Cari Amici della Targa Florio

Abbiamo ricevuto tante mail con le quali, soprattutto i più giovani, ci hanno richiesto di ricordare anche il vero Rally di Sicilia Targa Florio quello che si correva sulle strade di Targa Florio

Alla fine ci siamo convinti che, effettivamente, sarebbe stato ingiusto non parlarne , ed è questo che faremo, parlarne , compatibilmente al materiale che, nel tempo, saremo nelle condizioni di tirar fuori magari anche grazie anche ai contributi di tanti amici appassionati.

Un doveroso ringraziamento agli amici

Giampaolo Ceraolo(Pilota)-Pippo Savoca(Pilota)-Vincenzo Maggio( Pilota)-Mario De Luca(Pilota)        Roberto Chiaramonte Bordonaro(Pilota)-Vittorio Console(Pilota)-Roberto Patti-Claudio Longo                     Francesco Ciofalo-Sandro Giancona-Giuseppe Di Gesù(Pilota)-Gaetano Mangano                   Cesare Di Buono(Pilota)-Giovanni Valentino-Silvano Gravina(Pilota)-Santino Fiasconaro-Calarca          Romualdo(Pilota)-Santi de Filippis(Pilota) Armando Geraci-Liborio Panzeca-Daniele Sinatra                   Paolo Guidara-Franco Pollicino-Francesco Cinà-Roberto Puglia-Sergio e Gianfranco Mavaro                  Nicolo' Di Vita-Vincenzo Crescimanno(Pilota)-Vito Veninata(Pilota)                           Vincenzo Barone(Pilota)-Giovanni Vaccarella(Pilota)-Saro Serpente (Pilota)-Rosario Fertitta(Pilota) Ernesto Oliva-Fabrizio Galioto-Francesco Cocorullo-Ernesto Piraino-Fabrizio Schermi(Navigatore)-Fabio Marchello-Fratelli Terrasi-Giorgio Pecoraro-Prodrive,Giulio Marguglio, Nino Guida,Salvatore Purpura, Gaspare Gattucio(Navigatore)    

Alla Memoria

Luigi Sartorio (Popsy Pop) (Pilota) , Alberto Piraino (Pilota) , Salvo Manuli(Pilota) , Pucci Spatafora(Pilota) , Salvatore Nigrelli(Navigatore) 

Un ringraziamento particolare agli amici 

 Antonio Catanzaro(Curatore Museo Vincenzo Florio di Cerda) , Emilio Mancuso , Pasquale Greco   Francesco Cinà

29 Dicembre 1977 Il quotidiano La stampa scriveva

Al «Targa Racing Show» si è anche parlato del futuro della mitica Targa Florio da tempo esclusa dal mondiale marche e fortemente ridimensionata a competizione nazionale. La più antica corsa del mondo è stato annunciato in una conferenza-stampa organizzata dell'Automobile Club Palermo potrebbe diventare un Rally. Alla conferenza sono intervenuti i rallisti Raffaele Pinto e Mauro Pregliasco nonché gli ex piloti siciliani Nino Vaccarella vincitore di tre edizioni della Targa , quando era ancora valevole per il titolo mondiale e Antonio Pucci che in passato vinse un'altra edizione. 'Il Rally ha detto Vaccarella è l'unica soluzione per non fare uscire la Targa Florio dal "giro" internazionale, mi sembra che sia l'unica formula valida per mantenerla in vita: Ma l'ing. Chiti ha obiettato: «i rallies sono pericolosi quanto le gare di velocità. La colpa della lenta agonia della Targa Florio è nelle campagne negative con titoli a tutta pagina, mentre statistiche alla mano risulta che la Targa era la meno mortale tra le competizioni: Per Pinto, però, se e vero che il Rally è la sola soluzione valida 'certamente la Targa perderebbe l'etichetta di un tempo

Antonino Sansone Presidente dell'Automobile Club di Palermo

Da un lato, c'erano la rigorosa normativa degli organismi sportivi internazionali, le ragioni della sicurezza, la scontata considerazione che le corse di velocità su strada sono ormai consegnate alla storia; c'era, soprattutto, il ricordo lacerante e tristissimo, dei fatti avvenuti durante l'ultima edizione della Targa; c'erano, insomma, la logica, il buon senso, la responsabilità. Dall'altro, soltanto la passione, il culto di una tradizione prestigiosa e invidiata, il desiderio di non mancare ad un appuntamento il cui significato si impone, da sempre, alla attenzione del sociologo e del cultore della tradizione popolare più che a quella del giornalista sportivo.

Si proponeva, in altri termini, ancora una volta, il dilemma antico tra la ragione e il sentimento con una peculiarità nuova, comunque: che la soluzione appariva, in un certo senso, obbligata sfuggendo al libero gioco e all'accertata prevalenza dell'una sull'altro. A nessuno, infatti, dei componenti il Consiglio direttivo dell'automobile Club di Palermo, tradizionale depositario del difficilissimo ed esaltante onere di organizzare la Targa Florio, era mai venuto in mente, neppure per un attimo, di redigere l'atto di morte della più vecchia e gloriosa corsa del mondo: si trattava, perciò, di trovare il modo migliore per imbrigliare le ragioni sentimentali e ideali entro i vincoli delle necessità pratiche ed organizzative stemperando la passione nella sicurezza, l'ardore nel rispetto delle regole, la tradizione nella realtà.

