaolo Ceraolo si iscrissero in Targa con una AMS 1000 Ford.

La vettura non superò le qualificazioni a causa del fatto che "Popsy Pop", al suo primo giro di prove ufficiali, dopo che aveva già girato il compagno Ceraolo, patì un guasto tecnico subito dopo l'abitato di Cerda. A causa del circuito "chiuso", per lo svolgimento delle prove ufficiali, restò lì appiedato per diverse ore, al punto di ricordare che alcuni contadini gli portarono anche un "frugale pasto" a base di legumi …..

La foto "immortala" i momenti nei quali, finalmente, arriva Ceraolo con i meccanici, ma per loro la gara, la domenica, non ci sarà.Problemi tecnici/regolamentari di analoga natura li subirono, quell'anno anche molte altre vetture, tra le quali anche la privata Alfa Romeo 33TT3 della Scuderia Brescia Corse. In molti pensarono che gli organizzatori, per poter ripescare quella Alfa, operassero una "moratoria" per tutti. Niente da fare.

Targa Florio 1973 …. c'era in giro … anche un "finnico volante" …..

Alla Targa Florio 1973, delle tre Porsche 911 RSR Carrera della Martini Racing, la n.9 era quella di Leo Kinnunen e Claude Haldi. La foto che proponiamo - pur tagliata - è per noi splendida. E' stata scattata nel tratto - misto ma velocissimo - tra la fine del rettilineo di Buonfornello e la Stazione di Cerda, nei pressi di Floriopoli. Ci offre un doppio "focus" … : il primo consente di farci ammirare, in ogni dettaglio, tutte le "artigianali" soluzioni aerodinamiche provate, in coda a quella 911, dai tecnici Porsche per assicurare ai loro piloti i migliori possibili assetti da gara; ali, spoilers, lamelle e rinforzi di vario genere. Il secondo "riporta alla luce" qualcosa che notoriamente rappresentava, in quel 1973, una vera "firma" sul casco di Leo Kinnunen, al momento alla guida : " THE FLYING FINN " … " Il finnico volante " … ; come non dargli ragione ?.

Si ringrazia l'amico Totò Marfia per la sua splendida foto regalata alla fruibilità del sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

Targa Florio 1973 - Articolo di Aldo Seregni sulle Alpine Renault

Nel " Numero Unico " dell'ultima Targa Mondiale, quella del 1973, c'era un articolo di Aldo Seregni sulle Alpine Renault ; un articolo certamente "spinto" da evidenti motivazioni "commerciali", ma comunque bello.Sui Numeri Unici ci stavano spesso le foto della Targa dell'anno prima ………. e l'immagine del 1972 di apertura di quell'articolo - che proponiamo - era dedicata alla "palermitana" Renault Alpine A110 - di Toto' Barraco e Luigi Sartorio ("Popsy Pop") - Squadra INDOMAR Corse - Scuderia Pegaso.

" ……. Le Alpine Renault sono vetturette di razza.Una razza minuta piccola, modesta, ma leggera, saettante, creata e realizzata per la «strada». Suo vero ed incontrastato regno.Targa Florio: la regina delle corse su strada.Astrusa, fuori dei tempi, quasi ancestrale, criticata ma avvolta in un velo di fascino quale nessuna altra competizione automobilistica potrà mai vantare di aver posseduto.

Ed ormai si parla di annullarla, di svilirla in nome del progresso e dell'attualità in una «pista», una delle tante esistenti nel mondo delle corse. La Targa Florio in pista ! Si dovrà fare ? Vincenzino Florio starà rabbrividendo, lassù , nel Regno dei Forti ! Ma tant'è. Così va la vita. Prima o poi si farà, si «dovrà fare».

Alpine Renault e Targa Florio.Non si è mai parlato, e mai si potrà, di vittorie assolute, di folle trepidanti in piedi al passaggio di una piccola "voiture bleu" guidata da Nino Vaccarella, l'altro grande della Targa . Si è parlato di Ferrari, di Alfa Romeo, di Porsche, di grosse vetture di tre litri di cilindrata, di cinque litri di cilindrata, che piu volte, normalmente, hanno tagliato lo striscione di arrivo vittoriose.

E le Alpine Renault ? Le piccoline si nono sempre ben difese, hanno più volte vinto le loro classi, ma la modesta cilindrata le ha sempre relegate al ruolo di «cenerentole» della Targa.Le millecento, milletrecento, milleseicento Alpine Renault sono nate per la strada, ma , naturalmente la politica sportiva della Casa francese si è rivolta, sempre, verso i grandi rallies internazionali, più consoni a queste vetture e, in questi ultimi anni, specializzazione sportiva automobilistica verso la quale si sono riversate le ... cure e gli interessi delle grandi Case automobilistiche, quali, la Renault, la Fiat, la Lancia, la Ford... etc., etc.