E la soluzione non poteva certamente consistere nel sottrarre la Targa Florio al suo irripetibile scenario naturale, alle sue strade, ai suoi monti al suo pubblico per consegnarla al grigio anello di cemento, circondato da tubi, di un autodromo: sarebbe stato un rimedio peggiore del male, una tradizione snaturata, una presenza devitalizzata; sarebbe stato un corpo già morto mantenuto in vita vegetativa ed illusoria in un conflitto senza speranza con la Parca fatale. Si imponeva un'idea e l'idea è venuta: La Targa Florio, anziana Signora dalla bellezza miracolosamente preservata dal tempo, avrebbe impalmato il giovane Rally di Sicilia, il nuovo sarebbe stato innestato nel solco antico in una simbiosi nella quale il prestigioso passato dell'una si sarebbe fuso con la stimolante novità dell'altro.

E' sembrato il modo migliore per perpetuare una leggenda, l'unica risposta all'imperativo categorico che i responsabili dell'Automobile Club di Palermo, da Siciliani e da sportivi prima ancora che da organizzatori, si sono sentiti in dovere di fornire.

Ecco, dunque, la Targa Florio degli anni 80! Se il tentativo è riuscito è prematuro dire: certo è, comunque, che ognuno, quale che sia la sua funzione, anche di semplice spettatore della Targa, deve fare interamente la sua parte perché riesca.

Se è vero, com'è vero, che oltre il segno caduco del tempo, è compito dell'uomo custodire quello che vale, tutti noi non possiamo sottrarci a questo compito perché la Targa, continui a vivere.

" La Targa Florio e il "Rally " di Salvatore Requirez

La formula rally accoppiata al nome della Targa Florio (una volta cessata come corsa di velocità nel 1977) pur non costituendo una trovata realmente innovativa (esisteva già di suo, sin dal 1972, il Rally di Sicilia, corso praticamente sulle strade della stessa provincia quando non sulle identiche) ha delle prerogative meritorie che vanno riconosciute. Prima fra tutte quella di aver consentito continuità alla gara e al nome. Se la Targa Florio resiste nel meritarsi l'appellativo di corsa più antica del mondo è grazie al rally. Seconda: consente da tempo ai piloti locali, tanti e non di rado fortissimi, di correre in casa mettendosi in mostra ad alto livello e confrontandosi con i vertici della singola categoria esattamente come avveniva 40-50 anni fa con la Targa Florio corsa sul Piccolo delle Madonie. Anche questo nel segno della continuità con la corsa di Vincenzo Florio. Terza: ha consentito al popolo madonita di conservare il suo antico amore per le corse di automobili. Molti centri hanno continuato ad essere stagionali protagonisti di un evento al centro dell'attenzione sportiva del settore. Quarta: ha consentito al pubblico di appassionati siciliani di non restare orfani di una bella corsa disputata in scenari favolosi, permettendo di trasmettere ai figli la stessa passione così come i padri avevano fatto con loro. Quinta: ha consentito di tenere aperta la finestra sul mondo del progresso tecnico motoristico richiamando in Sicilia il top delle ingegnerie specializzate costituendo un punto di riferimento per realtà operative locali e di aggiornamento continuo utile sempre per ogni allineamento di prestazioni o, a volte, anche di superamento sportivo in termini di risultato, sia in classifica generale che di singola Prova Speciale. Non mancano esempi di preparatori siciliani capaci di dare sonore paghe a blasonate officine di oltre lo stretto. Molti hanno fatto tesoro dei meccanismi organizzativi delle fior di squadre scese in Sicilia per aggiudicarsi un rally che sin da subito, solo per il nome che portava, diventò tra i più ambiti e contesi anche da piloti di grido. Ecco spiegate le presenze vittoriose, nei decenni, di Lancia Stratos, 131 Abarth, reginette del Mondiale di specialità, le Lancia Rally 037, le impressionanti Lancia Delta (dalla S4 alla 4WD), le ammiratissime Ferrari 308 GTB, e, più vicine ad oggi, le Ford Escort Cosworth, le Subaru Impreza, le Peugeot 306 Maxi o le Toyota Corolla WRC. Fare un paragone con l'epopea della corsa di velocità serve a poco. Altri tempi, altro sport, altri livelli di corsa, altre strategie che, peraltro per regolamento, facevano della Targa Florio di allora una gara unica. Una misura della diversità di livello ci può derivare se consideriamo il valore sportivo e di accreditamento della corsa in circuito, in certi periodi, e quello dell'epoca rally. La Targa Florio di velocità era prova sentita e prestigiosa del Campionato Mondiale Marche mentre il Rally ha sempre altalenato tra il livello nazionale e quello europeo. Ci vorrebbe un ultimo salto in alto, verso la titolarità WRC... La aspettiamo da oltre 40 anni... E noi cosa facciamo? Disperiamo? Giammai! La speranza è l'ultima a morire. Del resto se qualcuno nel 1915 a un Vincenzo Florio che sospendeva la Targa Florio per l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale qualcuno avesse detto: tra 40 anni la tua corsa sarà valida per il Campionato del Mondo lui ci avrebbe creduto?

Per il prezioso  contributo del 2018 , si ringrazia il Dottor Salvatore Requirez                                                                                                                                

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