Oltretutto un'altra importante considerazione va fatta.I motori delle Alpine Renault, sempre per una politica della Casa, sono, tutti, derivati dai motori che equipaggiano vetture di serie della gamma Renault (quello delle Alpine 1600 e 1800 dal 1500 montato sulla Renault 16, quello dell' Alpine 1300 dal 1300 montato sulla Renault 8 Gordini...) quindi le potenze sono obbligatoriamente ridotte rispetto a motori «realizzati», pur su vetture di serie o piccola serie, in funzione delle corse.Quello su cui si punta nelle Alpine Renault è il rapporto peso-potenza.Carrozzerie leggere in vetroresina (o plastica rinforzata), elastiche, in grado di assorbire le peggiori asperità stradali; modeste dimensioni ... in sintesi, dei veri «guanti da corsa», pur se vetture costruite in serie.

È infatti estremamente emozionante guidare un' Alpine Renault sulle strade della Targa ... da bivio Caltavuturo ci si avventa con la piccola macchina in un misto che non permette errori, tra rocce gigantesche, una brutta curva aperta si delinea, il fondo stradale non è dei migliori, salti, avvallamenti, si arriva alla discesa di Scillato.Curvoni, una discesa molto tortuosa, la coda della nostra piccola Alpine Renault sbanda, controsterzo, accelleriamo, si viaggia «di traverso» ... il ponte di Scillato, e si va via così, frenando, accellerando, con i pneumatici che miagolano sull'asfalto, attraversando paesaggi poeticamente meravigliosi. Ma chi li vede? La Targa Florio è la «Tagga», come dicono in Sicilia, e, pur se non farà mai un primo assoluto, l'Alpine Renault vi effettuerà sempre delle corse splendide, mozzafiato, lasciando negli occhi degli spettatori questo saettante lampo blu: è passata una Alpine Renault !

Aldo Seregni …. "

57^ Targa Florio - 13 Maggio 1973

Alle 9,15 il via, Arturio Merzario con la Ferrari 312 PB è il primo a partire, seguito dopo un minuto da Stommelen con un'Alfa Romeo 33 TT12 seguito sempre dopo un minuto dall'altra Ferrari 312 di Icky. La battaglia inizia subito ma le cose si mettono subito male per Merzario che alla fine del primo giro rientra ai box per sostituire una gomma forata che gli farà perdere parecchie posizioni, per poi ripartire come un razzo in ottava posizione all'inseguimento di Stommelen che nel frattempo si era portato al comando e del compagno di squadra Icky. Ma già al secondo giro con una guida aggressiva è già terzo dietro a Stommelen e Icky, ma la sfortuna per Merzario è in agguato, a metà del terzo giro la rottura di un semiasse lo costringe al ritiro appiedando così anche il compagno Vaccarella. Stessa sorte per Icky che sempre al terzo giro perde il controllo della sua Ferrari finendo in un fossato, le due Ferrari venute in Sicilia con ambizioni di vittoria e per fare punti preziosi per il mondiale sono entrambi fuori gara. L'Alfa di Stommelen intanto viaggia sempre in testa senza problemi, all'inizio del quarto giro passa il volante al compagno De Adamich, che ha appena il tempo di cominciare a riflettere quando, al km 42 una incomprensione con una Fulvia HF mette incredibilmente fuori strada De Adamich e la sua Alfa rovinandola irrimediabilmente contro un paracarro. In meno di cinque giri, scompaiono così tutti i principali protagonisti, ad approfittare della situazione c'è un nutrito gruppo di Porsche con le Martini Carrera RSR, e solo la esordiente Lancia Stratos di Munari - Andruet riesce ha rovinare il trionfo Porsche piazzandosi seconda. Muller e Van Lennep su Porsche vincono con pieno merito questa 57ª Targa Florio in 6 ore 54' 19" alla media di 114,691 km/h, secondi appunto Munari - Andruet su Lancia Stratos a poco meno di 6 minuti, terzi Kinnunen - Haldi su Porsche.

Targa Florio 1974 ... fine di un'epoca ... fine del "Mondiale" .....

L'avventura "mondiale" della Targa Florio doveva considerarsi, ormai, conclusa. La CSI, infatti, la escluse dal Campionato Marche a partire da quell'edizione del 1974. La 58^ Targa Florio si svolse il 9 giugno 1974. A far capire a tutti come le cose si erano messe, irreversibilmente, in negativo, la novità fù la riduzione del numero dei giri, da 11 a 7, per un nuovo totale di complessivi 504 chilometri. La corsa fu inserita fra quelle valevoli per il Challenge Mondiale di Velocità e Durata, un trofeo non riconosciuto dall'Autorità Sportiva Intenazionale.

Gli sportivi siciliani si dovettero, quindi, "accontentare" della presenza di una sola "Squadra Ufficiale", la Lancia, che schierò tre Stratos che sarebbero state condotte da Munari/Andruet, Larrousse/Ballestrieri e Pregliasco/Paleari. In quella foto, regalata al sito dall'Amico Totò Marfia, è ritratta la vincente Lancia Stratos n.1 di Larrousse/Ballestrieri. Il suo tempo fù di 4 ore 35'02''6/10, ad una media di 109,946 Km/h. Il pubblico di Targa, tranne i "giovanissimi", era, in verità, un pò avvilito, ma stava sempre lì.

Targa Florio 1975 .... Il ritorno del Professore

Nino Vaccarella (che , tornava al volante dopo un lungo intervallo) e Arturio Merzario su un'Alfa Romeo 33TT12, hanno vinto la 59^ edizione della Targa Florio, prova automobilistica valida per il campionato italiano di velocità per le vetture dei gruppi 4 e 5. Al secondo posto si sono classificati Amphicar -Floridia, su Chevron B23. La gara è stata disputata su otto giri del tradizionale circuito della Madonie, per 576 km. Priva, da due anni, di validità per il mondiale marche, spostata dalla prima settimana di maggio, quando ancora il clima dell'isola è fresco, alla terza decade di luglio, disputata quindi sotto un sole torrido che ha scoraggiato il pubblico, disertata da tutti i teams, ad eccezione dell'Alfa Romeo che si è iscritta soprattutto per motivi sentimentali. Questa « Targa » si è trascinata stancamente. Messa subito fuori gara, per un guasto al cambio, la 33 di Casoni - Dini, è rimasta una sola vettura in grado di puntare al successo, appunto l'altra 33 di Vaccarella e Merzario. E i due non se lo sono fatto scappare. All'inizio del settimo giro, a due chilometri dalle tribune, è uscita di strada la Chevron di Moreschi. La vettura ha preso fuoco, ma il pilota è uscito in tempo dall'abitacolo. Le cisterne del vigili del fuoco sono arrivate due o tre minuti dopo, quando già le fiamme altissime avevano distrutto l'auto. Il pubblico, che assisteva alla gara, è affluito nella zona. Invadendo la sede stradale. Era uno dei pochi punti affollati. La gente siciliana, che sino a due anni fa gremiva colline e muretti, ha disertato la competizione: la Targa è scesa, nel giro di due anni, da 500 mila a 50 mila spettatori.

Quella incredibile storia di Targa 1975 … della Chevron B23

QUELLA INCREDIBILE STORIA DI TARGA 1975 … DELLA CHEVRON B23 COSWORTH ARMAROLI DI GIAMPAOLO CERAOLO E "POPSY POP" ( LUIGI SARTORIO ) Le foto parlano. La Targa, quella col caldo del 1975. La vettura, la Chevron B23 Cosworth 1300 Armaroli. Il momento, prove del pomeriggio di venerdì. Tutto chiaro si ma qualcosa di strano c'e'. La vettura pur in curva appare piatta, come dire "statica" e allora i ricordi affiorano, sempre più' nitidi. Il mattino delle prove Giampaolo Ceraolo parte per il suo turno, ma subito dopo Cerda pizzica un guardrail col cerchione posteriore. Ruota spaccata. Resosi conto del danno cerca una soluzione disperata. Ferma una Porsche "amica" per chiedere di riferire ai boxes la situazione , e di fargli avere (sic) un kit riparazione da lui predisposto con annessa ruota di vettura di serie. Freneticamente, ricevuto il messaggio, si prepara il tutto e identificato il "volontario", prontamente offertosi, nel generoso Mario Vigneri, che caricato cerchione etc. riparte per la consegna, oltre che naturalmente per il suo giro di prova. Col solito prezioso aiuto degli spettatori, improvvisatisi sostituti del crick, la vettura col ruotino puo', seppur lentamente, ripartire. Il tempo stringe e Giampaolo, nell' ansia di raggiungere Floriopoli, prende una decisione incredibile. A Scillato entra in autostrada, rientra a Buonfornello e, finalmente, arriva ai boxes, subito prima dell'intervallo delle prove, nella totale indifferenza dei commissari che classificano quel giro col penultimo tempo in 2h 10' 01". Ma non basta. E' necessaria ancora una riparazione che solo in officina puo' essere effettuata. Salta allora su una macchina di amici, arriva a Palermo e torna col pezzo riparato mentre le prove sono ancora in pieno svolgimento. Si monta il tutto e, pur con la sospensione posteriore storta per l'urto, si decide, pochi minuti prima della fine delle prove, di far partire Luigi ( Sartorio ) ugualmente, per il necessario giro di qualifica. Parte ad andatura ridotta, turistica, praticamente sempre in controsterzo, pensando che per la riparazione definitiva ci sarà tempo nella successiva giornata di riposo. Magari! Dopo pochi kilometri infatti, malgrado l'andatura da passeggio, il motore esplode in una fumante sbiellata. E questa come si riparerà? Impavidi fino all'incoscienza, sperando in una possibile deroga della Direzione Gara per i concorrenti che non hanno ultimato il giro di prove ufficiali, carichiamo la macchina sul carrello col proposito di telefonare al famoso motorista Armaroli affinchè, "mission impossibile", ci inviasse via aerea i ricambi necessari per una riparazione d'emergenza. Nel trambusto della situazione però, ci rendiamo conto che si sono smarriti i fermi a cuneo che bloccano la macchina sulle pedane del carrello. Giampaolo, inarrestabile, incarica un suo assistente di salire in macchina e … frenare col pedale …! (le macchine da corsa non hanno freno a mano), evitando così che la vettura cada dal carrello! Ci incamminiamo così verso il nostro garage a Cefalù, immersi nelle decisioni per risolvere le mille difficoltà, quando l'intero cofano posteriore della Chevron, probabilmente non agganciato bene, si ribalta su se stesso e sul roll bar distruggendosi e per pura fortuna non schiacciando il malcapitato meccanico. Nel raggiungere Cefalù incrociamo Renato Barraia, nostro Presidente di Scuderia Ateneo, che sbracciandosi ci avverte che aimè non eravamo qualificati. La rassegnazione o forse l'ultima saggezza prese allora il sopravvento, decidendo così di cambiare programma,recandoci con tutta la nostra equipe alla piscina dell' Hotel Kalura per un bagno liberatorio e ristoratore.

Giampaolo e Luigi

1975 Avevamo preparato bene quella Targa .........

La Targa Florio del 75 si correva nel torrido luglio siciliano Franco Di Lorenzo ed io volevamo fare bella figura. Prese d'aria per l'abitacolo e per i freni, rapporto corto da rally con un finale da 170 km/h ci consentivano di arginare la poca potenza del nostro gr.3 che doveva competere con GTA, Alpine e HF gr.4 sfruttando le salite e le discese di quel mitico tracciato. Avevamo anche scelto di correre con le gomme di serie (le ottime Michelin FF) migliori delle Kleber "Racing" che ci avevano offerto in prova. Pertanto con queste FF nuove presi il via e feci i miei previsti primi 2 giri scivolando parecchio a causa del battistrada nuovo. Sapevamo che avremmo potuto fare 6 o forse 7 giri e quindi Franco mi diede il cambio per farne 3 ed io avrei concluso i rimanenti. Al successivo cambio l'errore di non controllare il livello dell'olio per poco non compromise il risultato. Non tenemmo conto che con le alte temperature il motore consumò più del previsto ed all'ultimo giro, dopo Caltavuturo, si cominciò ad accendere la spia della pressione nelle curve a destra. Cosicché le percorrevo col pedale della frizione schiacciato ed il motore al minimo per riaccelerare dopo. Ma il terrore venne quando quasi a Campofelice i commissari di percorso mi fecero vedere la lavagna con l'ora in cui si sarebbe riaperto il circuito! Se non avessi tagliato il traguardo prima percorrere l'ultimo giro sarebbe stato inutile ! Fortunatamente non fu così e potemmo tagliare il traguardo vincendo una delle categorie più combattute!

Fabrizio Schermi

1975 .. La Targa Florio sta per andare in scena

La Targa Florio sta per andare in scena , per la cinquantanovesima volta. Una rappresentazione siciliana non meno importante di quella che si svolge annualmente nel teatro greco di Siracusa . Uno spettacolo assolutamente da non perdere , anche senza l'etichetta mondiale . Perché la Targa è ormai un simbolo della nostra amata Sicilia . In questa corsa è racchiusa l'indole degli isolani : dapprima erano i pastori e i contadini ad accorrere impauriti ai margini delle impolverate trazzere per scorgere da vicino sbuffanti abbozzi di vetture da competizione , adesso lungo i 72Km , del circuito delle Madonie , si danno appuntamento , anno per anno , centinaia di migliaia di spettatori per vedere sfrecciare prototi pi d'avanguardia e piloti d'elite

Vincenzo Bajardi

1976 ... Quel giovanne commissario addetto ai rifornimenti

In allegato ti invio due foto. Non riguardano la sorpresa di cui ti avevo accennato;quella spero di poterla preparare per domani.Sono poche due foto, anzi è una , ma per me ha un valore particolare e desidero condividere con te il ricordo di quella edizione. Quell'anno ho svolto la funzione di commissario ai box, in particolare, controllavo le operazioni di rifornimento e assistenza di un lotto di vetture. L'emozione che provo ancora nel ricordare quell'esperienza, a distanza di tanti anni, è grandissima. Avevo 26 anni, sognavo di entrare nell'ambiente dell'automobilismo sportivo e quello, per me rappresentava l'inizio (nei due anni precedenti avevo fatto il commissario di percorso, ma era un'altra cosa). Però poi non c'è stata la continuazione (mi stava scappando un "purtroppo"), a ruota son venuti : il servizio di leva, il matrimonio, la felice conclusione del percorso universitario, la paternità e il lavoro. Questa foto l'ho controllata attentamente stasera, per la prima volta, e ho visto che è proprio del '76. Nel riquadro ingrandito ci sono io, con il mio bel bracciale di riconoscimento,seduto sul tubo della ringhiera che protegge e separa la zona box dal sottostante percorso di gara.

Grazie per il tempo che ti rubo.

Ciao.

Torino 28 Marzo 2020 ........Nicola Di Vita.

Targa Florio 1976 .... fù come nel 1966 ... di nuovo pioggia e fango .....

Quell'anno vinse la Osella PA 4 BMW/2,0 n.8 della Scuderia ATENEO di Palermo; la condussero al trionfo finale due piloti palermitani: "Amphicar" (Eugenio Renna) ed Armando Floridia. Nella foto proposta vediamo proprio quella n.8, con alla guida Floridia, allo start di Floriopoli. Quelle che seguono sono "il sunto" di alcune delle memorie di uno dei due protagonisti di quella vittoria, Armando Floridia: E' prima mattina, la strada è ancora umida, le gomme fredde ….. L'Osella è appena "scattata", è già leggermente "intraversata", mentre Armando inizia ad "aprire a tutta". Lui racconta che la strada, durante quel primo giro, era maledettamente sporca ed insidiosa, a tratti ancora bagnata dalla pioggia caduta nelle prime ore della mattina, con le gomme che andarono in temperatura solo dopo qualche decina di chilometri. Nel corso di quel primo giro, in una curva veloce poco prima del Bivio Scillato, una nascosta pozza di acqua stagnante mista a fango fece perdere la necessaria aderenza all'anteriore e l'Osella si girò - fuori controllo - andando per campi.

Armando ricorda che era distrutto, spense il motore. Scese dalla macchina, era convinto di avere irrimediabilmente rovinato la vettura, il cui cofano anteriore pareva totalmente fuori uso. Addirittura si sfilò il casco. Ma arrivarono 5 o 6 spettatori i quali, senza nemmeno consultarlo, sollevarono "di peso" l'Osella e la ricollocarono sulla strada. Armando, stupito, prese coraggio, indossò nuovamente il casco, risalì in macchina, riavviò il motore. Una sistemata alla meglio del muso … e ripartì tra l'entusiamo dei presenti …….. nella consapevolezza, però, di aver perso parecchi minuti ….

Armando si fermò, necessariamente, ai box, alla conclusione di quel primo giro; nell'occasione si decise immediatamente per il cambio pilota, si integrò la benzina ed il Team sistemò la carrozzeria con "metri" di rotoli di adesivo. Uscì dall'Osella Armando e vi salì Eugenio Renna. Armando ricorda che Eugenio Renna restò alla guida per il 2°, 3° e 4° giro realizzando una impressionante rimonta nei riguardi degli avversari e di quello "diretto" - alla fine di quei giri - l'altra Osella PA4 BMW/2,0 n.6 di Giorgio Schon e Renzo Zorzi. Spetterà ad Armando, però, il sorpasso su Schon al successivo cambio di guida. Armando ricorda che in quel suo giro riusciva a rendersi conto del progressivo "recupero" nei confronti di Schon dalle indicazioni del pubblico (e questo è un particolare davvero incredibile) che al Suo passaggio, gesticolando all'impazzata, segnalava con le mani e con le dita : "E' lì !…. E' lì ! …." , indicando avanti come dire " Vai, Vai, lo stai prendendo ! "

E tutto questo sino a quando Armando raggiunse Schon - in quel momento sotto una pioggia battente - nei pressi della curva denominata "Riolo" ( poco prima del ponte che porta a Scillato ). Schon, evidentemente, si innervosì per quel recupero, sbagliò e si girò. Le due Osella, racconta Armando, si ritrovarono esattamente quasi "muso contro muso", con Schon "contromano", fermo, al centro della strada. Armando riuscì miracolosamente a sfilare l'avversario mentre gli sguardi dei due si incrociarono letteralmente …. le visiere degli integrali di entrambi erano - infatti - quasi del tutto sollevate, per la pioggia. Quello fù uno dei momenti "topici" della gara …. Armando Floridia è un nostro Amico. E' anche socio fondatore della nostra Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

Foto @ Roberto Barbato

1977 ... Per amore della Targa : Alessandro Federico - Franco Petrolà

Nel 1976 il conte Alessandro Federico, insieme con Franco Petrolà , avevano vinto nella loro categoria (la 1300 GT gr. 4) con una bella Fulvia HF azzurra, e per il 1977 erano determinati nel voler ripetere il risultato dell'anno precedente, per cui svilupparono ancor più la preparazione meccanica della loro Fulvia.

Per tal ragione, fra l'altro, decisero di sostituire il motore "vittorioso" dell'anno precedente (elaborato dallo stesso Petrolà, sopraffine meccanico di vetture Lancia) con un nuovo motore preparato con componenti meccaniche speciali realizzate da un noto preparatore ed arrivate in officina a Palermo pochi giorni prima della Targa.

L'assemblaggio della vettura fu un po' affannosa e venne completato solo qualche giorno prima delle prove ufficiali. Il caro Franco non aveva avuto il tempo necessario per collaudare bene la vettura, ragion per cui il venerdì mattina (giorno delle prove ufficiali) decise di arrivare sino alle tribune di Cerda guidando su strada la macchina dalla sua officina di via Pacinotti alle tribune.

In autostrada, tirando le marce, il nuovo motore fece il " botto " e Franco arrivò stentatamente al parco chiuso di Floriopoli andando a 3 cilindri a causa del danno subito dal motore.

Cosa fare dato che le prove ufficiali stavano per iniziare? E dato che era obbligatorio farle, altrimenti non sarebbero stati ammessi al via della gara della domenica ?

Se non si fosse trattato della Targa Florio sicuramente i due avrebbero dato forfait, ma la Targa era la Targa e si doveva fare comunque!

Problema risolto : infatti, oltre alla propria Fulvia, Franco ne aveva preparata e iscritta alla gara un'altra di proprietà dell'equipaggio Giacomo Di Maria - Philippe Bruno, che era identica nel colore azzurro anche se aveva delle decorazioni diverse.

Presto fatto! Il Di Maria partì per il suo giro di qualifica di 72 Km e , dopo averlo completato, il gruppetto, con circospezione e lontano da sguardi indiscreti, staccò dalla vettura il numero 128 di gara (adesivo) e lo sostituì col numero 131 staccato nel frattempo dall'altra Fulvia con il motore K.O.

Fu così che Alessandro Federico si presentò, in tempo, al via delle prove ufficiali. Ingannando i commissari di gara (che non si accorsero dell'irregolarità) e partendo per le prove con una vettura che non era stata verificata per quell'equipaggio.

Tutto OK ! Entrambe le vetture (una sola in realtà) ottennero il tempo di qualifica necessario e quindi ritorno velocemente a Palermo in officina per smontare subito il motore per controllarne i danni e ripararlo.

Risultato : il motore era talmente danneggiato da non essere riparabile nelle 36 ore successive, infatti tante ne rimanevano al via di quella Targa Florio. Cosa fare dato che non avevano in officina nessun altro motore 1300 preparato a loro disposizione?

Semplice! Nell'officina stessa c'era una bellissima Fulvia HF 1600 Fanalone, preparata, di un cliente, un certo Evola. Gli telefonarono e lo convocarono in officina per "farsi prestare" il motore della sua macchina.

Favore ottenuto! Montarono quel motore 1600 di Evola e si presentarono così, la domenica, al via della Targa Florio. Al via partì per primo Petrolà che fece i suoi primi due giri abbastanza piano (era ultimo della propria classe, su 10 vetture fra Alpine, Fulvia HF e Fulvia Zagato), forse perché temeva di rompere un motore che era di un suo cliente o forse per consegnare al suo compagno, molto più veloce, una macchina in perfette condizioni al cambio piloti del 3° giro.

Quando prese fra le mani il volante "il grande" Alessandro Federico, fu tutta un'altra musica. Egli con una rimonta strepitosa era già a ridosso dei primi della sua classe! Quando, purtroppo, quella Targa venne fermata dai giudici di gara al 5° giro (come forse saprete) a causa del gravissimo incidente causato da Gabriele Ciuti, Federico e Petrolà non ebbero il tempo necessario per poter rivincere la loro classe (1300 o 1600?) in quell'ultima Targa Florio del 1977.

La Targa era fatta anche di storie come questa e tanti sono gli aneddoti simili che vi potrei raccontare.

Rimangono solo i ricordi e la nostalgia per un tempo che fu. La Targa era la Targa ed oggi quella Targa non esiste più.

Storia liberamente riproposta e tratta da uno scritto a firma Ninni Rosone presente in un gratuito opuscolo divulvativo "100 anni di Targa Florio 1906 - 2006" - con paternità dell'editore non rinvenuta.

Targa Florio 1977 Diario (semiserio) di una Targa

" ... Peccato! Non eravamo riusciti a trovare una 2000 a buon prezzo, ma un 1600 coi fiocchi si! Una Osella PA3 Cosworth 1600, a ingranaggi per chi se ne intende, rilevata dal mitico don Mimì Scola . Una gara di rodaggio a Pergusa (vinta)e poi di corsa alla Targa, la quinta Targa assieme a Giampaolo Ceraolo.

Le prove ufficiali col bel sole rischiano di fare svanire subito il bel sogno ancora da vivere: Giampaolo ritorna lentamente dal suo giro di prova con la frizione kaputt. Ma la Targa è "gara unica" e come per incanto si mette in moto il comitato di solidarietà. Amici, piloti, direttori di team, meccanici. Chi ci offre i pezzi di ricambio necessari, chi si stende senza indugio sotto la nostra macchina per aiutare nel lavoro di riparazione, chi rifocillandoci a panini. Tu sali in macchina mentre la ripariamo mi dice Giampaolo. Ma il tempo passa e si avvicina pericolosamente l'ora della fine delle prove con la macchina ancora sui cavalletti. Pochi secondi e vengo spinto freneticamente al cancello davanti ai boxes che porta direttamente in pista. Il commissario mi ferma e da lì mi dà il via, ultimo concorrente, allo scoccare dell'ora di fine prove. Parto, un rapido controllo che tutto sia a posto e comincio quel giro agognato dovendo effettuare oltre una ventina di sorpassi di vetture meno veloci.

Il giorno prima della corsa tutti in garage per gli ultimi preparativi, la scelta dei rapporti, corti per il misto tanto il Buonfornello è lungo solo 5 km, ma soprattutto per provare il cambio-pilota-sedile-cinture, operazione quasi tragicomica sicuramente complicata dalla fin troppo evidente differenza di statura. Poi le solite raccomandazioni di Giampaolo di tirare anche in gara 1000/1500 giri in meno. La Targa è lunga.

Ma anche uno sguardo fuori, al tempo. Ancora una volta incerto, minaccioso. Una capatina ai boxes per le ultime novità. Tutti a parlare di gomme : slick o rain? Quali montare e poi se bisogna cambiarle? Noi i cambi gomme in pochi secondi li vediamo solo in TV per la F1! Per noi ci vorranno 5 minuti? forse 10? Vallo a sapere! Ma c'era chi, esperto e sornione, una soluzione l'aveva trovata. Gomme slick dure ma scolpite come quelle da pioggia. Una trovata degna del suo autore: il già vincitore Eugenio Renna. E allora subito a copiare, come a scuola col primo della classe. Di corsa da Bastiano Barone a intagliare un bel treno di slick e via.

Domenica mattina. La partenza è sempre il momento più emozionante. Partiamo! Un po' "abbottonato" per la strada che diventa umida. Prima di Cerda comincio a vedere la coda dell'Osella di Giorgio Pianta. Faccio rapidamente i miei conti: se la vedo vuol dire che gli ho rosicchiato dei secondi dai venti che ci separavano alla partenza. Bene. Dopo il paese intravedo con la coda dell'occhio la sagoma celeste della Chevron di Nesti su un prato. Fuori due penso ma sotto il casco devo raccomandarmi di non guardare, non distrarmi, anche perché sta cominciando a piovere e alla Targa col bagnato non si scherza.

Prima di Collesano mi volto a controllare se nella vallata precedente arriva qualcuno dietro di me. Niente. Ciuti è in ritardo. Poco dopo un gruppetto di amici spettatori mi agita le mani indicandomi il tre, terzo, sarà vero? speriamo.

Finalmente il rettifilo. Un respiro profondo dopo tante curve. E' arrivato il momento di un bel controllo agli strumenti. Panico! Le temperature sono basse, troppo. Che fare? I boxes sono vicini, fermarsi? tirare di più il motore? Assorto in questi dilemmi mi sfila Nesti in rimonta. Mi sembra di sentire lo spostamento d'aria, io un 1600 coi rapporti corti e lui col 3000! Non faccio a tempo a riprendermi che BOOM!! un boato, una gran fumata e la macchina come in folle. Sbiellata da manuale. Con l'abbrivio raggiungo lo svincolo dell'autostrada e parcheggio.

Ma stavolta non posso dire mi rifarò la prossima Targa. Peccato!

Luigi Sartorio (" Popy Pop ") ..... "

Rinnoviamo, anche in questa occasione, i nostri ringraziamenti all'Amico Luigi Sartorio ( "Popsy Pop") che ha voluto condividere con noi questo suo personale - ormai "storico" - bellissimo ricordo di Targa Florio 1977. Sono emozioni che - per un pilota di Targa Florio - pensiamo restino indelebili, nella mente.

Nella foto gentilmente concessa dall'amico Luigi , siamo a Floriopoli prima dello start , di spalle si riconosce Giampaolo Ceraolo

TARGA FLORIO 1977 : Le due Stratos che divennero una ....

Il nostro Amico Marcello De Simone, allora medico dello sport agli ordini del Prof. Gattuso, venne assegnato alla postazione del Bivio Sclafani.

Si organizzò la cassetta del pronto soccorso ed andò al suo posto, il giorno delle prove. Trovò un'ambulanza militare con due barellieri. Iniziarono i passaggi dei concorrenti e tutto sembrava andare per il meglio.

Ad un tratto si profilò, in lontananza, la Lancia Stratos di Virzì ; bel rumore pieno e assetto aggressivo. Si ascoltarono ben distinte alcune cambiate e, poi, un silenzio inquietante.

Vide gli spettatori correre verso un tornante e anche lui, con la cassetta del pronto soccorso, i barellieri ed un commissario, raggiunsero il posto dell'incidente.

La Stratos era semidistrutta ,fuori strada, e il pilota, fortunatamente illeso, era seduto su un masso, pallido come un cencio.

Si avvicinò e gli chiese se avesse bisogno della sua assistenza. Lo guardò e, senza dire una parola, sbottonò la tuta e tirò fuori un ferro di cavallo che gli mostrò, sempre senza profferire verbo.

Il giorno della gara una Stratos con lo stesso numero, ma con assetto meno corsaiolo e molto meno rumorosa , fece la sua comparsa in gara. In seguito Ciccio Dessi mi spiegò come era avvenuta la "riparazione ". Anche questo accadeva alla Targa Florio!!!

Marcello, così, ci ha confidato la "fonte" di quella storia. E' vita vissuta, ci ha detto. La Targa era anche questo! La Stratos di Pippo Virzi' fu sostituita in fretta e furia con una stradale acquistata da un appassionato palermitano di cui non ricordo il nome e sulla quale furono trasferiti nottetempo il numero e la punzonatura . Non so che fine abbia fatto quella originale.

15 Maggio 1977 ... fine di un Mito

Analogamente a quanto accaduto per la Mille Miglia, anche nel caso della Targa Florio la fine venne determinata da un grave incidente coinvolgente gli spettatori: domenica 15 maggio 1977, giorno in cui si correva la 61/esima edizione, la Osella-BMW pilotata in quel momento da Gabriele Ciuti, uscì di strada in un tratto misto-veloce che seguiva il rettilineo di Buonfornello, travolgendo gli spettatori e provocando due morti e tre feriti gravissimi (tra cui lo stesso pilota): la gara venne sospesa e la classifica stilata in base ai passaggi al termine del 4º giro (degli 8 previsti in origine).

A quel punto, la vera Targa Florio esaurì il suo ciclo: a partire dal 1978 la gara veniva trasformata in Rally e denominata Targa Florio Rally Internazionale di Sicilia , mantenendo la numerazione.

1977 La delusione di Mauro Nesti ......

Vincenzo Mineo : Da commissario sportivo ero a Campofelice di Roccella. Ebbi il compito di fermare Mauro Nesti (cosa non facile data la nota irruenza del Toscanaccio). Quando si fermò gli spiegai dell'incidente di Ciuti e dell'interruzione della gara. Fu il momento più triste e difficile. Che segnò la fine della Targa di velocità.

Paolo Migliorini Brizzolari : Mauro pianse, Lei può confermarlo. A veder sfumare quello che era il suo desiderio più grande, vincere la Targa, ormai a portata di mano (era negli specchietti di Restivo ma aveva un tremila e c'era Buonfornello), si sedette su un muretto e pianse. Le sue oltre 500 vittorie non lo hanno ripagato di questa delusione, come ha sempre detto in ogni intervista

Vincenzo Mineo : Ricordo perfettamente. Infatti dovetti fermarlo io perché non si era fermato alle bandiere nere esposte dai commissari di percorso. Mi posizionai al centro della carreggiata rischiando. Ma dovevo fermarlo. Pochi chilometri dopo c'era già un delirio. Cercai di calmarlo, scese dalla macchina con l'adrenalina e la rabbia per la vittoria sfumata. Poi parlammo un po' e piano piano si sciolse. E le lacrime gli scesero veramente. Un grande pilota, un uomo rude ma vero.

26 Maggio 2020

Ricordi di nostri Cari Amici

Giuseppe Cannata 2 Giugno 2018

Maledetto 2 Giugno 2018 - Giuseppe Cannata, uno di noi.

Pucci Spatafora 19 Settembre 2019

19 Settembre 2019 - Pucci Spatafora ed il suo inconfondibile integrale con le due lettere :

Non sarà dimenticato.

3 Dicembre 2020 Scompare un caro Amico, Luigi Sartorio (Popsy Pop)

Ciao Luigi,

ci sei stato sempre affettuosamente vicino in tante occasioni, ci hai dato consigli, ti sei messo a disposizione per i nostri "discorsi da bar", dentro e soprattutto fuori dal web, a volte facendo violenza a te stesso per la tua innata signorile riservatezza, e ti abbiamo financo messo un microfono in mano, per dei momenti che per noi resteranno indimenticabili, ci hai seguiti sempre su queste pagine non intervenendo mai, ma non mancando di indicarci, senza spocchia od arroganza, dove e quando "scrivevamo fesserie" e sei stato un meraviglioso forziere di storie, notizie, aneddoti, segreti e non, su quel meraviglioso periodo che ti ha visto protagonista.

Ci mancherai moltissimo.

Associazione culturale Amici Della Targa Florio

3 Dicembre 2020 Ricordo di Roberto Pareri

Roberto Pirera era uno di noi . Un " Carbonaro". Lo conoscevamo dal 2008 , mai una parola o un comportamento sbagliato , persona troppo per bene. Siamo vicini alla sua famiglia ,e ai suoi amici stretti . Giornata TRISTISSIMA. Ciao Roberto , dalla tua galassia continuerai a parlare di Targa Florio.

Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

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